Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
La maledizione dell’aquilone (I) Si narra che fluisse come acqua, di cuore puro e neutra anima
fino a che per mano delle naiadi Acredine e Basica cadde vittima di stizza della dea Marica, gelosa dell’amore di Aquilone per lei. Invocò su loro un orripilante anatema: confinò Ninfa nella torre degli Alisei, e legò Aquilone a un filo di voce. Se Ninfa fosse riuscita mai a fuggire con qualche astutezza, entrando in contatto con l’aria e confondendosi con essa avrebbe perso di purezza. Si dice che sulle sponde del Treja nelle giornate di solleone, quando Mirko D. Mastro 07/07/2022 - 07:27 commenti 19 - Numero letture:557
f.a.t.a. Il tepore del Fuoco si adagia, imbarazzato
sulle tue forme. Lui, elemento vivificatore. Il principio della vita che scaturisce da tale tempra mondatrice, ora, così in te dorme. La percezione del tuo respiro, da asserire cosmico, dentro le nadi calma la mente. Dandomi pace. Una coscienza d’equilibrio e centralità seda il mio piglio contumace, fa sì che prana pervada il mio essere. Rende a me un poco meno intangibile il tuo soffio vitale. Ammansisce l’afrore, intanto l’Aria diviene via via più debole. E ti fa da guanciale. La Terra si addolcisce, materia primordiale, e muta in giaciglio. Domani con l’aurora aprirai le porte del giorno. Ospiterai, nutrirai ancor la mia vita con ogni tuo piccolo dettaglio. Nulla mi attrae più dell’aurora, ma il mio destino è dimorare sul fondale, fin quasi nelle profondità di tritone nel suono di un corno di conchiglia, dove i confini restano ancora da scoprire. L’Acqua ti lambisce la schiena, e mi ha promesso il mare che mi porterà dent... (continua) Mirko D. Mastro 11/07/2022 - 07:31 commenti 17 - Numero letture:505
Sono il pennino di una Musa annegato nel calamaio Arrivai in questo luogo per sfuggire agli occhi di una donna che nemmeno conosco.
Sono la memoria di un viso sbiadito, così celestiale da dover avere di diritto un posto nell’Olimpo, non questo chiostro se non fosse quel viso stato cagione dell’invidia degli dei, mentre su questa terra non trova epiteti quanto basta soavi per narrarlo la penna tra le mie dita. Sono qui da così tanto tempo che non so dire cosa sia lirismo, e quale la mia vita… …il ricordo annebbiato dei capelli di lei che gli accarezzano (elegia prosastica III -Mitografia, agosto 2020)... (continua) Mirko D. Mastro 13/07/2022 - 07:32 commenti 9 - Numero letture:439
Componimento elegiaco Durante l’insonnia scorgo lemuri sulla
volta, benchè le noci d’acagiù dacchè mi sono infatuato a livello liminale di te dalla cintola in su. Le anime vaganti dei visitatori che non riescono a trovare riposo tornano sulla terra per atterrire i vivi, come fece l’essere mostruoso che li iugulò o divorò per imperizia a fronte di una corretta replica all’insolubile accezione dell’enigma. Non anelo con la mia supplica che per celare i sentimenti e le tue intenzioni a impulsi forestieri tu corra, androsfinge, l’alea nel cader dalla roccia. Solo qualche monetina per i tuoi pensieri. A quei forestieri, e daccapo a me formulasti l’inintelligibile bandolo “Due sorelle: la prima concepisce l’altra e questa, a sua volta, procrea la prima… chi sono le due sorelle?”. Quando ti risposi con proprietà mi riconoscesti come una figura di soglia, e ligia al tuo essere facesti per divorarti: ma la Giornata di fragranze e la Notte foderata di stelle vollero darti due gambe antro... (continua) Mirko D. Mastro 17/07/2022 - 07:43 commenti 21 - Numero letture:611
Al circolo sociale il giovedì (di Anna C. e Mirko D. M.) Il giovedì pomeriggio dalle 14 alle 16 presso il circolo V. Vela si ballava.
Tancredi e Tanzia sulle prime credettero che in quel posto si facesse sempre baracca, poi Pellegrino spiegò all’amico che anche se pareva una baracca il centro sociale era intitolato al grande scultore del monumento Le vittime del lavoro. Comunque in tutte le 4 stagioni, simile agli armadi grandi di una volta il legnoso ballerino Tancredi portava la consorte a fare 4 salti. Non che ne avesse la voglia, ma era l'unico momento in cui si potevano abbracciare ballando la polca e la bocca di Tanzia per un po' rimaneva chiusa. Quel giovedì di Dicembre non avrebbe potuto immaginare mai Tancredi quel che gli sarebbe successo.... Dunque, alle 14 in punto le porte della sala si spalancarono e Tanzia lanciò un grido "Ho dimenticato a casa Cricecrettino -detto Cretti, il loro criceto-. Vado e torno". Lasciando solo sull'uscio Tancredi. Una musica celestiale, batteva il tempo... sol maggiore, andante moder... (continua) Mirko D. Mastro 27/12/2024 - 06:03 commenti 1 - Numero letture:118
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