RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
La Fattoria Il mio nome è Giovanni, ho dieci anni; un giorno sono andato a trovare lo zio Alberto che abita in campagna, vive in una fattoria con tutta la famiglia, ci sono andato in macchina con papà, si trovava a passare da quelle parti e ne ho approfittato. Ho portato con me anche il mio cane, “ Briciola”, l’ho chiamato chiama Briciola perché non è molto grande, e di una razza strana, di colore marroncino chiaro, quelli che somigliano alle volpi. Briciola e un cane molto attivo, ed è per questo che è sempre in guerra con tutti gatti del quartiere. Poveri gatti, pensavo, immaginando la scena, che senza fiato che cercano disperatamente di mettersi in salvo. Mentre fantasticavo queste scene di caccia, senza che io me ne rendessi conto giungemmo alla nostra meta, la fattoria, sono sceso dalla macchina, e mentre lo zio mi veniva incontro, mio padre ripartiva salutandolo; e con un gesto d’intesa gli fece capire, che sarebbe passato a riprendermi nel primo pomeriggio. (a, quasi dimenticavo lo zio è... (continua)
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La finestra sul giardino La mia casa ha un’ampia finestra che si affaccia sul giardino. Questa finestra è speciale.
E’ un’oasi di pace e di bellezza, ornata da graziosi fiori sul davanzale, dove non di rado si fermano lievi e gai merli canterini. Quando mi siedo ad osservarla, il tempo si ferma e la mia anima inizia a volteggiare, immaginando posti che mi piacerebbe visitare e situazioni che vorrei vivere. La mia finestra sul giardino è il lasciapassare verso un mondo incantato, dove lo sguardo e la mente trovano riposo e dove riscopro la mia vera me. Per questo sono grata ogni giorno alla mia finestra sul giardino.... (continua) ![]() ![]() ![]()
La mano che scrive -Sulla strada ferrata di ritorno dall’Alabama
A Finch -Chattanooga, Tennessee Chiude il pc la mano con la penna -Terminal station, Chattanooga Trascorrerà alcune ore in una ex stazione ferroviaria convertita a hotel. ![]() ![]() ![]()
La speranza della trasparenza Ultimamente non faceva altro che fissare quello stupido anello comprato da un semplice sito internet a bassissimo prezzo come sfizio per natale;una delle tante cianfrusaglie acquistate per quell'anno da regalare a sé stessa.
Questo anello aveva una semplice pietra ovale e liscia incastonata nel cerchio e la descrizione di questo prodotto in quel sito d'acquisto diceva che la pietra cambiava colore in base allo stato d'animo della persona che lo avrebbe indossato:dal colore più scuro di una tonalità violacea mischiato a un blu notte al diventare chiaro trasparente ovvero dall'essere molto arrabbiati al diventare felici e sereni solo che purtroppo la trasparenza di quell'anello non l'aveva ancora mai vista dal giorno in cui lo indossò la prima volta, ed erano passate settimane. Nell'ultimo periodo effettivamente aveva l'umore mutevole :viveva ogni singolo giorno con diecimila sensazioni ma finiva sempre col passare dall'essere delusa all'essere arrabbiata o addirittura triste anche s... (continua) ![]() ![]() ![]()
La vita è una scena di prosa Mi riporta nella sala il rumore della pellicola che striscia sul bordo della bobina, resta solo l’odore tostato del cinema e sullo schermo il peso del titolo
La vita è una scena dove qualcuno ancora interpreta se stesso In platea più nessuno, e forse continuo a farmi del male.
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Le chiavi di casa Meravigliosa confusione!
Non comprendo cosa stia accadendo giusto ad un battito d’ali dal mio cuore. Cos'è questo parlare che sento dappresso? Io sono sicura di me, ma non ho più pane sulla mia tavola. Le strade le conosco, ma ora son coperte dalla polvere finissima del tuo non dire. Serve che io ti parli ancora d'amore, o di come ho perso le chiavi di casa?... (continua) ![]() ![]() ![]()
Le notti di D. sfumano su quelle di Elisa Un azzeccagarbugli le dà la parola
<Lui consumava le ore a scrivere le notti; non mi restava che trascorrerle negli occhi della gatta dalla casa dirimpetto, sola al poggiolo>. Fino ad allora come dentro a un film muto, da dietro il cappellaccio di pannolenci sugli occhi a diradar la bruma "Scrivevo per asciugarle il pianto nelle notti di ore cadute. Mi accorsi, cadde in una di quelle qualcosa. Portò con sé la gatta come fosse rugiada, arruffata una lacrima". Di lei la nuca color della ruggine, lui seguendo la Montblanc con lo sguardo patinato come la carta "Cosa scrive avvocato, se posso chiedere...". <<Non tornerà la gatta>>
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LE PATURNIE DEL GREEN La saga del green è iniziata nei lontani anni ottanta del secolo scorso, quando dal parlamento europeo iniziarono a sfornare leggi “lunari”, dalle “quote latte” che hanno distrutto il tessuto economico basato sull’iniziativa individuale, poi con la chiusura di zuccherifici importanti perché le bietole dovevano essere coltivate all’estero e non in Italia, per non parlare del divieto di tagliare alberi nell’alveo dei fiumi (stiamo vedendone le conseguenze ora con catastrofiche alluvioni ….).
Ciliegina sulla torta le leggi sulla misura delle cozze, sulla curvatura dei cetrioli, sul il diametro dei piselli e il divieto di accendere le stufe a legna, per rovinare completamente l’economia. E ora l’obbligo di acquistare auto elettriche senza che ci siano colonnine di ricarica (si vedono già auto bloccate in mezzo alla strada per mancanza di energia, con l’intervento obbligatorio del carro attrezzi (così si crea lavoro … )!... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Loro continuavano Aprivo gli occhi.
Erano le tre passate. Ero a letto da circa tre ore, ero stanco, volevo dormire. I miei pensieri non smettevano di tormentarmi. Mi perseguitavano, non mi mollavano. Li pregavo di andarsene, provavo a spiegare loro che al mio risveglio mi aspettava una giornata lunga e impegnativa, che avrei avuto tempo da dedicar loro la notte successiva, ma niente. Inarrestabili loro continuavano. Scorrevano nella mia mente come un fiume in piena. Si materializzavano come ombre nel soffitto, allungandosi e contraendosi ad ogni mio respiro. Non c'era modo di arrestarli. Ero quasi sicuro che il mio corpo, la mia mente fossero cose completamente staccate dai miei pensieri. La mia testa implorava pietà. La giornata era stata lunga ed ero stanco. Niente. Loro continuavano. Pensavo che mi odiassero, non farmi dormire, come volessero punirmi di qualcosa. Vagavano dal futuro incerto che mi aspettava, ai miei ricordi del passato che sinceramente pensavo di aver dimenticato, di ... (continua) ![]() ![]() ![]()
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