Ride Bacco il sommo dio che nel vino fa 
sua festa 
Gridano ,saltano fan pazzie le sue ancelle ,
per campestri  balzi, invasate  del suo umore
Del piacere fanno un'arte mentre scorre nelle vene  e riscalda  i corpi squassati
che  ogni pensier  il senno non tiene .
Vanno le donne  con tirso ed edera 
tra le selve,  rivelano del dio il suo potere .
Ebbre  in volto   del godimento  sature  di 
rossi pampini,  che han segreto nel lor fermento .
Scintillante  nei calici cade  dal sapor di bosco,  di uva zuccherina ,
con quel sentor  d 'agreste .
Fuochi alti ,voci rotte  dal buon  liquore 
che la vite offre .
Ancor ricorda il dolce  creatore  del frizzante  succo  la passione per la triste 
Arianna  in asso abbandonata e che fece sua 
compagna .
Oh bacco  come ti fu pesante il ciarlare  a tebe  che il tuo  nascer non fosse divino, 
ma solo carne  umana  e ne padre dell 'olimpo .Te che le mente offuschi  e un seme di follia
spiri  sei il nocchiero  del piacer carnale , 
del bel parlare  ,in te i sensi dilagano.
Quel color rubino  che riflette la luce 
nel suo bicchiere  tanto invita  a farlo 
proprio  che ogni freno cade e s 'arrende .
Chi beve e si fa spavaldo 
O,  si nasconde  dal suo veleno  per non 
mostrar  vile inganno .
Quanti cuori infranti han trovato in te 
riparo ,sollievo  dopo copioso  pianto .
A te ,inebriante  e sommo  va il mio canto 
io che non son tuo vassallo 
ma nel tuo profumo  amo la quiete  
d'autunno 
Corrado cioci
Poesia scritta il 22/12/2018 - 08:13Voto:  |  su 0 votanti  | 
	

Francesco Cau  
 22/12/2018 - 20:14 
                        


