RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Il Tomo- Reprobi Angelus 10.12

Caput decem
L’ottava stanza
-La fame è lo schizzo di una signora perbene


Ritornando al corpo straziato di Zelo nel parcheggio antistante il capanno…

Quando il corteo d’accompagnamento del defunto e le sue esequie alla sepoltura arrivò davanti alla locanda Della Cannella si fermò il tempo di un applauso, come per zittire la paura della morte.
Benedetta piangeva lacrime dense come caligine.
Un passo dietro a lei Lobella, per non incomodare. Gli occhi preoccupati per l’amica, e gonfi.
Più lontano Adamantina.
Quel battito di mani su di lei ebbe l’effetto dell’artiglio del diavolo su di un vetro.
Il sole che scalfiva la lapide di Zelo pareva un fiore dai grandi capolini giallo aranciati con i petali spettinati.

<Non eri costretta a venire, Adamantina> la voce rotta di Benedetta la riportò indietro, forse da un lungo viaggio.

<<Siete stati gentili con me, tuo suocero e poi tu. Volevo solo esserci>>

<Allontaniamoci… perché quell... (continua)


Mirko D. Mastro 22/10/2025 - 06:00
commenti 1 - Numero letture:84

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Le notti di D. sfumano su quelle di Elisa

Un azzeccagarbugli le dà la parola
<Lui consumava le ore a scrivere le notti; non mi restava che trascorrerle negli occhi della gatta dalla casa dirimpetto, sola al poggiolo>.
Fino ad allora come dentro a un film muto, da dietro il cappellaccio di pannolenci sugli occhi a diradar la bruma "Scrivevo per asciugarle il pianto nelle notti di ore cadute. Mi accorsi, cadde in una di quelle qualcosa. Portò con sé la gatta come fosse rugiada, arruffata una lacrima".
Di lei la nuca color della ruggine, lui seguendo la Montblanc con lo sguardo patinato come la carta "Cosa scrive avvocato, se posso chiedere...".
<<Non tornerà la gatta>>


(Il tordo e sotto, i tasti di una Lettera 22)... (continua)


Mirko D. Mastro 23/05/2024 - 06:12
commenti 5 - Numero letture:384

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Isocronismo 2.0- nei primi 16,5” (restano 1’ 22,5”)

Regolarmente la regina regola la regìa all’asticciola nella meridiana


Di regola regolo la pendola
sicchè col regolare pendolare
penda a favor mio la regìa sulla
quale si regge ogni mia regola basilare.
Mi chiamo Regolo come la stella
della costellazione del leone, sire
che regna nella sua reggia e il regno
pende da quel regnante senza nulla dire.
Mentre regolarmente la regina alla règola
del regolo regola la règia regìa ancestrale,
in attesa che l’ombra dello gnomone
segni l’ora del suo regalo regale.... (continua)


Mirko D. Mastro 15/06/2024 - 06:57
commenti 4 - Numero letture:427

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Isocronismo 2.0- nei successivi 16,5” (rimangono 1’ 6”)

Qualcheduno rammenta Regolo che di regola regolava regolarmente la pendola?


Quei mattacchioni del mattatoio
ammattiscono di risate un martedì
mattina al mese quando per la fiera
di San Matteo scende in paese
la famiglia matriarcale De Mattei.
La matrigna sottobraccio
al mattatore del settore del mattone,
la matrona blatera
col matusa e Matilde
con Mattia, i figli: in tutto sei.
Prendono posto sul matroneo a poche
spanne dalla maestra di matematica
che ha già iniziato a matteggiare,
seduta accanto a quel mattoide
del maitre della pizzeria “Scacco
Matto, pizza al metro e vino in botte.”
Ma al mattatoio questo martedì saranno
autori e non solo fautori nel mattare la
mattanza dei tori: niente più tauromachia,
toreri né tori sui torrioni; non appena avrò
regolato di buon mattino la pendola e sarà
giunto con l’arietta mattutina il metronotte.


-trastulli di paronomasia... (continua)


Mirko D. Mastro 17/06/2024 - 15:43
commenti 2 - Numero letture:424

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Isocronismo 2.0- altri 16,5” (ne restano 49,5)

Ristorante “la Pendola” da Regolo, regolarmente aperto con prezzi regolari

Venivo in questo ristoro ai tempi che Berta filava,
quando ancora si chiamava “Dove le capre non
cozzano” per via delle carceri antistanti andate in vacca.
Il proprietario amava avere il mestolo in mano, ma
aveva anche le pigne in testa e il cervello come le
acciughe: il cuoco dismessa la giacca e con una pacca,
dopo aver aspettato la lepre al balzello, stanco di andar
per mare senza biscotto, intraprese un periodo sabbatico
sicuro di andar per via battuta avendo la pentola al fuoco.
Andato vitello e tornato bue, il Signor Leone uscì piedi
avanti andando a sentir cantare i grilli, e con il gatto nella
madia liquidò il locale facendo buon viso a cattivo giuoco.
Così, volendo tenere la borsa stretta, lo acquistai a buon
mercato e, convinto di essere di buccia dura col bernoccolo
per il settore, attaccai il campanello al collo dei gatti.
Pur non ritenendo di avere una ciabatta del Macchia... (continua)


Mirko D. Mastro 19/06/2024 - 13:15
commenti 1 - Numero letture:405

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