RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

la lingua e come un timone


Quante volte e capitato di dire cose che non pensavamo! O di parlare senza ascoltare… magari alzando anche il tono della voce. Tutti noi dobbiamo onestamente ammettere, che si deve fare un vero sforzo per controllare la nostra lingua.
Si, la lingua è un organo prezioso che ci permette di parlare, ma che spesso viene usata male. Molti se ne servono per mentire, calunniare, rovinare la reputazione.
Morte e vita sono in potere della lingua,... spesso fa sentire la sua presenza, e influenza vantandosi di grandi cose, sia nel bene che nel male.
La lingua e come un piccolo fuoco, che se, è alimentata da impulso come ira, odio, eccetera… ha la capacità di provocare indicibile danno... basta una scintilla per incendiare una foresta. Ma come può un piccolo membro fare così tanti danni, o spegnere un incendio?
Immaginiamo una nave: lei è soggetta alla forza di venti e onde impetuose! eppure non sono queste forze potenti a determinare la rotta della nave, ma: è la posizione del... (continua)

donato mineccia 21/08/2016 - 19:56
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La barba attraverso la pietra


Non vi è nulla di geniale che sia inventato: esso deriva piuttosto dall’ispirazione. Il bambino è geniale per natura: conserva memoria dell'origine, che si perde non solo con il tempo, ma anche attraverso di esso.
Geniale è l’osservazione che vede la barba di Barbarossa crescere attraverso il tavolo. Accade fin tanto che l’imperatore sogna. Egli si desta, appare nel tempo quando la barba tocca ormai il pavimento. La lancetta ha compiuto il suo giro, la campana rintocca.
Nel mondo in cui la forbice non taglia, la barba può crescere anche attraverso la pietra.

© Paolo Melandri (24. 2. 2022)... (continua)


Paolo Melandri 24/02/2022 - 12:21
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La botte di Diogene


Esco dall’università con la mente talmente in effervescenza che il mio corpo non riesce a contenerla. L’intuizione di qualcosa di non ancora ben precisato è una scossa di adrenalina, come se mi avessero consegnato le chiavi dell’universo.
Cammino velocemente al ritmo incalzante dei pensieri germinati in quell’ora di lezione su Diogene.
L’avevo già studiato di sfuggita al liceo, come filosofo minore, ma non lo avevo mai considerato veramente se non all’ombra di Platone e Aristotele.
Eppure oggi qualcosa mi ha colpito. Di solito si sente parlare di cinismo in termini dispregiativi, quando non viene sventolato come un vestito alla moda. Come al solito i concetti filosofici ridotti ad uso e consumo della massa perdono di profondità. Rimane solo ciò che fa clamore.

I miei passi rimbombano sul marciapiede, confusi a quelli di altri passanti che di fretta si rifugiano in un negozio piuttosto che in un altro. E’ la vigilia di Natale. La festa dei regali sta per arrivare e l’abbondanza s... (continua)


Cristina T 24/03/2024 - 18:32
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La Cala del Leone


Ricordo nove anni fa, in un giorno d'aprile come questo, scendevo le scale di legno fissate nella roccia tenendo un'altra mano. Facevo strada, con passi lenti e pieni di adrenalina, a lei che quel sentiero tra gli alberi non lo aveva mai calcato. Finito il boschetto, la piccola spiaggia incastrata in una gola tra due monti veniva morsa violentemente davanti a noi dalle onde di un mare brutale. Io, che venivo da una città di porto, credevo di conoscere il suo ritmo. Proposi allora di aspettare la sfuriata delle onde più grandi per poi saltare dallo scoglio sulla rena quando sarebbe stato il turno di quelle meno violente. Le studiavo, uno, due, tre, quattro grandi. Cinque, sei, fino ad arrivare a dieci piccole. Dopo qualche minuto di contemplazione decisi fosse questo il piano: al mio quattro saremmo saltati e il tempo fino al prossimo ruggito di schiuma ci sarebbe bastato per superare a corsa il tratto di spiaggia più stretta. Uno, due, tre, quattro, saltammo. A metà corsa mi accorsi ch... (continua)

Ernest Eden 23/04/2019 - 20:56
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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La casa di Nazareth


