La Ruota Panoramica
Nulla prendi più in considerazione
quando sei stanco,
stanco di sapere
stanco di vedere
stanco di ascoltare
stanco di dare
stanco di subire la stupidità
che come una ruota panoramica
su un avido paesaggio
ti svuota l'anima di importanti sentimenti.
E come ultima difesa
dall'insensatezza
abdichi lontano,
mettendo distanza
tra te e il liquefatto suolo
come un aquilone desaparecido
pilotato dalle magne correnti
dell'indifferenza
che strenuamente lotta per la sua libertà.
Sbottando un poco
la magia è finita,
i sogni sono sotto chiave
e il castello incantato
ormai è un rudere disabitato
e al pari di un saggio re
senza consiglieri,
tenti un'analisi esaustiva
anamnesi del tempo presente
senza che un imminente rimedio
porti immediato sollievo
e
dolentemente ti confronti
con quel tirare le somme
che ciclicamente
la scuola della vita ti obbliga.
Invece di amarti
e sentirti parte del mondo
ti senti niente
sei niente,
e quasi tiri le cuoia
sopraffatto dal peso mortale delle cose
che ti passano sopra
come uno schiacciasassi.
Da lì, similmente stanco
come un vecchio alla fine dei suoi giorni
cominci o ricomici
a pensare solo a te stesso,
come prima
come una volta
a rimettere davanti a tutto
le tue personali faccende
considerando inevitabilmente
che del resto non te ne frega più niente,
non per egoismo
per incapacità o per viltà ma per salvarti
dalle ineludibili ostilità del fato.
quando sei stanco,
stanco di sapere
stanco di vedere
stanco di ascoltare
stanco di dare
stanco di subire la stupidità
che come una ruota panoramica
su un avido paesaggio
ti svuota l'anima di importanti sentimenti.
E come ultima difesa
dall'insensatezza
abdichi lontano,
mettendo distanza
tra te e il liquefatto suolo
come un aquilone desaparecido
pilotato dalle magne correnti
dell'indifferenza
che strenuamente lotta per la sua libertà.
Sbottando un poco
la magia è finita,
i sogni sono sotto chiave
e il castello incantato
ormai è un rudere disabitato
e al pari di un saggio re
senza consiglieri,
tenti un'analisi esaustiva
anamnesi del tempo presente
senza che un imminente rimedio
porti immediato sollievo
e
dolentemente ti confronti
con quel tirare le somme
che ciclicamente
la scuola della vita ti obbliga.
Invece di amarti
e sentirti parte del mondo
ti senti niente
sei niente,
e quasi tiri le cuoia
sopraffatto dal peso mortale delle cose
che ti passano sopra
come uno schiacciasassi.
Da lì, similmente stanco
come un vecchio alla fine dei suoi giorni
cominci o ricomici
a pensare solo a te stesso,
come prima
come una volta
a rimettere davanti a tutto
le tue personali faccende
considerando inevitabilmente
che del resto non te ne frega più niente,
non per egoismo
per incapacità o per viltà ma per salvarti
dalle ineludibili ostilità del fato.
(A Fernando Pessoa)

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Commenti
Bella similitudine bella la poesia.


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