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Il viso smunto, la barba incolta
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Nel suo respiro l’asprezza del mare
nel suo sentire il pianto del vento
nel suo spartito i peccati del mondo.


Una fredda mattina,
sulla banchina,
il suono del sax non si udì
nell’aria rimase soltanto il guaito
dell’unico amico che d’inedia morì.



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Poesia scritta il 27/04/2025 - 10:02
Da Francesco Scolaro
Letta n.363 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Un argomento molto reale e per questo toccante.Bravissimo come sempre.

santa scardino 30/04/2025 - 15:33

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FRANCESCO...Struggente e tanto vera....una piaga del mondo la povertà descritta in quest'uomo con una delicata e velata tristezza. Sei bravissimo

mirella narducci 29/04/2025 - 13:18

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Sempre bravo Francesco. Il mondo degli invisibili, una piaga o forse un mondo a se! Complimenti

Margherita Pisano 28/04/2025 - 15:24

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Coinvolge molto questo testo, arriva dritto al cuore. Non passa, inosservato

MARIA ANGELA CAROSIA 27/04/2025 - 13:23

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