RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Une histoire perdue E finalmente un’altra notte di malinconia era passata.
Le prime luci dell’alba, entrate senza troppa timidezza nella stanza, l’avevano trovata già sveglia a riflettere su come silenzi ed ombre si fossero impadroniti delle ore della notte e avessero finalmente ricoperto le immagini che parlavano di lui. Adesso le vedeva per quelle che erano: soltanto illusioni. Le aveva custodite con particolare attenzione, ma ora non aveva più senso trattenerle, le avrebbe lasciate scivolare via, lontano dagli occhi e dalla mente, a liberarla da quella mancanza. La mano aperta a liberare sogni e desideri da quel consapevole precario equilibrio. Sapeva benissimo che la chiave dei pensieri di un uomo non si trova mai e ora non ambiva più ad addentrarsi in percorsi volutamente tortuosi, avvolti dalla nebbia dove ad ogni angolo avrebbe trovato ancora silenzi ed illusioni. Miraggi di sguardi, di emozioni e brividi erano ormai scivolati in quell’orizzonte lontano e intoccabile. Un naufragio lascia sem... (continua) ![]() ![]() ![]()
Uno scatto C'è tanto caldo dentro di lei da sopraffare i brividi che la neve, scivolata dal ramo dell'abete al di sopra dei suoi capelli, le lascia entrare nel corpo, solo per un attimo.
Si è trovata fuori dalla baita. Spinta dalla rabbia di un rifiuto, dalla paura di affondare in una pozza di tristezza, dal bisogno di non dover più esserci. All'inizio ha contato i passi, uno dopo l'altro. Si è fermata col respiro grosso e le mani gelide, si è toccata il viso. Scottava, quasi una bruciatura. Dietro di lei le orme, da non contare, da lasciare andare alla neve che continuava a scendere. Giulio, suo marito, è rimasto nella baita con loro figlio, Edoardo. Guardavano la tv, quando Giulio, leggendo un messaggio sul telefono, ha alzato lo sguardo verso di lei -Francesco è bloccato dalla neve, dice che è sulla strada principale e non può proseguire, forse tornerà indietro- -Ma non può venire a piedi? Perché deve tornare indietro?- le si strozza la voce in gola mentre si siede. -Sei matta! Saranno... (continua) ![]() ![]() ![]()
UNO STRANO INCONTRO A NATALE Era una serata come tante. Faceva un freddo micidiale, e qualche fiocco di neve cadeva, senza posarsi. Troppo freddo comunque, per starsene in giro, ma non era dell'umore per chiudersi in casa, a rimuginare, da solo. Era piuttosto tardi, ma il suo bar preferito era ancora aperto. Si coprì il volto, alzando di più il collo del cappotto, ed attraversò, il locale era proprio di fronte. Entrò a testa bassa, ordinò qualcosa da bere, e andò a sedersi, ad un tavolo in fondo. Quello era il suo posto, da lì aveva un'ampia visuale della gente che entrava ed usciva. Gli piaceva osservare la gente. Forse per via del suo lavoro. Estrasse dalla borsa il suo portatile, ed aprì il file su cui stava lavorando. Una pagina bianca. E il cursore che lampeggiava. Abbassò il monitor. Non riusciva a concentrasi, e quell'odioso cursore, gli ricordava che aveva il suo editore alle costole. E già, la scadenza era vicina, e a lui non veniva uno straccio d'idea. Intanto gli avevano portato da bere. Bevve un sorso... (continua)
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VACANZA CON SORPRESA! Eccola! Finalmente era arrivata, posteggiò il suo furgoncino e scese. Aprì il portabagagli, prese la sua sacca degli incensi e il borsone. Era ora di dare vita alla casa delle vacanze! Che bello, aveva l'accesso privato alla spiaggia! Già pregustava le cene intorno ai falò e il suono delle chitarre. Si ravvivò i capelli rossi e si apprestò ad entrare.
Adorava le auto sportive! La sua nuova spider era un un portento! Aveva affittato una casetta sulla spiaggia e già pregustava la quiete e il silenzio ideali per scrivere il suo ultimo romanzo. Non appena fermò la macchina, si accorse di un furgoncino blu dipinto con fiori rossi e gialli: che orrore! Quell'obbrobrio doveva sparire! Scese dalla macchina. Lisciò una piega sui suoi pantaloni bianchi di lino, sbottonò il primo bottone della camicia, e buttò la giacchetta su di una spalla, trattenendola con due dita. Estrasse le chiavi dalla tasca e andò ad aprire la porta. ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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Via da me -quanto lontano possiamo andare senza correre rischi?
