Mentre le sedevo triste accanto, lì vicino alla finestra,
lei accarezzava un gattino nel suo grembo.
E guardavamo il mondo che passava oltre.
Delicatamente mi disse queste parole
lei accarezzava un gattino nel suo grembo.
E guardavamo il mondo che passava oltre.
Delicatamente mi disse queste parole
e con occhi nuovi, spalancati
schiacciammo i nostri visi sul vetro.
Mentre le sedevo triste accanto.
Lei disse: “Madre, padre, nipote,
zio, zia, sorella,
medico, operaio, artista, scienziato, 
Terra e luna, sole e stelle
pianeti e comete dalle code fiammeggianti.
Tutti sono lì che cadono in eterno,
in una caduta ambita e folle”.
Poi sorrise e si girò verso di me
e aspettò che io le rispondessi.
I capelli le cadevano sulle spalle,
mentre le sedevo triste accanto,
triste accanto.
Poi mi passò il gattino e nuovamente noi prememmo
i nostri visi contro il vetro,
chiedendoci se tutto il movimento terracqueo
ci avrebbe coinvolto,
ci avrebbe assalito.
Tutto questo mentre le sedevo triste accanto.
Poesia scritta il 11/01/2017 - 14:32Da Giulio Soro 
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Commenti
di una tristezza infinita....
ma bella ed estremamente profonda
  
  
  
ma bella ed estremamente profonda
  
  
  
laisa azzurra  
 12/01/2017 - 09:11 --------------------------------------
Lo scorrere del tempo non torna mai più e lascia sempre tristezza. 

Eugenia Toschi  
 11/01/2017 - 17:32 --------------------------------------
un po triste Giulio  ma molto significativa 5*
GIANCARLO LUPO POETA  DELL'AMO  
 11/01/2017 - 17:23 --------------------------------------
  
            
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