Ulivo
Fronte. Cuore. Sinistra, e poi destra.
E se non fossi altro che il predecessore
di Omero, se dicessi che ero alla finestra!
Un lebbroso superfluo in vita
mi è servito su travi incrociate
appeso ai chiodi tra i polsi e le dita.
Al posto mio. Si spiegherebbero ore
di rassegnazione sconcertata, inutili
come la chiosa che delirava il mio latore.
Sarei cinico. Bambini che sono date,
e uguali, sulle lapidi bianche e senza
effigie. E bambini violati a rate.
Saresti rimasto appeso alla mia destra?
Non è sempre attendibile la storia... Ma
dicono non ci fosse alcuno alla finestra.
E se non fossi altro che il predecessore
di Omero, se dicessi che ero alla finestra!
Un lebbroso superfluo in vita
mi è servito su travi incrociate
appeso ai chiodi tra i polsi e le dita.
Al posto mio. Si spiegherebbero ore
di rassegnazione sconcertata, inutili
come la chiosa che delirava il mio latore.
Sarei cinico. Bambini che sono date,
e uguali, sulle lapidi bianche e senza
effigie. E bambini violati a rate.
Saresti rimasto appeso alla mia destra?
Non è sempre attendibile la storia... Ma
dicono non ci fosse alcuno alla finestra.
Poesia scritta il 02/09/2017 - 16:36
Letta n.1146 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Una poesia iconoclasta che mi è molto piaciuta. Giulio Soro
Giulio Soro 02/09/2017 - 20:17
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il raggiungimento di un livello superiore
è il mettersi in discussione
profondamente bella
è il mettersi in discussione
profondamente bella
laisa azzurra 02/09/2017 - 19:30
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Una poesia molto triste che urla dolore!
Giulia Bellucci 02/09/2017 - 17:50
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