RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Tattiche di guerra

L'estate del '42 vedeva davanti al Don le truppe italiane e sovietiche mentre lui, con la sua famiglia, si aggirava incurante nella notte calda tra le sterpaglie che costeggiavano il grande fiume.

I turni di guardia dei soldati italiani consistevano nel controllo dei sentieri che permettevano di accedere all'accampamento nel timore che qualche azione russa potesse essere fatta di sorpresa.
Il buio intenso della steppa necessitava, più che l'aguzzare la vista, nel tendere le orecchie alla ricerca di suoni ai quali intimare “l'altolà”.
I soldati italiani di guardia avevano l'abitudine di mettere delle gavette, che usavano per il rancio, lungo i sentieri perchè, in caso di inciampo da parte di qualcuno, il rumore fosse evidente.
Quella sera il soldato di guardia aveva messo la sua gavetta ad usbergo del sentierone principale che dall'accampamento portava al fiume con aggiunta di altro materiale di inciampo.

Lui, con il suo gruppetto familiare, incappò nella trappola tesa. Non ri... (continua)


Glauco Ballantini 29/06/2020 - 08:00
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Ermellina P.

Scappata dalla lucchesia cattolica e conservatrice arrivò nella Livorno atea e comunista dei primi anni settanta ad insegnare italiano nelle modernissime scuole medie Mazzini da poco costruite, con i deflettori al posto delle tende, la palestra seminterrata e l’ampio cortile avvolgente dove fare ginnastica nei primaverili giorni soleggiati.
Nelle terze classi, grazie al preside, introdusse la lettura del quotidiano un giorno alla settimana ed iniziò a parlare di argomenti sociali negli anni che annunciavano quelli “di piombo”.
Una scuola nuova nelle strutture doveva esserlo anche nei suoi contenuti.
L’italiano era solo un pretesto per farci ragionare con la nostra testa.
“…perché Pascoli ha scritto anche brutte poesie!”
Grazie Professoressa!... (continua)

Glauco Ballantini 22/09/2021 - 09:24
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Appello!

Per tre anni di scuole medie l’appello era una litania, un laico rosario con il quale cominciava la mattinata.
Durante i tre anni il solito elenco e nessuna bocciatura o ingresso di nuovi alunni.
Allora eccoli di nuovo in rigido ordine alfabetico, per non dimenticare nessuno.
Io ero prima dei fratelli, dopo le lunghe leve del Bechi.

Abbati - Il compagno di banco di due anni su tre. Andavo a casa sua per la lezione, ma anche nel suo cortile a giocare a pallone. Per porte due saracinesche all’inizio della strada condominiale che nessuno rivendicava, l’ideale le tirarci le pallonate. E poi ai pratini della stazione con le porte costituite da giacchetti, o se meglio capitava, da un tronco di un albero… o entrambi. Un palo un albero, l’altro il giacchetto. Una volta mi tagliai un ginocchio su quei pratini grazie ad un fondo di bottiglia rotto nascosto tra l’erba. Suo padre mi portò al pronto soccorso prima di riaccompagnarmi a casa.

Acori - Abitava vicino a me ma non nella stessa... (continua)


Glauco Ballantini 19/08/2020 - 11:48
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Queequeg il sub

Sbattuto sugli scogli dalla vita è tornato su di essi per guadagnarsi il pane.
Ospite delle patrie galere, uscito di prigione, ha deciso di tirare avanti pescando, con un vecchio fucile arrugginito nello specchio d'acqua antistante lo “Scoglio della Regina”, nome altisonante di una struttura ottocentesca restaurata in stile razionalista.
Un vecchio fucile da pesca “Cressi”, una fiocina ed un coltello le sue armi per sopravvivere cacciando polpi, gronghi e piccole prede da vendere a qualche ristorante voglioso di offrire pesce freschissimo alla clientela.
La faccia riarsa dal sole e dal sale, nella sua muta lacera, è un capitano Acab orfano del Pequod, arenatosi come lui in acque troppo basse.... (continua)

Glauco Ballantini 27/08/2020 - 09:36
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Ni Hao

Smilzo, magro, anzi magrissimi sia lui che la moglie. Se non fosse stato per l'età che avanzava e per qualche segno del tempo che si faceva vedere sui loro volti, avresti potuto pensarli quasi eterei, un po' come due sagome che si stagliano contro il muro di un angolo buio, quasi irreali. Eppure, come si spiega quello strano fenomeno? Quello che non tornava, quello che era un mistero nel cuore della loro routine, erano i loro figli.
I due cinesi, che gestivano con passione il ristorante sulla via del passeggio turistico, vivevano tra gli involtini primavera, il riso, il bar che avevano ricavato nello spazio dietro il locale e il piccolo esercizio di fronte che avevano acquistato e dato in gestione. Tra una chiacchiera con un cliente e una risata nervosa con i dipendenti, sembravano quasi una macchina ben oliata. Il locale era sempre pieno, la clientela turistica arrivava come un fiume in piena, con i suoi curiosi, con i suoi palati assetati di "autentico" cibo orientale. La ... (continua)

Glauco Ballantini 05/02/2025 - 09:59
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