Er santone indiano nun magna e beve da settant’anni,
porta sempre li stessi panni, nun cià affanni né malanni
e praticanno tutti li giorni la meditazzione
nun cià ‘r probblema de pranzo, cena e colazzione.
porta sempre li stessi panni, nun cià affanni né malanni
e praticanno tutti li giorni la meditazzione
nun cià ‘r probblema de pranzo, cena e colazzione.
Beato lui, noi pe' mette assieme sti tre pasti
semo costretti a fa certi sarti
e s’aritrovamo incazzati e guasti.
Ma er potere, penza, è così infame,
che si puro noi facessimo come er santone,
certo te ‘nventerebbe la tassa sulla fame,
E tra sti signori ce sarà sicuro un quarcuno
che spreme le meningi in modo inopportuno
pe' riuscì a lucrà puro sur diggiuno.

Letta n.1373 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Simpatica, allegra, molto realistica.


--------------------------------------
grazie sempre gentili!


--------------------------------------
bellissima poesia, son sicuro
che se dall'aereo scendesse tasserebbero
pure il santone
GIANCARLO Gravili

che se dall'aereo scendesse tasserebbero
pure il santone
GIANCARLO Gravili













--------------------------------------
inventeranno la tassa sul digiuno,bellissima e ironica,piaciuta,complimenti Paolo.







--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.