non arriverò in tempo all’appuntamento.
Spero che tu mi aspetterai, perché
hai bussato alla mia porta.
La primavera incipiente riscalda le nostre membra stanche
mentre la luparia fiorisce lungo lo steccato.
Carri merci e vagoni ferroviari giacciono come abbandonati
su binari morti.
La mia infermiera non permetterebbe mai che noi ci incontrassimo,
i miei pasti sono mal preparati e
il mio pigiama è incollato addosso come un sudario,
come un sudario.
Troverò ritagli di giornali e vecchie foto che parlano di te.
La porta della mia casa è stata segnata da una grossa ics.
Frange di lanzichenecchi invadono la pianura padana.
Le loro sagome sono perse nella nebbia.
Tengo stretta questa lettera che mi hai mandato.
Il suo involucro è profumato:
ancora altre parole per convincermi
o per lasciare che tutto vada come un tempo.
Hai bussato alla mia porta.
Schiamazzi e echi rimbombano nelle absidi vuote,
fantasmi di vite lontano occupano i posti a sedere.
Non ho più trovato ristoro nella falsa modestia e nella misericordia.
Sono in procinto di essere tutelato dalle ferite che il tempo lascia.
Mani morbide e polsi stretti percorrono il mio volto, su fino alla fronte
Mani che non stanno ferme, che implorano perdono.
Hai bussato alla mia porta.
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Qualcuno con primaverile dolcezza
ha placato nella nebbia azzurrina
la mia nostalgia per una bellissima,
ma straniera, arcana terra."(Esenin)
la stessa grazia trovo nei tuoi lavori. O:- ) O:- )
mi ha fatto pensare al romanzo "follia" di McGrath
fantastica