Ride Bacco il sommo dio che nel vino fa
sua festa
Gridano ,saltano fan pazzie le sue ancelle ,
per campestri balzi, invasate del suo umore
Del piacere fanno un'arte mentre scorre nelle vene e riscalda i corpi squassati
che ogni pensier il senno non tiene .
Vanno le donne con tirso ed edera
tra le selve, rivelano del dio il suo potere .
Ebbre in volto del godimento sature di
rossi pampini, che han segreto nel lor fermento .
Scintillante nei calici cade dal sapor di bosco, di uva zuccherina ,
con quel sentor d 'agreste .
Fuochi alti ,voci rotte dal buon liquore
che la vite offre .
Ancor ricorda il dolce creatore del frizzante succo la passione per la triste
Arianna in asso abbandonata e che fece sua
compagna .
Oh bacco come ti fu pesante il ciarlare a tebe che il tuo nascer non fosse divino,
ma solo carne umana e ne padre dell 'olimpo .Te che le mente offuschi e un seme di follia
spiri sei il nocchiero del piacer carnale ,
del bel parlare ,in te i sensi dilagano.
Quel color rubino che riflette la luce
nel suo bicchiere tanto invita a farlo
proprio che ogni freno cade e s 'arrende .
Chi beve e si fa spavaldo
O, si nasconde dal suo veleno per non
mostrar vile inganno .
Quanti cuori infranti han trovato in te
riparo ,sollievo dopo copioso pianto .
A te ,inebriante e sommo va il mio canto
io che non son tuo vassallo
ma nel tuo profumo amo la quiete
d'autunno
Corrado cioci
Voto: | su 0 votanti |