-non esiste un luogo senza rischi amica mia, non con me. Rischiamo anche giardandoci così, rischoeremmo prendendo un caffe insieme o volando verso il mare come due cicogne. Finché ti avrò davanti sarai in pericolo. -ma cosa dici? -potrei colpirti, potrei farlo molto forte per renderti il favore. Da un secondo all'altro potresti avermi terribilmente vicino dovendo scegliere se fare un passo indietro o uno avanti. Sei in pericolo per le sensazioni che potresti accettare di sentire, lo saresti per tutte le cose che mi vorrai confessare, sarai in pericolo perché priva di tutti i segreti che rendono solida la tua mente e il tuo cuore, sarai fragile nelle mie mani. E allora se ti fidi di me, corri i rischi, seguimi, vivi una vita piena di pericoli, ma una vita emozionante, che forse solo alla fine ti farà del male. Saremo sospesi su un filo tra siepi di rose.... (continua) ![]() ![]() ![]()
VIAGGIO DI LAVORO La porta si stava per chiudere, tutto era pronto per il suo viaggio.
Dopo tanto tempo, aveva tirato fuori la sua valigia, lasciata ferma per il lockdown. Due gocce di profumo sul collo facevano sentire un profumo fresco e avvolgente. La chiave che chiudeva la porta e il suo sguardo misto tra adrenalina e anche tristezza, facevano capire che partire non era stata una sua scelta. Avrebbe lasciato la sua città per lavoro, un appuntamento venuto all' ultimo minuto, a cui non potere dire di no. Doveva sostituire un collega, fermo per malattia. Così dopo aver tirato su la cerniera del giubbotto per il freddo che iniziava a farsi sentire, si avviò verso l' auto. Erano le 6.00 del mattino, doveva raggiungere il suo caporeparto per poi guidare insieme a lui, dodici ore con la macchina aziendale, destinazione Olanda. Ore 6.30 del mattino, vicino casa sua, una ragazza guardava il telefono.. Non aveva dormito molto. Sapeva che lui stava partendo, dopo due anni passati se... (continua) ![]() ![]() ![]()
Viaggio di Nozze Il treno correva via veloce, veloce come un treno di quell’epoca poteva correre, si era nel novembre del 1896. Fine secolo ormai poteva dirsi, ma nuovo inizio per Rachele; si era da poco sposata, giusto due giorni prima, là a Valli dei Signori ed ora stava facendo il suo viaggio di nozze. Erano diretti, Rachele e Pietro Giovanni a Mira dal fratello di lui Giuseppe Emilio che si era sposato un paio di anni prima con Luigia, vezzosa e giovane figlia del borghese benestante Giuseppe e di Caterina che discendeva da una nobile famiglia veneziana: i Pisani. Pietro Giovanni non aveva mai preso il treno, mai era sceso dalla sua contrada, se non per andare a qualche fiera assieme al suo futuro suocero che di mestiere faceva il mediatore, nonché commerciante di bestiame. Incollato al finestrino, sgranava gli occhi a vedere come i campi e le case sembravano sfrecciare via. Rachele sorrideva divertita, lei quella tratta l’aveva fatta per quasi dieci anni, era stato infatti nel 1884 che suo padre ... (continua)
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VIAGGIO DI RITORNO VIAGGIO DI RITORNO
Marta camminava lentamente e con aria sognante tra le strade di Noto colme di sole e dava l’impressione che, durante il tragitto, ammirasse le scalinate in pietra, le piazze, le chiese e i palazzi che incontrava. In realtà l’ariosa scenografia urbana barocca, faceva da sfondo alla fantasia della giovane ragazza che col suo amato violino a tracolla, seguiva pensieri e suggestioni della sua età, vissuta intensamente per la sua natura sensibile e artistica che quasi la proiettava in una dimensione non reale, tutta sua, fatta di musica e di emozioni. Essa si recava dal maestro di musica, un severo musicista ormai in pensione. Sua madre Gloria l’aveva spinta a prendere lezioni , accorgendosi della tristezza in cui sua era sprofondata sua figlia dopo la morte del marito Corrado Montedoro, di illustre casato locale. ![]() ![]() ![]()
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