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Morti Inutili

Pasquale Pochezza era un bravo ragazzo.
Da più di un anno aveva letteralmente cambiato vita, passando da un pregresso di piccoli furti ad un lavoro
di muratore presso la CertEdile dei fratelli Lomazzo.
Attualmente lavorava alla ristrutturazione di alcuni capannoni nella ex Manifattura Tabacchi, al fondo di
via Bologna.
Si era fidanzato con Attilia Raganella, assistente sociale,che lo aveva inquadrato e sistemato.
Il Commissario Geremia Prudente guardava il cadavere del ragazzo e mentre tutti si chiedevano cosa
avesse fatto per essere ammazzato con quattro colpi di pistola al torace lui si chiedeva cosa avesse visto.
Anche il luogo del ritrovamento del cadavere non gli pareva, come dire, consono.
Il medico legale confermò che il Pochezza non era stato ammazzato dove si trovavano.
Quindi qualcuno lo aveva ucciso e poi si era preso il disturbo di portarlo alla Tesoriera.
La Villa La Tesoriera, così nota come abbreviazione di Villa Sartirana detta La Tesoriera, è una settecentesca
villa barocca torinese che sorge nell'omonimo quartiere sito nella IV circoscrizione.
L'ingresso principale della villa è in Corso Francia ed è circondata da un vasto parco aperto al pubblico, il
Parco della Tesoriera, anche noto in piemontese come Giardin dël Diav(Giardino del Diavolo).
Lo aveva incontrato una settimana prima mentre faceva la spesa con la moglie e Parta Palazzo.
“Commissario buongiorno anche lei di spesa?”
“Pasquale buongiorno come stai?”
“Bene Commissario. Si lavora tanto e come lei ben sa con Attilia non si scherza e si riga diritto!”
“Bravo, continua così e considerati molto fortunato.”
“Ah Commissario, ci dovrei parlare perché ci stanno nu paro di cose che non mi quatrano per nulla.”
“In che senso Pasquale?”
“Mah Commissà... nulla di che... sarà che nella mia vita ho visto cose strane, però ci voglio parlare di una
cosa che ho visto. Posso passare da lei in settimana che ci racconto e così lei magari mi dice che mi sono
amminchiato per niente.”
“Passa quando vuoi.”
Fu l’ultima frase che gli disse e adesso se lo trovava davanti morto.
Chiamò in disparte l’ispettore Arturo Attento e gli chiese di indagare sulle attività della CertEdile ed anche
sui proprietari, Ottavio e Gennaro Lomazzo.
“Arturo, fatti un giro alla Manifattura Tabacchi e vedi se trovi tracce.”
“Commissario lei crede che...”
“Non credo nulla, solo che vorrei capire dove l’hanno ammazzato e non avendo la più pallida idea del dove
mi pare sensato iniziare dal luogo ove lavorava il poveretto.”
“Giusto Commissario provvedo”.
Convocò la Dottoressa Raganella.
“Commissario buongiorno, non riesco a darmi pace, perché hanno fatto questo a Pasquale? Le giuro che
l’amore mio era diventato un ragazzo d’oro e da quando lavorava per i Lomazzo rigava diritto.”
“Ne sono certo.”
“Dottoressa mi dica, Pasquale le aveva per caso parlato di qualcosa che aveva visto al cantiere dove
lavorava?”
“No. Non mi aveva detto nulla. Perché lei sa qualcosa?”
“L’ho incontrato a Porta Palazzo e mi disse che sarebbe passato da me per raccontarmi di qualcosa di
strano che aveva notato al lavoro.”
“Mi spiace Commissario non la posso aiutare, Pasquale non mi ha parlato di nulla”.
Rientrò l’ispettore Astuto.
“Allora. Non l’hanno ammazzato su quel cantiere. La CertEdile è una Società sana ed esente da infiltrazioni
strane. I Lomazzo paiono ottime persone. Ho chiesto i riscontri bancari e gli indirizzi di tutti i loro cantieri aperti per cercare eventuali tracce. Vedremo se salta fuori qualcosa”.
“Ottimo lavoro. Vediamo se l’autopsia ci rivela qualcosa.”
Dopo un paio di giorni arrivò il referto del medico legale.
Il Commissario e l’ispettore si riunirono.
“Dunque il Dottor Scannabufali conferma morte per colpi di arma da fuoco calibro 38.”
“Ispettore, questo è interessante, gli abiti del morto sono stati ripuliti ma vi sono rimaste tracce di sabbia,
la zona dell’omicidio è da ricercarsi in qualche insenatura sabbiosa del fiume Po.”
