RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Isocronismo 2.0- nei successivi 16,5” (rimangono 1’ 6”)

Qualcheduno rammenta Regolo che di regola regolava regolarmente la pendola?


Quei mattacchioni del mattatoio
ammattiscono di risate un martedì
mattina al mese quando per la fiera
di San Matteo scende in paese
la famiglia matriarcale De Mattei.
La matrigna sottobraccio
al mattatore del settore del mattone,
la matrona blatera
col matusa e Matilde
con Mattia, i figli: in tutto sei.
Prendono posto sul matroneo a poche
spanne dalla maestra di matematica
che ha già iniziato a matteggiare,
seduta accanto a quel mattoide
del maitre della pizzeria “Scacco
Matto, pizza al metro e vino in botte.”
Ma al mattatoio questo martedì saranno
autori e non solo fautori nel mattare la
mattanza dei tori: niente più tauromachia,
toreri né tori sui torrioni; non appena avrò
regolato di buon mattino la pendola e sarà
giunto con l’arietta mattutina il metronotte.


-trastulli di paronomasia... (continua)


Mirko D. Mastro 17/06/2024 - 15:43
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Isocronismo 2.0- altri 16,5” (ne restano 49,5)

Ristorante “la Pendola” da Regolo, regolarmente aperto con prezzi regolari

Venivo in questo ristoro ai tempi che Berta filava,
quando ancora si chiamava “Dove le capre non
cozzano” per via delle carceri antistanti andate in vacca.
Il proprietario amava avere il mestolo in mano, ma
aveva anche le pigne in testa e il cervello come le
acciughe: il cuoco dismessa la giacca e con una pacca,
dopo aver aspettato la lepre al balzello, stanco di andar
per mare senza biscotto, intraprese un periodo sabbatico
sicuro di andar per via battuta avendo la pentola al fuoco.
Andato vitello e tornato bue, il Signor Leone uscì piedi
avanti andando a sentir cantare i grilli, e con il gatto nella
madia liquidò il locale facendo buon viso a cattivo giuoco.
Così, volendo tenere la borsa stretta, lo acquistai a buon
mercato e, convinto di essere di buccia dura col bernoccolo
per il settore, attaccai il campanello al collo dei gatti.
Pur non ritenendo di avere una ciabatta del Macchia... (continua)


Mirko D. Mastro 19/06/2024 - 13:15
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Isocronismo 2.0- successivi 16,5” (solo altri 16,5”)

Gocce di pianto di Fedora per il copulare impenitente di Teodoro con Isabella

Non appena seppi che quell’arpia della madre
di Sisifo aveva buttato l’osso a Regino durante
una notte in capanna d’assi affinchè da pollo,
credendosi figlio della gallina bianca, battesse
due chiodi a una calda, capitai tra capo e collo.
Chef de cuisine capì subito il mio intento di
benedirlo con la granata; mesto, riposto il
mestolo, mi assicurò di bruciare il paglione.
Chiamò il giovane lavapentole e, senza scopo,
iniziò a battere il cane al posto del padrone.
Non volendo battere la grancassa, decisi di bere
d’ogni acqua all’arrivo delle gocce di pianto
di Fedora decisa a buttar via l’acqua sporca
con il bimbo dentro a causa del vezzo del moroso.
Tal Teodoro era solito, con quel scampaforca
del mozzorecchi, correre la cavallina per poi
cercare di cavalcare la tigre, cercando l’asino
nel retrobottega di Isabella ed essendoci sopra.
Consigliai alla dettagliante non solo di non... (continua)


Mirko D. Mastro 23/06/2024 - 18:03
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Isocronismo 2.0- nei restanti 16,5” (tempo scaduto)

Fu eletto Primo primo cittadino per l’attitudine
a separare il grano dal loglio nell’educazione
dei minuzzoli, come da consumato sindacalista.
Vinse facile contro Raniero che pensava di dar
da bere alle rane, Cassiano incline a cambiar
casacca ed Erberto suo cugino, noto arrivista,
separato e popolare per dar l’erba trastulla e
incapace di dividere il grano dalla zizzania.
Da quando diede la birra ai tre, cominciò a dare
il calcio dell’asino e smise di dirla in rima.
Addirittura si impegnò a dar nel naso al Raniero
tornato alla sua drogheria, per anni suo compare
dandogli la baia; diede persino lo sbruffo
all’Erberto per fargli dar le mele se non avesse
pagato la mazzetta per un piatto di lenticchie.
Una sera fece venire a “la Pendola” Cassiano per far
dir dal meschino a nuora perché suocera intenda:
si lamentò col chef de rang per due forfecchie
nel piatto, deciso ad insegnare ai gatti a rampicare.
Quel giorno a pranzo Primo prima domandò all’oste
se ha buon vi... (continua)

Mirko D. Mastro 25/06/2024 - 06:27
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Yakamoz

Dove vòlta il cielo a oriente di Eden, nelle Terre di Nod, Caino uccise Abele quando le acacie si fan rosso-brune dei loro frutti coriacei.
Per quella sorella, Avvan.

Resta fermo come il vento sull’acacia, a legger nel sasso di sorore da stele senza epigrafe

“là c'ero anch'io, un ago con il peso della sua cruna. Lei tremava come una foglia, e chi avrebbe dovuto prendersene cura in quel mentre finì col desiderare quella foglia”

Andava fatto nonostante la luna, sembrano voler dire le sopracciglia corrucciate in due rughe coriacee.
Dove la notte volge, e la segue il cielo.


-Riflesso (su lapide) di luna, Yakamoz: la parola turca viene considerata dai glottologi una delle più suggestive... (continua)


Mirko D. Mastro 27/06/2024 - 05:03
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