RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

L'immortale Seconda parte


Mi risvegliai nello stesso letto e nella stessa solita stanza
che sembrava una camera di ospedale. Nella sorpresa, sorrisi
anche, ecco era stato un sogno, strano, vivido, ma solo un
sogno. Poi, non so cosa me lo fece pensare, pensai che non
era così. Non era affatto un sogno. Né quella stanza, né la mia
morte, né tutto ciò che avevo vissuto. Sentivo ancora il dolore
della lancia che mi squarciava il cuore, ricordavo benissimo ogni
singolo maledetto momento di quell'agonia e di tutto ciò che
l'aveva preceduta! Quindi era un incubo, ma venni scosso dalla
solita voce robotica.
— Sei in grado di intendere? Mi disse come la prima volta.
Di nuovo? Risposi.
— Sono in attesa di richieste.
Ma come mai ritrovo di nuovo qui?
— Sono in attesa di richieste.
Voglio sapere cosa è successo!
— Sono in attesa di richieste.
Voglio una pistola colt 357 magnum, modello 1980, canna da tre
pollici, modello export! Chiesi, sempre urlando.
La dettagliai come avevo dovuto fare la prima volta ... (continua)

Savino Spina 28/06/2016 - 00:50
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L'immortale Terza parte


Come ulteriore precauzione, ultimato il
tetto con tegole di legno, lo coprii di un leggero strato di terra su
cui adagiai delle zolle di terra ed erba sperando che attecchissero.
Allargai la "cintura" delle mine antiuomo ad oltre 500
metri di raggio dalla casa stessa e circa dieci metri prima
di ogni mina, misi dei teschi di animali su dei pali, come a dire,
vai avanti a tuo rischio e pericolo. Giusto per un residuo di un
piccolissimo scrupolo. In prossimità del torrente più a valle
trovai delle specie di bambù, delle grosse canne di palude, ma
molto grosse; me ne feci bicchieri e contenitori di tutti i tipi,
ma anche tubature per ricevere l'acqua direttamente in
casa dal torrente: fu un impianto decisamente artigianale
e di cui avrei dovuto cambiare diversi pezzi man mano
che si corrodevano le canne, ma vi assicuro che farmi
una vera e propria doccia dopo quattro mesi di quella
vita fu una esperienza esaltante! Ormai ero ben piazzato.
Sotto la piattaforma sca... (continua)

Savino Spina 30/06/2016 - 16:21
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L'importanza dello studio


Se io avrei avuto una i struzione
più meglio, sarebbi diventato
uno scritore di urlo, ma pur tropo
o' studiato fino alle alimentari
e non o'piu' pottuto fare le
squole superiori.
Ciò mi ha creato inevitabilmente
una discrasia didattico cognitiva
multidisciplinare propedeutica
ad una istanza psicopedagogica
con indirizzo montessoriano
enucleata altresi da un contesto
socioculturale fortemente
degradato degno del peggiore
"minculpop" di mussoliniana
memoria!... (continua)

Ferruccio Frontini 21/05/2016 - 07:45
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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La caduta


Che sollazzo, che goduria
sono andato su in Manciuria
con i guanti sulle mani e
un disco degli Intillimani

c'era un tizio, foto in man
di suo nonno Gengis Kan
mi ha mostrato il suo cavallo
ma che bello !
un vero sballo

son salito sulla groppa
poi un bel giro nella steppa
la mia foga è stata troppa
son caduto, ohi ohi, la peppa

sono andato in ospedale
con un polso messo male
la frattura del perone
ed un bozzo sul tallone

mi han dimesso dopo un mese
con un gesso e un po' di spese
era meglio, che cretino
... far sei giorni sul Cervino... (continua)


Ferruccio Frontini 28/02/2022 - 06:54
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LA CASA DEGLI SPECCHI


<< Lei non ci crede, ma vedrà vedrà! Ah, se se vedrà!>> urlò il vecchio alla sua schiena, ma lui era già lontano. Certo che non ci credeva, lui credeva solo a quello che vedeva, certe stupide credenze le lasciava alle donnette di paese! Aveva scelto quella casa perché era isolata e grande e poi perché gli piacevano le case antiche, le superstizioni le lasciava volentieri agli altri. Salì in macchina e partì, era ora di andare a vedere la sua nuova casa.
Effettivamente era isolata e questo giocava a suo favore, non aveva voglia di vedere nessuno, aveva scelto quel luogo non certo per fare vita sociale, ma proprio per poter raccogliere i cocci della sua vita. L'edifizio era in mattoni e una veranda gli correva tutt'intorno. C'era anche un portico. Sì, gli piaceva. Era ciò che cercava, prese le valige e le portò dentro, anche l'interno era bello, i mobili erano quelli originali. Andò in cucina e si versò un po' d'acqua era l'ora di prendere le sue pillole. Ma come era success... (continua)

Marirosa Tomaselli 08/09/2015 - 12:07
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La casa di Elisabeth


Capitolo I Monroe

Un velo notturno appariva all'orizzonte delineando indefinite ombre che scolpivano i tetti
creando un unico colore con il verde brunito delle colline.
Qualche casa guardava l'oceano sfogare il suo cupo impeto sulle scogliere e il panorama andava a degradare gradualmente ai margini d'una baia che era un porto naturale per molte imbarcazioni.
Quelle costruzioni davano l'impressione d'essere poste a guardia di remoti pericoli provenienti dal mare e il faro, arrampicato sulla punta del promontorio, illuminava le tempestose serate come ultimo baluardo delle terre abitate messo lì da una mano divina.
Spesso il vento del nord spirava così forte da sospingere fin sulla strada, che costeggiava il dirupo, alti spruzzi di spuma bianca con maestosi salti sul mare agitato.
Un poeta avrebbe definito quel paesaggio come una rara panacea per la propria scrittura.

«Aria fresca della sera che l'anima inviti a rimaner chiusa in se stessa,
in attesa di calde giornate che mai... (continua)


Jean Charles G. 17/05/2022 - 19:56
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La casa di Elisabeth ultimi capitoli


Cap. X Si torna a casa

Elisabeth, immersa nei ricordi, non aveva visto i primi cenni del crepuscolo e quella aria scura di colpo l’aveva riportata nell’incertezza più totale.

La sera mostrava le sue prime ombre e la confusione aumentava nella testa.

«Mi dicesti, padre di cercare il mare ma di non seguirlo, perché?
E qual è mai la ragione o la follia che s’è impadronita di me e sto forse sognando e il tuo libro m’ha resa prigioniera per sempre. Vorrei svegliarmi da quest’incubo ma non so come fare, cosa posso fare
padre?
Sì, torno a casa, sì, farò proprio così»

Percorse la strada che separava la cittadina dal porto senza badare o pensare a nulla, il desiderio era solo quello di rientrare in casa, magari quel sogno angosciante sarebbe terminato.
Una fioca e giallognola luce s'intravedeva dalle finestre….
Il timore la fece avvicinare con “discrezione” alla porta.
Sulla porta un’incisione: “Mr H. Hamilton”

«Ma questa è la mia casa? O mio Dio perché?»

Non sembrava... (continua)


Jean Charles G. 23/05/2022 - 09:32
commenti 8 - Numero letture:508

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