“Dall’omicidio al ritrovamento del cadavere sono passate circa tre ore”.
“Minkia Commissario, in tre ore possono averlo portato a Torino da parecchio distante. Ora pur essendo
vero che la sabbia rinvenuta sui vestiti pare quella del Po non sarà facile, per non dire impossibile, trovare il
luogo dell’omicidio.”
“Hai ragione. Secondo me lo hanno ammazzato in zona, caricato su di un qualche mezzo ed atteso il
momento giusto per scaricarlo alla tesoriera.”
“Credo che ci si debba concentrare sul luogo del ritrovamento. Non mi convince. Lo ammazzano da qualche
parte in riva al Po e invece di buttarlo in acqua o di sotterrarlo da qualche parte ce lo fanno ritrovare alla
Tesoriera. Strano vero? Quindi?”
“Quindi lei mi sta dicendo che si tratta di un messaggio?”
“Esatto!”
“Peccato che non abbiamo la più pallida idea di cosa voglia dire questo messaggio e a chi sia rivolto.”
I giorni passarono e le indagini non portarono a nulla.
La Dottoressa Raganella ottenne il permesso di seppellire il marito.
Chiaramente il Commissario ed i suoi andarono al funerale e fotografarono tutti i presenti.
Si trattava di parenti, amici della coppia e colleghi di lavoro, tutta gente per bene.
Circa un mese dopo la sepoltura, quando ormai già pensavano di archiviare il caso come omicidio irrisolto,
successe l’inaspettato.
Il Commissario arrivò in ufficio verso le nove del mattino.
La giornata era particolarmente bella ed il Prudente era venuto al lavoro a piedi.
Si era concesso una passeggiata al parco del Valentino con annessa colazione al Bar Elena in Piazza Vittorio.
Da casa sua al commissariato ci si metteva una mezz’oretta a piedi e fare quella passeggiata nelle belle
giornate di sole lo riconciliava con la vita. Lavorava a Torino da quasi vent’anni.
Era nato cinquantasei anni prima a Rossiglione, comune situato in valle Stura a nord/ovest di Genova che
confina a nord con i comuni di Molare (AL), Ovada (AL), Belforte Monferrato (AL) e Tagliolo Monferrato
(AL), a sud con Tiglieto e Campo Ligure, ad ovest con Molare e Tiglieto e ad est con Tagliolo Monferrato e
Bosio (AL).
Si poteva definire un Piemontese o un Ligure di confine, anche se ormai si sentiva torinese al cento per
cento. Era sposato da solo sette anni con una collega, la Dottoressa Maria Amelia Gastaldi più giovane di lui
di cinque anni e Commissario ad Asti. Si erano conosciuti circa dieci anni prima nel corso di una delicata
indagine su un traffico di droga. A quel tempo La Gastaldi era Vice Commissario a Susa. Entrambi
pensavano di aver sposato solo ed esclusivamente la Polizia. Durante l’indagine nacque qualcosa tra i due
ed alla fine decisero che l’unione delle loro due solitudini lavorative poteva essere un buon modo per
consolarsi vicendevolmente delle brutture con cui si confrontavano giornalmente. Decisero altresì di non
avere figli.
Il loro lavoro li esponeva spesso e volentieri al rischio di perdere la vita. Già sarebbe stato difficile lasciare
un vedovo o una vedova ma degli orfani proprio non era il caso.
Si era appena seduto alla scrivania quando entrò l’ispettore Astuto tutto trafelato.
“Dottore, hanno ammazzato la Dottoressa Raganella!”
“Cosa ?”
“Si Dottore hanno ammazzato la moglie del Pochezza!”
“E che cosa mi rappresenta questo secondo omicidio e come l’hanno ammazzata?”
“Cinque colpi di una calibro 38.”
“Fantastico.”
“Dove l’hanno ritrovata?”
“Alla Tesoriera, stesso posto del marito”
Il Commissario rimase basito.
“Ricapitoliamo: Troviamo un cadavere alla Tesoriera. Scopriamo che appartiene ad un ex piccolo
delinquente che è tornato sulla retta via. Passano alcuni giorni e ammazzano pure la moglie, assistente
sociale e persona irreprensibile che sia io che lei conosciamo da più di dieci anni. L’omicida ci fa ritrovare i cadaveri nello stesso posto e più o meno alla stessa ora. Questo è un messaggio netto e chiaro ed è
indirizzato a noi.”
“Lasciamo perdere i Lomazzo e scaviamo nella vita dell’assistente sociale. Dove abitavano i due?”
“Al 320 di Corso Francia.”
“Andiamo a casa loro.”
