vecchio soldo
Vecchio soldo,antico e sporco
Dimenticato,dalla rugine logorato,
eppur malinconiche storie
in lui racchiuse di lontano passato.
Percorresti ,un tempo anche tu,
in sarculi colmi d’oro ,
su dorsi laceri,passi lenti di cammelli
la mitica via della seta?
Quel fiumed’avventure di uomini
Sangue ,guerre,tra le sponde d’oriente e occidente!
Scoribande di saraceni
La sabbia si macchio’ dell’odio delle due fedi!
La verita’ non ha volto,scellerata la vanita’
Dell’uomo!
Comprasti,dimmi vecchia moneta
La liberta’ che or il ceppo serra?
Al banco ove il padrone il servo piega
Il grido del non uomo simile all’uomo echeggia,
ma un sul piano dell’eletto,
l’altro al pianto del suo primo sospiro.
Or vede il suo pie’ piagato dal ferro del tuo potere.
Fosti un di’ pegno d’amor dei primi amanti
Focosi nel petto,trepidanti delle lor carni,
che gia’ sognavan infinite notti tra abbracci e cuscini!
Ah quante storie vecchio e consunto peculio!
Eppur tutto è lontano.
Chi ti lodo’ chi ti strinse ,dopo tanto pianto in te fidando
Di giorno piu gaio!
Amato compagno del soldato di ventura,
senza patria o patto santo
al son del tuo compenso,fecer
guerra,tradimento e inganno.
Quanto fuoco nel villaggio terra desolata,
ove regna il brigantaggio,soldo tu amara preda!
Delizia e rovina dei potenti
Dolente affanno per i miserrimi,
lesinar un quattrino per un pane insipido.
Or sei qui,tra terra ,fango,acqua ,
vento che cancella i ricordi
e l’onda dei secoli che divora l’umana gente.
Dimenticato,dalla rugine logorato,
eppur malinconiche storie
in lui racchiuse di lontano passato.
Percorresti ,un tempo anche tu,
in sarculi colmi d’oro ,
su dorsi laceri,passi lenti di cammelli
la mitica via della seta?
Quel fiumed’avventure di uomini
Sangue ,guerre,tra le sponde d’oriente e occidente!
Scoribande di saraceni
La sabbia si macchio’ dell’odio delle due fedi!
La verita’ non ha volto,scellerata la vanita’
Dell’uomo!
Comprasti,dimmi vecchia moneta
La liberta’ che or il ceppo serra?
Al banco ove il padrone il servo piega
Il grido del non uomo simile all’uomo echeggia,
ma un sul piano dell’eletto,
l’altro al pianto del suo primo sospiro.
Or vede il suo pie’ piagato dal ferro del tuo potere.
Fosti un di’ pegno d’amor dei primi amanti
Focosi nel petto,trepidanti delle lor carni,
che gia’ sognavan infinite notti tra abbracci e cuscini!
Ah quante storie vecchio e consunto peculio!
Eppur tutto è lontano.
Chi ti lodo’ chi ti strinse ,dopo tanto pianto in te fidando
Di giorno piu gaio!
Amato compagno del soldato di ventura,
senza patria o patto santo
al son del tuo compenso,fecer
guerra,tradimento e inganno.
Quanto fuoco nel villaggio terra desolata,
ove regna il brigantaggio,soldo tu amara preda!
Delizia e rovina dei potenti
Dolente affanno per i miserrimi,
lesinar un quattrino per un pane insipido.
Or sei qui,tra terra ,fango,acqua ,
vento che cancella i ricordi
e l’onda dei secoli che divora l’umana gente.
Corrado cioci
Poesia scritta il 31/10/2016 - 21:17
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Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Già, quante storie nasconde un vecchio oggetto! Mi è piaciuta molto la tua poesia, 5* buona giornata!
Chiara B. 01/11/2016 - 09:54
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