Tanta la gentilezza che m’avvolse
che assai confuso mi rimasi alquanto
e non capii perché così m’accolse
chi non degnava altri più di tanto.
che assai confuso mi rimasi alquanto
e non capii perché così m’accolse
chi non degnava altri più di tanto.
Allorquando mi fui, poi, all’altro accanto
che già saldato avea da tempo il conto,
la mente mi s’aprì presto, qual lampo,
udendo: esser pur io seme del campo.
Questo non è l’ambiente che tu pensi
ma, di contro, è una fabbrica di soldi
che pure fuor di tempo trovi i saldi
e patteggiare puoi pure i compensi.
Il suo mestiere bene egli conosce
ma meglio ancor lo fa se lo compensi
che senza soldi, sai, perde li sensi
ma al solo puzzo * più nulla capisce.
Non esser, quindi, pigro di tua mente,
nell’elargire mostrati eccedente
che assai maggiore avrà di dente cura
ed ancor più s'esente di fattura.
* sentore
Poesia scritta il 07/11/2012 - 22:02
Da nello maruca
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Commenti
rispecchia fedelmente, andare dal dentista di questi tempi è quasi impossibile.con simpatia.
Claretta Frau 08/11/2012 - 18:44
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