Risvegliata dal letargo
Portava il simbolo di credo
Ed era unico nel suo essere
Portava delle ferite, 
avevano il sapore di essere state spogliate, 
e riviste alla luce
L'anima piangeva quando contemplava la sua essenza percepita così lontana, 
ma così vicino a lei
E come un albero così alto,
non raggiungibile con la mano
Il buon pensiero ci arrivava vicino, 
e lo sfiorava
L'autoironia sorgeva, 
E l'anima rideva,
crollando
Una piuma sfiorava il suo volto, 
L'anima godeva 
Il vento le accarezzava i capelli, 
e lei si faceva coccolare
Viveva tra istinti di gioia e di nulla essenza
Attimi di pura profondità e buio
Capace solo di vedere la notte, 
perchè lei era la luce
La stella vicino alle stelle 
Ammirevole Fiaccola 
Conduceva una vita a sua insaputa
in balia di emozioni, 
divenivano onde mangiatorie della sua stessa pelle
Amava all'infinito
senza pretese,
Perchè il suo amore
era il suo rischio
Vivido nel suo essere 
e nella sua autonomia 
L'anima vagava senza meta
testarda, talvolta, nelle sue non scelte
Comprendeva la sua fatica nel perseguire
Ma combatteva
Fino a quando il suo sentiero diveniva la sua gioia, 
Si lasciò condurre senza limiti
senza direzioni 
perchè capì il suo vero Valore
Poesia scritta il 09/12/2023 - 21:21Voto:  |  su 2 votanti  | 
	
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