Quello degli addii in riviera
E quello delle imbarcazioni arrabattate,
Che si staccano in tutta fretta
Dallo scuro d'un monte;
Di esso ne conosco tutt'ora l'altura:
Un mero giaciglio per il riposo
Dei pastori e dei loro armenti addormentati.
Ciò che ricordo 
È riposto fra le onde ritiratesi al primo sole,
Sulla sabbia voraginosa,
Dove giocose e ognuna con una sua cadenza
S'incunearono quelle mie raggrinzite dita 
Di timido fanciullo.
Dal vecchio pontile,
Il vento notturno e il labbro morso dal suo impeto 
Mi conversero l'occhio nell'unica direzione 
Che un celere mercantile stava seguendo; 
Pensai a quanto potesse essere ingombrante la luna
Sulle altre coste da qui fin troppo distanti.
Se ne andò via così l'estate dei girasoli:
Contandone in solitudine i petali,come se gli stessi,
Precedendo la notte,
Fossero nient'altro che dei semplici ricettacoli
Per l'ossessivo scandire del giorno.
Le prime nevi non tardarono ad arrivare,
E in nessun nuovo attracco m'imbattei al porto,
Nessun volto conosciuto
Nessuna voce che si disponesse al mio udire;
Nulla c'era e nulla comunque sarebbe restato....
Oh madre!
Mai più ti rividi al fianco mio,
Ridente e protettiva;
Ma come ogni bella cosa 
Ti potei ergere vicino ad una qualunque stella,
Portatrice dei sogni lieti dell'oggi e del domani
Poesia scritta il 19/05/2017 - 14:39Voto:  |  su 4 votanti  | 
	
  
Francesco Gentile  
 22/05/2017 - 09:47 
  
  
genoveffa frau  
 21/05/2017 - 18:59 
  
Sabry L.  
 20/05/2017 - 17:12 
donato mineccia  
 20/05/2017 - 09:58 
                        


