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Segnali alieni

Mio fratello è sempre stato interessato alle cose provenienti dal cielo, fin da piccolo adorava guardare le stelle, restava ore a guardare la Luna, con il suo piccolo telescopio, regalo di un nostro zio.
Assieme ad un gruppo di amici ha fondato un gruppo di amatori, hanno comprato una serie di strumenti per scandagliare l'universo, o meglio, una piccola parte dell'universo, grazie agli strumenti, che le possibilità economiche del gruppo hanno consentito di comprare.
Sono già due anni che scandagliano una parte dell'universo senza nessun risultato, tanto che un loro amico, Tom, ha deciso di lasciar perdere.
Carl, mio fratello, vedendo gli scarsi risultati ottenuti e lo sconforto del gruppo, ha deciso di fare una riunione per decidere il futuro del gruppo.
La riunione riesce a congelare lo status quo del gruppo.
Da questa riunione escono fuori due cose importanti.
Primo, si decide di spostare il campo di ricerca in un altro settore del cielo.
John Holland, un amico d'infanzia di Carl, nonché compagno di studi all'università, riesce a convincere il gruppo che due anni senza risultati sono più che sufficienti per concludere che sia proprio il caso di cambiare rotta, se così si può dire.
È proprio lui ha proporre la nuova porzione da scandagliare.
Visto che la riunione si è tenuta a casa mia, questo perché una parte della strumentazione si trova nel mio terreno e anche perché la mia casa era la più pratica da raggiungere per tutti i membri del gruppo, ho seguito quasi tutta la discussione avvenuta durante la riunione.
Alcune parti, le più tecniche, sono state per me oscure ma ho seguito, direi con dispiacere, vista la reazione di mio fratello, le ultime discussioni della riunione.
Queste riferivano all'ultimatum proposto da Kevin e approvato da quasi tutti.
La seconda cosa importante della riunione è stata proprio questo ultimatum.
Se entro sei mesi non si vedranno risultati apprezzabili, il gruppo sarà destinato allo scioglimento e tutti gli strumenti verranno ceduti.
Passano i giorni, le settimane, il primo, il secondo mese ma nulla.
Nessun segnale apprezzabile, nulla di nulla.
John, sembra essere il più impaziente, pare che si sia già messo d'accordo per la vendita di alcune apparecchiature.
Kevin annuncia al gruppo che, comunque vadano le cose, scaduto l'ultimatum andrà a lavorare a Seattle, se non ho capito male alla Boeing, non so' per quale incarico.
Carl segue l'andamento della situazione con molto sconforto, oramai è quasi convinto che il gruppo sia prossimo alla fine.
L'attenzione si è spostata dalla ricerca di segnali alieni alla sopravvivenza del gruppo e le relazioni che ci saranno tra i loro membri in seguito.
Anche l'attenzione del gruppo sui risultati degli strumenti va pian piano scemando.
Passa il terzo, il quarto, il quinto mese.
Oramai mancano due settimane all'ultimatum, nulla.
Carl, mi domanda chi, secondo me, ha realmente insistito per la fine del gruppo.
Gli rispondo che non lo so' ma, in ogni caso, posso capire che l'entusiasmo iniziale passato, la vita che passa, con tutte le sue cose positive e non, possono far passare in secondo piano prima e smorzare poi l'interesse per il progetto, la mancanza di risposte per un lungo periodo di tempo ha dato il colpo di grazia.
Lui ribatte che tutti i membri del progetto erano a conoscenza delle difficoltà, la cosa era risaputa.
Capisco che si vuole sfogare ma capisco anche che il progetto è, e resta, un progetto amatoriale, nessun contratto li lega, anche se mio fratello ha tentato di far passare una specie di contratto che avrebbe legato i membri del gruppo per almeno cinque anni, ma tutti, tranne uno, si erano opposti, inoltre tutti hanno investito delle belle somme per il progetto e, vedendo la mancanza di risultati e il passare del tempo che fa svalutare la strumentazione, hanno incominciato a spazientirsi.
Molto probabilmente è stata l'uscita di Tom ad accelerare un processo già latente.
Visto che mancano due settimane, senza ancora nulla di nulla, temo che la fine del gruppo sia prossima.
Carl mi dice che la strumentazione riesce a scandagliare una quantità enorme di dati e che, pur essendo degli amatori, la loro ha una qualità che lui definisce media.
Tutti quelli del gruppo hanno investito un bel po' di dollari, Alex il più ricco della comitiva è quello che ha messo di più.
