È sera papà.
Come mai non sento più
il rumore della vecchia moto
e il fruscio del ghiaino
che annunciavano il tuo ritorno.
E come mai non sento più la tua voce
rimbalzare tra i muri
riempiendo vecchie stanze
povere di mobili
e ricche di niente.
E neanche il tuo silenzio
non sento più
quando ritornavi stanco
anche di un sorriso
e parlavano i tuoi occhi
dell’amore che avevi dentro.
È sera papà.
Come mai non sento più
la solitudine
di quando non c’eri
e guardando la strada
incollavo lacrime alla finestra
con la speranza di vederti.
È sera papà.
Come mai non sento più niente
nemmeno la voce di quel bambino
che ora sotto le coperte
piange e si rammarica
per non aver saputo dirti
quanto ti ha voluto bene.
Come mai non sento più
il rumore della vecchia moto
e il fruscio del ghiaino
che annunciavano il tuo ritorno.
E come mai non sento più la tua voce
rimbalzare tra i muri
riempiendo vecchie stanze
povere di mobili
e ricche di niente.
E neanche il tuo silenzio
non sento più
quando ritornavi stanco
anche di un sorriso
e parlavano i tuoi occhi
dell’amore che avevi dentro.
È sera papà.
Come mai non sento più
la solitudine
di quando non c’eri
e guardando la strada
incollavo lacrime alla finestra
con la speranza di vederti.
È sera papà.
Come mai non sento più niente
nemmeno la voce di quel bambino
che ora sotto le coperte
piange e si rammarica
per non aver saputo dirti
quanto ti ha voluto bene.
Opera scritta il 02/08/2023 - 11:27
Letta n.356 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
dolce e malinconica, piaciuta
Luca Di Paolo 14/08/2023 - 17:41
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Poesia immensa.
Bravo bravo bravo, Antonio.
Un saluto
Bravo bravo bravo, Antonio.
Un saluto
Loris Marcato 03/08/2023 - 15:46
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Chapeau!
Mirko D. Mastro 02/08/2023 - 14:11
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