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Il cono

Anni fa, in un tardo pomeriggio, mentre stavo passeggiando, vidi un cono stradale di colore arancione dalle strisce bianche accanto a una graziosa abitazione dalla porta rosa confetto. Sogghignando, lo raccolsi dal momento che mi balenò in mente un'idea di come sfruttarlo. A tal proposito, essendo stato invitato in un pub per un compleanno, decisi di adattarlo a mo' di cappellino da festa al fine di apparire originale. 
Appena tornai a casa, utilizzai un trapano per ottenere due forellini, uno a destra e uno a sinistra per poi collegare un elastico alle due estremità. Provai il birillo e notai divertito che mi calzava a pennello. 
Quella sera non feci scalpore, semmai furore guadagnandomi i complimenti di Mattia, il festeggiato e dei presenti. In men che non si dica, mi ritrovai al centro dell'attenzione e al centro della pista da ballo. Irene, la fidanzata di Federico, un caro amico mio, fu l'unica a mostrare la sua contrarietà nei miei confronti.
«Non capisco come fai con quella minchiata di plastica in testa ad avere così tanta considerazione» osservò con un'aria di sufficienza. Le risposi con una linguaccia e, continuai a scatenarmi ballando nonché a ridere e a scherzare con tutti.
A ogni modo, a quel cinesino bicolore rimasi "legato", difatti lo indossai in una mezza dozzina di occasioni. Purtroppo, nell'ultimo party, accadde un episodio vomitevole nel vero senso della parola. In buona sostanza, commisi l'errore di appoggiare il cono sopra una sedia, finché nel giro di pochi minuti, un tizio grosso, grasso e coglione, avendo ingurgitato svariati pezzi di rosticceria siciliana e tracannato birra a gogò, gli venne da vomitare. Come è facile immaginare, il cicciobomba in questione, per limitare il più possibile la figura di merda, passò dal conato al cono per rimetterci dentro. Bleargh!
Uscii dalla festa schifato, abbandonando quello stravagante e improvvisato copricapo. Per consolarmi andai a prendermi un altro cono, gelato però, in un chioschetto vicino la spiaggia di Calderà.



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Racconto scritto il 05/07/2020 - 14:17
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.862 volte.
Voto:
su 9 votanti


Commenti


Mary, povero cono sì, ma perlomeno l'io narrante si é rifatto con un altro cono. Per chi non lo sapesse, Calderà è una frazione marina della mia città, cioè di Barcellona Pozzo di gotto in provincia di Messina. Dato che da quasi due anni vivo e lavoro a Genova, mia sorella, giorni fa, mi ha raccontato che a Calderà stanno facendo dei lavori, quindi sia i coni dei bar e sia i coni stradali, non mancano mica. In quest'ultimo caso, se dovessi scendo dalle mie parti, gliene fotto uno.

Giuseppe Scilipoti 21/06/2023 - 06:23

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Povero cono, è stato usato in malo modo sempre meglio di vomitarti sui piedi ecco meglio un gelato, quello è solo per te almeno che non si sciolga

Mary L 20/06/2023 - 19:14

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Grazie Anna, il tuo commento è buonissimo come un cono stracciatella e ciocomenta, (i miei gusti preferiti) ti ringrazio tantissimo.
L'humour è uno dei miei generi di punta, anche perché di persona sono molto ironico e autoironico.
Riguardo il cono... pazienza! È stato buffo finché è durato.

Giuseppe Scilipoti 19/11/2021 - 22:16

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Anche questo...mi ha fatto ridere pensandoti col cono in testa..un po meno con quello che conteneva..ahahahh è un piacere leggerti

Anna Cenni 19/11/2021 - 21:53

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... per non deluderlo, ecco, nel finale ho fatto in modo di inserirne uno, tra l'altro per evitare di far affogare nell'amarezza l'io narrante. E come disse un Anonimo:
--- Non c'è niente di sbagliato in me che un po' gelato non possa correggere. ---
Grazie ancora a tutti voi!

Giuseppe Scilipoti 08/07/2020 - 12:52

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Maria Luisa, Alberto, Santa, Romeo, Ernesto, Giulia Rebecca, Barbara e Afrodite grazzzzzie per i vostri commenti.
È "festa" grande per me sapere che avete gradito questa mia ultima pubblicazione.
il solo prendere in esame il titolo, la prima cosa che un lettore potrebbe pensare è proprio un cono di quelli che vendono nei bar, nelle gelaterie, nelle Ape Car degli ambulanti e qualsivoglia. Quindi...
(segue risposta)

Giuseppe Scilipoti 08/07/2020 - 12:45

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Ciao Giuseppe, ho letto tutto d'un fiato il tuo racconto molto fluido ed originale, come al solito, soprattutto nell'epilogo finale, in cui un improvviso conato di vomito, risolve in modo buffo una serata diventata un po' ingombrante per qualcuno.
Alla prossima

Afrodite T 07/07/2020 - 21:07

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Veramente molto spassoso questo racconto!!! Complimenti Giuseppe

barbara tascone 06/07/2020 - 19:04

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Giocoso nel dare forma e forza a un oggetto dai molteplici significati; il cono resta fermo ai tuoi controinvestimenti, riconoscendogli l’esatto opposto a ciò che confida di essere.
Baci

GiuliaRebecca Parma 06/07/2020 - 18:57

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Carino assai questo racconto. Ma come ti vengono? Fantasia? Grande capacità di osservazione? O che?
Mi ricordo che sei abile da parecchio tempo a farci sorridere.
Una volta ci prendesti in giro tutti. Ricordi?
Ciao

Ernesto D’Onise 05/07/2020 - 22:05

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...Racconto molto simpatico e, sinceramente, fuori dal soliti schemi...cioè quelli dei racconti dei rapporti fra gli esseri umani o tra gli animali...

romeo cantoni 05/07/2020 - 18:44

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Oltre a come li hai giustamente definiti tu, c'è anche chi li chiama 'cinesini'. Ancora una volta ci hai dimostrato che la tua fantasia non ha limite. L'accostamento dei termini appropriati al soggetto del testo è sempre geniale. Lo

Il tutto condito con estrema ironia e genuinità fa emergere quel simpatico fanciullino che è in te. Un bravo per la scrittura, uno per la fantasia ed uno per la simpatica ironia. Visto quanto premi? Sono tutti per te. Ciao alla prossima.


santa scardino 05/07/2020 - 18:27

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simpatico come racconto. Mi ha fatto sorridere. 5*

Alberto Berrone 05/07/2020 - 18:07

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Simpatico racconto, certo che ne hai di fantasia Giuseppe.

Maria Luisa Bandiera 05/07/2020 - 17:44

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