Ieri il cielo aveva un dolore bellissimo
Sarai allo scrittoio con uno di quei golfini senza le maniche sotto la giacca di velluto marrone, a scrivere e guardarmi fare la piega al cielo e sistemarti il cuscino.
Coi tuoi capelli bianchi e ancora la freschezza dei trent’anni.
Giurerei di averti visto, nell’abbaio della tua Minù da quella piega, farti sagoma accanto a me sulla panchina dove la ciclabile accompagna il marciapiede tra le acacie d’autunno.
L’animale ti sedeva sui ginocchi, due gocce di rugiada pendevano dai tuoi occhi alidi e la luce flebile del lampione lumeggiò su due lacrime allo stagno aggrappate al petalo d’una ninfea laconica che le adagiò nell’intimità d’una polla.
Ascoltavo il tuo cuore rallentare. Povero carillon che da tutta la vita te ne sei stato lì riguardoso dentro al petto, caro vecchio amico che sul volto di un bimbetto abbiamo visto assieme la meraviglia nel tener sul dorso della mano una bolla di sapone… nessuno questa volta tirerà la cordicella. Neppure io potrò.
Chiudi gli occhi ora, solo per un istante. Solo per un’ultima poesia.
Coi tuoi capelli bianchi e ancora la freschezza dei trent’anni.
Giurerei di averti visto, nell’abbaio della tua Minù da quella piega, farti sagoma accanto a me sulla panchina dove la ciclabile accompagna il marciapiede tra le acacie d’autunno.
L’animale ti sedeva sui ginocchi, due gocce di rugiada pendevano dai tuoi occhi alidi e la luce flebile del lampione lumeggiò su due lacrime allo stagno aggrappate al petalo d’una ninfea laconica che le adagiò nell’intimità d’una polla.
Ascoltavo il tuo cuore rallentare. Povero carillon che da tutta la vita te ne sei stato lì riguardoso dentro al petto, caro vecchio amico che sul volto di un bimbetto abbiamo visto assieme la meraviglia nel tener sul dorso della mano una bolla di sapone… nessuno questa volta tirerà la cordicella. Neppure io potrò.
Chiudi gli occhi ora, solo per un istante. Solo per un’ultima poesia.
Le acacie, loro sanno che non ti sveglierai con il prossimo mattino.
Se potessi, vorrei somigliassero a quello stagno i miei ultimi giorni.
14.10.24
Racconto scritto il 14/10/2024 - 06:32
Letta n.177 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Un addio commovente e rispettoso.
Teresa Peluso 15/10/2024 - 23:38
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Versi commoventi, ma anche intrisi di speranza...
PAOLA SALZANO 15/10/2024 - 12:42
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Una bellissima dedica ad Adriano che sarà ancora più contento se questo salotto letterario continuerà a vivere, ciao
Francesco Scolaro 15/10/2024 - 08:49
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Dedica commovente, ora è vicino alla sua Minu'
Mary L 14/10/2024 - 13:01
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Una dedica poetica per chi è volato a comporre poesia con gli angeli e lo farà per l'eternità. Molto commovente e delicato il tuo racconto.
Anna Cenni 14/10/2024 - 12:29
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Cara Maria Luisa, come apprendete dalla bacheca il caro amico è il nostro Adriano...
Mirko D. Mastro 14/10/2024 - 10:04
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Credo d'aver capito che è un tenera dedica ad un amico che è mancato.
Complimenti, bellissima!
Complimenti, bellissima!
Maria Luisa Bandiera 14/10/2024 - 09:56
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