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Nati d'aprile

Nati d’aprile
fratelli del glicine e del vento
con quei sorrisi dolcissimi
fioriture improvvise di parole sussurrate
folgori
temporali covati nei cumuli di cieli
limpidi
e poi ancora a spiovere, sorrisi
disorientanti
le bussole e il cuore
nelle costellazioni dei testardi
e nei gironi degli amanti
teneri e crudeli


capitani coraggiosi
d’aliscafi quotidiani,
d’incontri assedi bollenti,
pervicacemente fedeli


pronti a dimezzarsi l’età
o ad aumentarla per saggezza
per seduzione per vanità
per stranezza


comunque pronti
a scontare gli istinti passionali
mettendo le mani in nidi di vespe,
a rapirmi, Galatea,
da valve di gelati
e scorza dura
la loro, la mia


se non li avessi già così
li inventerei,
così sensuali
da accendere i muri e i prati
di colori purpurei e i laghi di frangenti
centrifughi, quasi fluviali
nei discorsi e nell’amore
mai e poi mai uguali


se non li avessi li inventerei
tali e quali,
nati d’aprile, gli uomini miei.



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Poesia scritta il 16/04/2024 - 18:46
Da Carla Vercelli
Letta n.519 volte.
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Commenti


Ho visto la Signora Aprile portare i narcisi,
portare l’erba tenera
e la dolce tiepida pioggia di aprile.
(John Masefield)

Francesco Cau 17/04/2024 - 08:02

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