che infreddolito nel suo proseguire spericolato
muove le membra con disperata indecisione.
In balia tra l’oblio e la cupa introspezione
Di chi ha smarrito la via per paura e non per convinzione.
Sopra un  traballante ponte che decide le sue sorti,
che dell’umana esistenza ne prova l’equilibrio tra i vivi e i morti.
Non v’è che buio oltre la via,  
 lo coglie un’ansimante  respirazione prima di agire,  che invece che dargli fiato 
gliene toglie.
Sospeso nella lunga notte, ondeggiante sul baratro dei rimorsi 
Non riesce più a reagire,  consapevole che potrebbe portarlo alla rovina 
Del viaggio o alla sua triste fine.
Ma ello osserva in alto e tace, ammira uno splendido cielo, raccoglie ogni suo
Residuo stupore,  rivivendo nelle luci delle stelle
Il piacere di emozionarsi ancora col cuore.
Di fronte all’universo e la sua mancata concezione,
A tutto quello che di astratto e sconosciuto lo fa emozionare
Per farlo riflettere sull’immensità dell’ignoto , nella perdizione del tempo e
Dimenticare il senso di moto.
Quanta saggezza c’è oltre alla  via, quanti colori
Sfuggono ad una umana visione, 
se si sa guardare non solo  con gli occhi di un uomo ma di 
un affamato esploratore.
Un cacciatore di emozioni, che di ponti ondeggianti
Ne osserva le forme e  lentamente agisce rischiando la vita 
Per un interesse che nemmono lui sa spiegare.
Poesia scritta il 11/10/2015 - 04:01Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
  
Francesco Gentile  
 31/12/2015 - 15:40 
                        