Nicolino era un ragazzino, diligente, simpatico così come ce ne sono tanti.
Ogni mattina sua madre lo accompagnava a scuola ed all’uscita lo andava a riprendere.
Tornati a casa, sganciava lo zainetto dalle spalle e arrivava in cucina . Mentre la madre finiva di mettere in tavola le ultime cose,mosso dalla fame e dalla curiosità, scoperchiava la pentola ed esclamava:
‘’Che schifo! Mamma ! lo sai che la pasta con i fagioli non mi piace’’.
‘’Bene! La mangerai lo stesso’’.Rispondeva la mamma.
Il giorno dopo stessa ed identica storia, ma questa volta erano pasta e piselli.
Stessa imprecazione, stessa risposta da parte della madre.
Questa situazione, per la mamma cominciava a diventare un problema educativo , aveva provato, in vari modi, a far capire al figlio che il cibo non va disprezzato, anzi, ma non aveva ottenuto grandi risultati.
Allora pensò che gli occorresse l’ esempio di una realtà un po’ diversa da quella di cui godeva , e così un giorno lo portò con sé nella mensa de... (continua)

santa scardino 09/05/2020 - 19:03
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La cena è in tavola


La fiamma della candela sul tavolo della cena sussultò lentamente quando uno stormo di condor da ricognizione tuonarono nel cielo grigio di guerra.
Il bunker era sicuro, ben nascosto e neppure i missili di nuova generazione avrebbero scalfito le pareti di quella fortezza sotterranea, ma Seta in cuor suo sentiva un senso d'angoscia profondo quando la sera si avvicinava e il resto della famiglia non era ancora rientrato.
Suo padre, un ingegnere della centrale elettrica della città, adesso vagava da un negozio all'altro vendendo quelle poche cose scampate ai primi bombardamenti e facendo consulenze saltuarie per l'esercito.
Suo fratello, più piccolo di lei di due anni, seguiva il padre dappertutto. La notte, quando gli spari erano così vicini da sentirne l'eco espandersi nell'aria chiamava la madre, morta a causa di un proiettile vagante sparato dal fuoco amico.
I proiettili non hanno schieramenti, uccidono tutto ciò che trovano sulla loro traiettoria.
Si stava facendo tardi, la cen... (continua)

Marco Mitidieri 17/01/2023 - 14:54
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La cinquina


“Cinquantotto…”
Anche oggi, Carla è arrivata in anticipo, ed ha preso le cartelle migliori. Quando la accompagnano sempre così, se deve prendere l’autobus invece, le capita anche di mancare uno o due giocate.
Gli è rimasta questa, di soddisfazione; d’altra parte vita grama, da quando è entrata per così dire nella numerosa famiglia del marito.
“Trentadue... ”
Le sembrava che tutto scorresse per il meglio. Certo, entrare in una famiglia con i suoceri e due zie non le hanno mai fatto balenare in mente di mettersi in un guaio. Non fece neanche, al marito, la richiesta di separarsi dalla famiglia di origine. E si che le premesse c’erano tutte per spingere in quel senso, ma lei ha adottato nel tempo la filosofia del “tira a campare” senza voler influenzare il corso della sua vita.
Era abituata a un altro tipo di famiglia, e pensava che tutte le famiglie dovessero essere un po’ simili alla sua di origine.
“Quindici…”
Magari pensava che con la nascita delle figlie, a breve distanza l’u... (continua)

Beppe Billi 08/10/2018 - 08:29
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La Compagna


La Compagna che da tempo condivide la mia vita si chiama Depressione;
la sua è una presenza silenziosa ma inesorabile... è assidua, costante e nn ti lascia mai solo.
Solo lo diventi però,
perché ti costringe ad abbandonare chiunque faccia parte della tua vita, della tua mente e del tuo cuore.
La depressione è una lotta feroce e continua fra corpo e anima
e mentre l'uno combatte per sopravvivere
l'altra vorrebbe solo spegnersi.
La depressione annulla il senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri, ribalta i valori,quelli veri e ti
regala una sconfinata apatia richiudendoti nei giardini del silenzio.
La depressione ti concede di poterla riconoscere quando ormai non riesci più a liberartene
in un gioco di perversa dipendenza;
ti fa' preferire il buio della notte
alla luce del giorno
perché quando il giorno nasce
tu ricominci a morire.
E alla fine ti convince che la vita che ti è stata donata non è poi così meritevole di essere vissuta; ed è da quel momento ch... (continua)

MAURIZIO R. MASSARI 28/10/2022 - 21:43
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