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La casa di Nazareth

Nicolino era un ragazzino, diligente, simpatico così come ce ne sono tanti.
Ogni mattina sua madre lo accompagnava a scuola ed all’uscita lo andava a riprendere.
Tornati a casa, sganciava lo zainetto dalle spalle e arrivava in cucina . Mentre la madre finiva di mettere in tavola le ultime cose,mosso dalla fame e dalla curiosità, scoperchiava la pentola ed esclamava:
‘’Che schifo! Mamma ! lo sai che la pasta con i fagioli non mi piace’’.
‘’Bene! La mangerai lo stesso’’.Rispondeva la mamma.
Il giorno dopo stessa ed identica storia, ma questa volta erano pasta e piselli.
Stessa imprecazione, stessa risposta da parte della madre.
Questa situazione, per la mamma cominciava a diventare un problema educativo , aveva provato, in vari modi, a far capire al figlio che il cibo non va disprezzato, anzi, ma non aveva ottenuto grandi risultati.
Allora pensò che gli occorresse l’ esempio di una realtà un po’ diversa da quella di cui godeva , e così un giorno lo portò con sé nella mensa dei poveri in cui lei insieme alle sue amiche, andava una volta alla settimana per aiutare il parroco.
Tornando a casa, Nicolino commentò dicendo che quelle persone non si lamentavano perché non avevano scelta, per cui mangiavano ciò che offriva il convento.
Anche questo tentativo era miseramente fallito, ma la mamma non si arrese.
Una domenica mattina, prese uno scatolone pieno di cose buone da mangiare e con la scusa di farsi aiutare lo convinse ad accompagnarla.
‘’’’Mamma dove andiamo?’’’
‘’ Non ti preoccupare, vedrai, ti piacerà’’. Fu la risposta.
Dopo un’oretta di macchina arrivarono in un paesino dell’alto casertano, esattamente nel cortile di una palazzina che ospitava una ‘casa famiglia’ chiamata ‘’La casa di Nazareth’.
Appena entrarono nel cortile, arrivarono un gruppo di ragazzi di diverse età compreso una bambina piuttosto piccola, che appena li vide gli corse incontro e li baciò, mentre gli altri salutarono mostrando gioia ed allegria.
Nicolino, stava un passo dietro la mamma e mostrava tutto il suo imbarazzo. Non conosceva quelle persone, non sapeva chi fossero né perché sua madre lo avesse portato lì.
All’inizio aveva pensato che fosse un collegio, poi la mamma insieme al sacerdote che li accudiva, iniziò a presentarli al figlio uno per uno, iniziando dalla più piccolina.
Lei è Francesca, è qui da un anno, da quando sua madre è morta e suo padre non si sa chi sia.
Lui è Fabio, è qui da tre anni, da quando il suo papà è in carcere e sua madre dovendo lavorare tutto il giorno non può badare a lui.
Lei invece è Cristina, è qui più o meno da quando c’è Fabio, perché i suoi genitori sono in una comunità per guarire dalla droga.
Dopo aver finito con le presentazioni, chiese al figlio di aiutarla a prendere le buste dalla macchina.
A questo punto, Fabio si offrì di aiutarlo ed insieme andarono nella dispensa a sistemare le varie cose che avevano portato.
Dal quel giorno Nicolino chiese sempre più spesso alla mamma ti accompagnarla nelle sue visite alla ‘Casa di Nazaret’, e dopo qualche mese era diventato l’amico di tutti, condivideva con loro tutto ciò che poteva, compreso telefonate e messaggini.
E quando tornava a casa dalla scuola,non si lamentava più di ciò che trovava per pranzo, anzi pensava di essere un ragazzino fortunato.



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Racconto scritto il 09/05/2020 - 19:03
Da santa scardino
Letta n.809 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Molto bello ed attuale.

Antonio Girardi 11/05/2020 - 11:42

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Santa
ho letto poco fa il tuo racconto ed ho letto un pò di tutti noi. un pò di nostri figli, un pò dei nostri genitori
già, il nostro ruolo è fondamentale
ma difficile, Dio sa quanto sia difficile
abbiamo figli fortunati e siamo genitori fortunati...ma nulla è scontato

laisa azzurra 10/05/2020 - 17:04

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Io credo che ogni insegnamento sia essenziale per la crescita interiore del bambino...ma i bravi insegnanti/genitori devono trasmettere amore per farsi ascoltare, base su cui si fonda l'insegnamento...amore e dimostrazione, non parole!
Bel racconto Santa

Margherita Pisano 10/05/2020 - 15:39

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Vale di più un’esperienza formativa di tanti insegnamenti verbali! Buona domenica Santa

Anna Maria Foglia 10/05/2020 - 10:37

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Veramente brava Santa,il vizio di Nicolino è comune a molti bambini, perciò il tuo racconto è molto educativo e certamente utile a tante mamme. Un bel regalo considerando questo giorno speciale.

mare blu 10/05/2020 - 09:57

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Un bellissimo racconto che mette in risalto il ruolo importante che hanno i genitori nella società nell'impartire la educazione ai propri figli. Complimenti

Francesco Scolaro 10/05/2020 - 09:51

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Un racconto interessante ben scritto e soprattutto molto istruttivo che andrebbe letto da tutti, nessun escluso!

Maria Luisa Bandiera 10/05/2020 - 07:45

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Mi è tanto piaciuto...tutte le "case di Nazareth" dovrebbero avere Nicolino e la sua mamma. Complimenti

Mirko D. Mastro(Poeta) 10/05/2020 - 06:49

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Si, ci sono ancora le Case di Nazareth. Per chi va a fare beneficenza è un sollievo dello spirito. Per chi viene soccorso è ambiente in cui viene curata la dignità d’esistenza. Nicolino non poteva capitare in un luogo migliore per ‘capire’. Complimenti.

Ernesto D’Onise 09/05/2020 - 22:33

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Ben strutturati i dialoghi, il rapporto/confronto madre & figlio viene gestito con un adeguato periodare, sicuramente l'autrice si è ispirata a persone realmente esistenti e per di più a quegli enti che si prodigano ad aiutare il prossimo.
In conclusione il racconto si adatta ad un lettore di ogni età, con il vantaggio di tutta la forza e il bene che emana. Proporrei di pubblicarlo su Famiglia Cristiana o in una qualche rivista che tratta questa tipologia di argomenti.
Bene e brava!

Giuseppe Scilipoti 09/05/2020 - 21:13

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Un componimento che senz'altro espande il cuore e apre la mente, è bello nonchè gratificante constatare che il Nicolino della situazione arriva finalmente a capire che esistono realtà non facili, riesce perciò a integrarsi e provare empatia con i coetanei più bisognosi oltre a disintegrare la barriera della "schifiltoseria."

Giuseppe Scilipoti 09/05/2020 - 21:11

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Bel racconto, non si limita sul sociale o sul comparto educativo oppure sul classico/banale "O mangi la minestra o salti dalla finestra", difatti il testo riesce a produrre una morale molto ampia, sulla schematicità di alcune nostre abitudini di vita e sui vizi che ne comportano. Rientro senz'altro io visto che ad esempio col cibo sono assai schizzinoso però... la pasta coi facioli (come la chiamano a Roma) l'adoro!
(segue disamina)

Giuseppe Scilipoti 09/05/2020 - 21:10

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Bel racconto, molto educativo. Da far leggere a molti dei nostri ragazzini viziati. Brava santa!...ciao.

Giacomo C. Collins 09/05/2020 - 19:35

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