Ulivo
Fronte. Cuore. Sinistra, e poi destra.
E se non fossi altro che il predecessore
di Omero, se dicessi che ero alla finestra!
Un lebbroso superfluo in vita
mi è servito su travi incrociate
appeso ai chiodi tra i polsi e le dita.
Al posto mio. Si spiegherebbero ore
di rassegnazione sconcertata, inutili
come la chiosa che delirava il mio latore.
Sarei cinico. Bambini che sono date,
e uguali, sulle lapidi bianche e senza
effigie. E bambini violati a rate.
Saresti rimasto appeso alla mia destra?
Non è sempre attendibile la storia... Ma
dicono non ci fosse alcuno alla finestra.
E se non fossi altro che il predecessore
di Omero, se dicessi che ero alla finestra!
Un lebbroso superfluo in vita
mi è servito su travi incrociate
appeso ai chiodi tra i polsi e le dita.
Al posto mio. Si spiegherebbero ore
di rassegnazione sconcertata, inutili
come la chiosa che delirava il mio latore.
Sarei cinico. Bambini che sono date,
e uguali, sulle lapidi bianche e senza
effigie. E bambini violati a rate.
Saresti rimasto appeso alla mia destra?
Non è sempre attendibile la storia... Ma
dicono non ci fosse alcuno alla finestra.
Poesia scritta il 02/09/2017 - 16:36Letta n.1394 volte.
                        			
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Commenti
Una poesia iconoclasta che mi è molto piaciuta. Giulio Soro  

Giulio Soro  
 02/09/2017 - 20:17 --------------------------------------
il raggiungimento di un livello superiore
è il mettersi in discussione
profondamente bella
è il mettersi in discussione
profondamente bella
laisa azzurra  
 02/09/2017 - 19:30 --------------------------------------
Una poesia molto triste che urla dolore!
Giulia Bellucci  
 02/09/2017 - 17:50 --------------------------------------
  
            
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