RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Carme- la fioritura

(…e riveder l’amata Etna lapillare.)
Ci mise del tempo a tollerare
quel termine “lapillare”.
Poi accettò il compromesso
con la sua penna il vecchio
taciturno, e tornò a scrivere.
L’amore può voler
dire aspettare.
La giovanissima Fillide prese
a scendere in spiaggia ogni
giorno sperando di vedere
all’orizzonte le navi che le
avrebbero riportato l’amato,
richiamato alle armi dal dovere
della guerra, accorata al pensiero
di mai più rivederlo.
Ormai certa che il suo Acamante
non sarebbe mai più tornato,
si lasciò morire di struggimento.
Sul finir dell’inverno, nonostante
avessero contribuito a tenerlo
lontano numerose avarie, fece
ritorno l’impavido guerriero.
La divinità protettrice degli amori
fedeli aveva mutato la giovane
in un mandorlo spoglio dai rami
vizzi, ma riconoscendola strinse
il tronco l’uomo dal rosso cimiero.
Pianse disperato e l’albero, come
percependo il tocco dell’amato,
si ricoprì di impalpabili stami.

° Succede che sei maledettam... (continua)


Mirko D. Mastro 07/04/2019 - 19:33
commenti 3 - Numero letture:1087

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Carme- sangue di Aci

In quella scrittoria di Capo Mulini
l’uomo sembra guardare trasognato
oltre la gora i mandorli in fiore.
E scrive di una bellissima ninfa del
mare e d’un pastorello perdutamente
innamorati, e della bile e dell’ardore
del ciclope invaghitosi di Galatea.
Vistosi respinto, e scoperto che lei
gli preferiva un mortale villico,
decise di togliere la vita al rivale.
La disperazione di lei impietosì gli dei
che tramutaron Aci in un fiume ciclico
che, riversandosi in mare sarebbe per
sempre restato accanto alla sua ninfa.
E quel flauto tornò a suonare armonico.

° Si diventa vecchi quando si cessa di sognare... (continua)


Mirko D. Mastro 09/04/2019 - 19:37
commenti 13 - Numero letture:1122

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Carme- giglio d’acqua

(…E quel flauto tornò a suonare armonico.)
Il vecchio taciturno guardò
la mano tremolante, e capì.
Riprese a scrivere a fatica,
lentamente dell’avvenente
Mata di incrollabile fede
cristiana e comprovata etica.
Di lei s’innamorò d’un amor
corrisposto un condottiero
saraceno, tal Grifone…
S’interruppe, posò la penna
e rovinò nella sedia a dondolo.
Annusò l’aria e udì così prone
per un’ultima volta quel canto.
Lo trovò un mastro d’ascia di
quei luoghi guidato dal dolce
miagolio di una gatta nera.
L’animale sedeva sui ginocchi
dell’uomo, due gocce
di rugiada pendevano dai suoi
occhi alidi e il primo mattino
lumeggiò su due lacrime
allo stagno aggrappate al petalo
d’una ninfea laconica che le
adagiò tra le purezze più intime.

° Vorrei somigliassero a quello stagno gli ultimi giorni
della mia vita... (continua)


Mirko D. Mastro 13/04/2019 - 19:46
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Le gambe titubanti della sedia occupata dalla noia

Dopo aver parlato a bassa voce al cassetto
della sua scrivania sotto la finestra aperta
sul parco, un’amica lasciò arrivare col vento
una virgola del suo bel narrare ricoperta
da un impermeabile color della mia matita.
Così ho ascoltato il vento cercare la pioggia.
La rincorreva oltre le cime bianche, tra i vicoli
dei borghi approssimati, lungo la piccola roggia
e i corsi d’acqua prorompente, sgorgante da
sorgenti ghiacciate, come le mie mani, limpida
come gli occhi di chi non teme d’esser giudicato.
La cercava, stanco di soffiare, farsi timida
pioggerella per potersi addormentare, con lei
che sapeva suonare come nessuno mai i tasti
del suo pianoforte e tradurli nel perdersi, magari
anche solo, nel seguire il volo con i suoi contrasti
di un uccellino, lento e poi veloce… lei che aveva
mani di cristalli, chicchi gelati, e cuore di zampilli,
delicati, come la notte e impetuosi come tempesta.
Perché ci si ama così, come tra corde di violoncelli
sfregate folleme... (continua)

Mirko D. Mastro 15/04/2019 - 19:52
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Due ritagli di crepuscolo al posto degli occhi

“Un contadino è più vero coi suoi indumenti
di garzato tra i campi, che quando va a Messa
la domenica con una sorta di abito da società.
Analogamente si può ritenere che dare a un
quadro di contadini una sorta di superficie liscia
e convenzionale risulti estrinsecazione di falsità.
Se un quadro di contadini sa di pancetta, fumo,
vapori che si levano dalle patate bollenti
non è malsano; se un campo sa di grano maturo
o ortaggi va bene”, dalle parole di Van Gogh.
Pertanto Vincent dammi un pennello e la tua
mano perché io le disegni un sorriso imperituro,
affinché l’ultimo raggio di sole ristia sul suo viso.
Ora che credo sia assopita sola con il suo sguardo
che avrei potuto tratteggiare come custode
di due scampoli di notte al posto degli occhi,
ma che è così tangibile e vero come la terra
che custodisce sotto la vanga le sue zolle sode.
Adesso che questi due ritagli di crepuscolo
al posto degli occhi sono pennellate d’autore,
sfumature leggere, dentro di... (continua)

Mirko D. Mastro 07/05/2019 - 21:40
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