n° 3 (R/P)
Mi vergogno ad ammetterlo,
d’accordo comincio a tremare
quando spengo la luce
e mi ritrovo a pregare.
Non ho mai pensato che potesse
esistere qualcosa che non vedo,
eppure ti sto chiedendo di aiutarmi
Dio, se resti… stanotte ti credo.
Forse non ho il diritto
di chiederti niente,
ma guarda in che condizioni è il mio
cuore… ancora una volta sii paziente.
Una manciata di fotogrammi e l’eco lontana
della sua voce sono forse poco per amare
ma lei, la conosci bene
con i sentimenti non sa giocare.
Perciò dammi un pennello
perché io le disegni un sorriso,
la mano di Van Gogh affinché
un raggio di sole risplenda sul suo viso.
Ora che forse sta dormendo
sola con i suoi pensieri,
adesso che sono così triste e che
i pensieri miei precipitano come vuoti, leggeri
mentre la sua immagine schiude ali
di farfalla dentro di me è una voce sola:
nella notte statica turbata dall’onomatopea delle
ciglia “Almeno in sogno vienimi vicino, vola…”.
(1995)
Pensieri in punta di pennello
Una manciata di fotogrammi e l’eco
dei suoi pensieri sono il motivo per
il quale le disegnerò un sorriso
stanotte, che tanto le somiglia.
La sua anima schiuderà così
ali di farfalla nella notte
statica, turbata soltanto
dall’onomatopea delle ciglia.
- Amavo di lei i raggi di sole intrappolati tra le sue ciglia. Così a vent’anni scrissi di lei.
Di recente provai ancora a scrivere del ricordo di lei. Del minuscolo istante in cui se ne andò.
(Raccolta Prima- Come un aedo giunto alla sua ultima festa, Mirko D. Mastro)
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