RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
Stelle filanti (O te? Sei arrivato con la piena) Soffio attraverso il rotolo di strisce di carta colorata e quelle, arrotolate su se stesse, si lanciano in aria e ci Sgambetto lasciando a voi variopinte spirali nella caduta.
Non sono solo musica, sono carezza “Ma pensa che bellezza/ Nun c'ho niente da fa'/ Porcaccia la miseria/ Nientissimo da fa'/ E rompo li stivali a tutta quanta la città/ Perché 'n c'ho niente da fa' (…)/Sto proprio come un Papa/ Anzi mejo, Santità/ Perché Lei, gira, gira/ Quarche vorta ha da sgobba'/ Io, viceversa, sgobbo solamente si me va/ Perché 'n c'ho niente da fa' (…)/Non posso perde tempo/ Nun c'ho niente da fa'/ Levateve de mezzo/ Fate largo a Sua Maestà (…)/nemmeno è giorno e già vòi ruga'…/ tranquillo e bono non ce poi sta'/ c'hai sempre voglia de sta' a scherza'…/ ma non c'hai voja de lavora'/ che vai cercando, se pò sapé?/ ... 'sta smania in corpo chi te la dà?” (Nino Manfredi, Ballata di Rugantino) In questo periodo dell’anno sono tante cose. So’ er bullo de Trastevere, svelto co' le parole e la r... (continua) ![]() ![]() ![]()
Siccome immobile, dato il mortal sospiro E’ bello guardare un pallone correre sul prato. Il profumo dell’erba appena tagliata ti pervade i sensi. E allora torni piccolo. Poi ragazzo, quelle sere di inizio primavera in auto con lei.
L’automobile. Alla pompa di benzina l’odore del gasolio mi entra nelle narici. Ogni mattina sto andando nonostante tutto al lavoro, anche se non capisco bene il perché. La mia non è una di quelle nobili professioni che in questi strani giorni risultano essere più necessarie che mai. A orario ridotto, certo. Poche ore, per la strada. C’è preoccupazione, l’età dei contagiati e degli ultimi che non ce l’hanno fatta è scesa tra i 48 anni e i 60. A casa ho tre figli, e fra non molto ne avrò 45. Quel pallone da un po’ sta correndo sempre di più schiacciando l’erba sul prato, senza nonni a guardare. Qualcuno deve averlo tirato forse troppo forte. Ora ha un forellino quasi invisibile da cui fuoriesce impercettibile… come fosse un soffio quella che conoscevamo come aria. Ma non lo è. Scrivete, e leggete.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Omaggio al maestro Collins Finge di dormire mentre fuori piove. Lo so, e la lascio fare.
Ero giovane a quei tempi, lei era come l’alba. Non mi ha mai lasciato. Adesso mi piace sforzarmi di guardare un arcobaleno in bianco e nero per immaginarne i colori. Sembra tutto più bello. …lo sapevo, ti sei svegliata. Avevi promesso che mi avresti lasciato scrivere in prosa, inviolata. Riprendo da Adesso… Adesso mi piace sforzarmi di guardare un arcobaleno, e fotografare come in un film lei con gli occhi. Quando spiove. Mi sento come questo cielo quando elegante e raffinata si veste di pudore, e col caffè appena fatto si appoggia allo scrittoio in sottoveste. Allora mi rifugio in quell’idea di dolce e serena intimità. Sulla sua pelle bianca. …non sei stata onesta, tra questi caratteri neri. Lo hai fatto di nuovo. Che dicevo… oh, sì. Mi sento come dentro cataste di tubi arrugginiti, dimenticati quando elegante e raffinata si veste di pudore, e col caffè appena fatto si appoggia allo scrittoio in sottoveste. Allor... (continua) ![]() ![]() ![]()
I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati la mattina L’uomo con sul dito una coccinella della poesia a tema di marzo si lascia scivolare sulle gambe. Ora dorme. La testa ricurva in avanti, nella sfumatura intensa di un’alba che gli pesa sulle spalle.
Il coleottero a piccoli passi torna tra gli alberi sulla tappezzeria. Fino ad ora non era stato molto fortunato. Era uscito di casa per trovare una foglia dove lasciarsi amare da un raggio di sole, non se ne era accorto nessuno. Aveva altre domande, diverse da quelle dell’uomo. Le fronde mormoravano di una coccinella come lei, solo più vorace, dalla livrea arancione e gialla nel grande bosco lontano che aveva tutta l’intenzione di governare da dove lo sguardo può arrivare… fino a capire quanta sia stata la fortuna di esserci. Un’altalena dondolava da sola, si sentiva smarrita. Degli abeti secolari non restava niente, se non il ricordo disegnato nel cielo dai petali dei piccoli fiori. I saggi gufi, le vecchie querce continuavano a morire. Restavano loro, i fiori. Giovani fari capaci di c... (continua) ![]() ![]() ![]()
Amanuense 22 marzo 2020
Ora ![]() ![]() ![]()
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