Un giorno l’eccesso mi si presentò sotto forma di fulgida creatura,una grazia che ricevetti con dionisiaca magniloquenza,contenermi parve una soluzione quantomeno fuorviante di fronte a quel suo aspetto virgineo ed etereo.Trasalii quando impavida lei mi si avvicinò e ben presto la riconobbi nella figura di una mia sottoposta,riaccesi il vecchio desiderio ch’essa potesse farmi da meretrice,una mia devota e giovane meretrice da plagiare senza ricorrere ad arditi stratagemmi.Rientrava nei suoi servigi,quando le si diede l’opportunità,quello di recarsi nella zona mercantile,ma quel miasma dissipato da quei sudici avventori e da quel salapuzio sbavoso che si contorceva fremente dietro l’altare della sua mercanzia,non fecero che da sfregio per la sua indicibile purezza,per la sua integralità,cosa che assolutamente non tolleravo.Aspettava a me e soltanto a me dunque,infrangere quell’argine che tra di noi s’era da sempre eretto rispettando appieno le nostre rispettive posizioni,così volli salvaguardarla dagli occhi indiscreti,dallo prevaricare altrui,renderla finalmente cosa di mia assoluta appartenenza.Mi compiacqui dello leggero mio saziarmi,vedendo il pallore del suo seno,la docilità della sinuosa sua figura,l’amplesso d’un bacio disteso sulle sue labbra da prima immote,poi avide e dispotiche,a tal punto da sovvertire ogni mio poliedrico concetto di dominanza,di sua naturale arrendevolezza.Potetti conoscere tutt’altre opulenze in cui trarre benefici da quell’amore impuro,l’atto che confermasse la mia evoluzione in uomo,e con il tempo,in un carnefice sempre più autoritario.
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Questo capitolo fa parte di un mio racconto non ancora portato a compimento.Lo scrissi disordinatamente più di vent’anni fa,era il periodo che amavo costruire storie e viverle a volte ferendomi.Ho trovato molte pagine sparse qua e là e non ho potuto che ricostruirlo mantenendo inalterate le idee di allora.Al terzo breve racconto che non completai decisi di dedicarmi esclusivamente alle composizioni poetiche.Il mio scopo attuale è poterlo finire e dedicarmi successivamente all’abbellimento di un altro racconto che merita di essere riveduto.Spero che io abbia il tempo di esaudire questo mio desiderio,per il me stesso non ancora maturo di quei giorni lontani e,soprattutto,per la promessa che feci ad una ragazza mora che conobbi in una circostanza assai drammatica per lei.Ricordo che trovai il modo di alleviare le sue sofferenze in alcuni meriggi impugnando,come fosse una spada,il quaderno in cui scrivevo le mie fantasie e i miei sogni.Le promisi che avrei sempre scritto per lei ma questo non fu possibile,la vita è una girandola mutevole e non c’è verso che le cose restino sempre identiche,senza nessun cambiamento.Resta in ogni caso una promessa che ritengo ancor oggi di una certa importanza.Sebbene eravamo sempre insieme e ci scambiavamo carezze e baci non ho mai capito se fosse amore o quant’altro.Probabilmente sentivo il bisogno di proteggerla e di starle accanto per il suo dolore,per farla sorridere.Ma come dicevo prima,tutto si evolve