Batti e batti sul ferro ancor caldo,
non ha un'anima se non quel che tu infondi .
Brace ,calore nell',angusta  fucina 
cadon gocce di sudore,
S' imbrilla  la fronte ,
par quasi un cielo autunnale ,
pronto al fortunale.
Quanta passione nel corpo  vibra,
quand'e che da nuda forma .
prende vita tua creatura. 
Son scintille  sull' arido metallo 
che mal si piega al tuo volere ,
riottoso  piega le membra,il corpo.
Arte antica li rinnova. 
Efesto  ti fu maestro!
Il buon gigante  ancor si lagna ,
alla  tartarica rocca  avvolto.
Del foco ci fe omaggio ,
al diniego del dio falso e bugiardo .
Ma tu artigiano  del vinto
metallo  in me ti raffiguri,
ed io te mi specchio. 
Noi creatori da materia informe,
lavoriamo e diamo vita ,
quel che il nostro amor  produce .
Lavori di incudine  pesante ,
martello,sull altro rimbombante ,
a far della lastra  vivida sostanza. 
La pinsa  s' arrossa nella fiamma ,
e non combusta  la rozza mano ,
che s 'adopera  alla fattura. 
Così tal mi vedo,
nulla creo ma dalla carta tiro fuori 
quel che  nasconde .
Cesello i miei versi,
che veloci corrono 
In .libero andare 
l' un con l altro .
E s' uniscono in dolce 
melodia in melodiche 
strofe.
Oh mio dolce fiume 
del bel rimar,
mi sei conforto  in un mondo 
buio,
In giorni.pigri.
Come ribolle  il mio 
ardor fi far con l 'estro 
dato in culla ,
nuovi canti ,
di cordial natura
Corrado cioci
Poesia scritta il 13/11/2020 - 08:53Voto:  |  su 1 votanti  | 
	

Carla Vercelli  
 13/11/2020 - 18:47 
                        