Ora di pranzo, vedo arrivare mio fratello, gli faccio segno con la mano, lui ricambia.
Entra nel gabbiotto, così l'ho definito io, che c'è nel mio terreno, dove c'è una piccola centrale dati.
Dopo qualche minuto lo sento urlare qualcosa di indecifrabile, continua a urlare.
Mi avvicino preoccupato, apro la porta e vedo Carl che grida: Siiii, ci siamo, ci siamo!
Mi mostra dei numeri, dei grafici, indica agitato qualcosa sullo schermo del computer, continua a parlare, è un fiume.
Cerco di fermarlo per capire che diamine sta succedendo.
- Come che succede? - mi fa Carl.
- Carl, se ti fermi un attimo... allora, spiega a un povero cristo, digiuno di queste cose, cosa significa quello che mi stai mostrando.
- Significa che abbiamo un segnale anomalo. Ti ricordi del segnale Wow?
- Vagamente.
- Per farla breve, nel 1977 un astronomo del progetto Seti, rilevò un segnale, che chiamò Wow, che era... come dire? Anomalo. Non si è mai capito bene a cosa fosse dovuto e rimase un unicum.
- Quindi, secondo te, hai trovato un nuovo segnale Wow?
- Esatto! Che ore sono?
- Le 13 e 11.
- Devo chiamare tutti gli altri. - Carl prende il telefono ed inizia un giro di telefonate per avvertire il gruppo della scoperta.
- Cosa pensi di fare, ora?
- Cioè?
- Come cioè? Cosa pensi di fare?
- Che vuoi che faccia? Se i risultati sono corretti la nostra esistenza cambierà radicalmente. Certo, viste le distanze sarà difficile pensare di vedere gli extraterrestri in giardino o a colazione a casa nostra, però il sapere che esistono, che esistono degli esseri simili a noi... capisci? Scusa, c'è John al telefono.
Carl si allontana da me per parlare con John.
Resto solo, con dei monitor che “sparano” delle incomprensibili informazioni visive.
Sento che Carl alza la voce, si sbraccia, ride, continua a parlare a voce molto alta, è, evidentemente in preda all'agitazione.
Mi rendo conto che se Carl ha ragione sono davanti ad un evento di portata storica.
Anche il mio nome finirà nei libri di scuola.
Già mi immagino i titoli dei giornali nel riportare la notizia: … grazie ai macchinari posti nel terreno di Albert Voss, fratello di Carl, etc.
Carl rientra nel gabbiotto e mi dice che stanno arrivando alcuni del gruppo, quelli che ha potuto raggiungere telefonicamente.
- Guarda, il segnale continua a ripetersi. - fa Carl guardando il monitor del computer.
- Scusa, come fai ad essere certo che quello che vedi sia effettivamente un segnale generato da qualche intelligenza e non delle interferenze o qualcos'altro generato da qualche corpo celeste?
- Hai ragione, è ancora presto per dare una certezza alla cosa... però!
- Perché avete scelto questa porzione di universo?
- Perché? Chiedilo a John. C'eri anche tu il giorno della riunione.
- Certo! Eravate a casa mia.
- Si, giusto! Comunque, John ha scelto quella parte per esclusione. Ha semplicemente proposto una parte di universo non seguito dal Seti o da programmi analoghi. L'universo è molto grande e trovare un qualcosa è … bhé si sa!
- Cosa pensi che siano quei segnali?
- Penso che siano una sorta di comunicazioni radio. Come arrivano gli altri, vediamo di decidere il da farsi e come valutare questi segnali. Ti rendi conto che se i dati sono corretti siamo difronte ad una vera e propria rivoluzione della nostra società? Ora dobbiamo procedere con prudenza e verificare tutte le informazioni.
- E se fossero solo delle interferenze?
- Ancora con queste interferenze! Comunque, non credo che siano interferenze.
- Ho letto da qualche parte che anni fa era stato captato un segnale e poi era risultato che quello che appariva un segnale anomalo era causato dalla casuale interferenza di un satellite artificiale.
- Ma perché mi vuoi rovinare la festa? E dai! E che cavoli! E lasciami godere questa... non so neanche io come chiamarla. Sei un guastafeste, lo sei sempre stato ma ora stai diventando antipatico.
Arrivano gli altri membri del gruppo.
Li lascio soli, con i loro calcoli, con i loro monitor, con i loro discorsi, io vado a mangiare, è pur sempre ora di pranzo, anzi è anche già passata.



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Racconto scritto il 12/09/2017 - 10:45
Da Massimiliano Casula
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