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Una notte, in un sogno, trovai il mio Natale

Saranno stati i vari viaggi con la famiglia per i luoghi storici, tra avventure romanzesche, incontri d‘amore fatali, epiche collezioni d‘arte, per il gusto artistico dei miei zii, ma anche dei miei genitori. Così mi interessai anche io di cultura e arte, come ogni bambino che attraversa sane esperienze, si avvolge verso il gusto delle circostanze che lo coinvolgono. I castelli antichi sembrava mi venissero incontro quando distrattamente li visitavamo nelle vacanze sia estive che invernali, ed entrandovi ne rimanevo affascinato, ammirato ed entusiasta di partecipare ad una delle migliaia di visite che esso riceveva da millenni. Scalinate ombrate a chiocciola ed a spirale conducevano su terrazze dove lo sguardo non aveva posa, e giù verso segrete inaccessibili se non per gravi colpe. Sale da pranzo scintillanti dove la cortesia era l‘abito più gentile per poter godere della bellezza e delle cordiali presenze amichevoli, giardini lussuosi con il gusto dell‘arte della natura che esaltava l‘essenza dell‘eleganza, con lo sfoggio di sfumature di colori che solo la cura nelle stagioni poteva rischiarare. E rimanendomi così felicemente interessato alla cultura dell‘arte, come ogni desiderio che aspira alla sua realizzazione, o alla sua materializzazione, anche da piccolo sognavo di vivere in un vecchio Castello. Con il suo palcoscenico da giardino, le piscine con i pesci rossi, le cantine con tutti gli utensili per curarlo, le buone compagnie di chi sa mantenerlo, e viverci, svegliando di mattina e prendere un caffè nelle verande del giardino interno al castello. Con il freddo la scintillante luce dei grandi cammini da sala, guardando il cullarsi della neve che scende in aria. Durante qualche giorno di veloce fuga dalla routine quotidiana, quasi per caso mi ritrovo in un hotel quasi tutto in legno, per un paio di giorni di sci, con il cielo sereno, apprestandosi il Natale e il Capodanno, dopo una passeggiata nei pressi di Aosta, la stanchezza dopo un cioccolato caldo, ed il tepore di una camera avvolta da calde pareti in mogano, scivolo in un profondo sonno e sogno. Sognando ritrovandomi appunto in un nuovo ambiente dormire in un grande castello di legno, profumava di antico, ad ogni passo piacevolmente scriocchiolava il pavimento ed eravamo indaffarati, attendevamo quasi con impazienza qualcosa, ma sembrava esserci tutto, avevamo dato a mangiare anche ad i cavalli nelle stalle, stavamo preparando per la colazione per amici che dovevano arrivare, e decidemmo nel giardino interno ai primi raggi di sole che irradiavano ampie vetrate di finestre. Quando la mia ragazza mi chiama a bassavoce, schiudendo lentamente le piccole finestre in legno del nostro Hotel, lasciando intravedere la luce della neve, che illuminava un alto valico di fronte a noi, in un cielo cristallino, azzurro di freschezza, anche quello, e forse senza castello era il mio sogno di Natale che si era materializzato.



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Opera scritta il 14/12/2021 - 17:38
Da Luca Di Paolo
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