Quando entrarono al numero 320 di corso Francia si trovarono in una specie di campo di battaglia.
L’alloggio era stato letteralmente sventrato.
Tutti i mobili erano stati fatti a pezzi, i divani ed i materassi erano stati sventrati, i due bagni smontati pezzo per pezzo .
“E che cosa stavano cercando?”
“Beh Commissario qualcuno avrà sentito qualcosa, non puoi fare un simile disastro senza fare baccano.”
Iniziarono gli interrogatori dei vicini. Sullo stesso pianerottolo abitava la Signora Ramona Redenta,
pensionata e quindi sempre in casa. Il suo racconto fu molto interessante.
La dottoressa Raganella mancava da casa da circa un paio di settimane. Dopo i funerali del marito si era
presa qualche giorno di vacanza per andare a trovare la sorella che abitava a Viareggio.
Dopo un paio di giorni dalla sua partenza la Signora Redenta venne contattata telefonicamente dalla
Raganella.
“Signora sono Attilia, la disturbo per dirle che ho deciso di vendere l’alloggio e approfittando del
fatto che sono da mia sorella ho chiesto a dei colleghi di mio marito di fare una ristrutturazione
dell’alloggio. Mi scuso sin d’ora con lei e con gli altri vicini per il baccano.”
“Perfetto. Risolto il problema del rumore. Sarà stata veramente la Raganella a chiamare?”
Questo era il pensiero del Commissario.
Fecero molto in fretta a stabilire che la Dottoressa Raganella dalla sorella a Viareggio non era mai arrivata,
molto semplicemente perché non aveva nessuna sorella.
“Commissario che minkia di storia è questa?”
“Non lo so ispettore. Quello che comincio a intuire è che la nostra cara Dottoressa Raganella aveva qualche
bel segreto custodito molto gelosamente e secondo me quando è venuta da noi in commissariato ci ha
serenamente presi per il culo. Di certo sapeva chi gli aveva ammazzato il marito e anche perché. E sono
altresì certo che non sospettasse minimamente che avrebbero ammazzato pure lei. Vediamo di capire chi
era veramente.”
Quella sera arrivò a casa e contrariamente alle normali abitudini decise di chiedere un parere professionale
alla moglie.
I due coniugi rarissimamente parlavano di lavoro, se lo erano imposto sin dal primo giorno della loro
convivenza. Poteva capitare in casi eccezionali che si chiedessero reciproca consulenza.
“Ciao Mary. Questa sera devo parlarti di un caso.”
“Roba grossa?”
“No. Roba strana, molto strana.”
“Interessante, ti ascolto”.
Il Commissario raccontò il caso alla moglie.
La Dottoressa Gastaldi ci pensò su un attimo e sentenziò “Corna, soldi e imprevisti.”
“Però, cara la mia consorte, sai che potrebbe essere una pista valida.”
“La Raganella cornifica il Pochezza. Non sapendo come togliersi il problema si accorda con l’amante per
farlo fuori. Ma poi perché l’amante, sempre ammesso che esista, ammazza la fedifraga?”
“Gelosia?”
“Stai ipotizzando che la Raganella avesse un amante utilizzabile solo per far ammazzare il marito ed un
amante vero? Una volta fatto fuori il Pochezza bisognava sistemare l’omicida che, resosi conto dell’intrigo,
prima di farsi fare la festa ha provveduto a risolvere la questione giocando d’anticipo?
Se è come dici tu ci dobbiamo aspettare un terzo morto.”
Il mattino dopo, puntuale come un treno svizzero arrivò il terzo morto e che morto.
“Commissario... Hanno ammazzato Ottavio Lomazzo.“
“Fammi capire, cinque colpi di calibro 38 e lo avete trovato alla Tesoriera?”
“Esatto!”
“Ieri sera ho parlato del caso con mia moglie.”
Spiegò all’ispettore l’ipotesi della Dottoressa Gasataldi.
“Epperò Commissario, sua moglie ci vede lungo assai!”
“Devo ammettere che mia moglie sa fare molto bene il suo mestiere. Chi cavolo sarà il bicornuto omicida
rancoroso? Arturo, convochiamo Gennaro Lomazzo e sentiamo cosa ci racconta”.
Gennaro Lomazzo escluse categoricamente che il fratello potesse essere l’amante della Raganella.
“Impossibile Commissario mio fratello era omosessuale ed aveva un compagno da sette anni.”
Prudente rimase di sale.
Nelle giornate successive indagarono in ogni direzione.
La Dottoressa Raganella, al di là della bugia sulla sorella era una persona irreprensibile, non trovarono nulla di strano.
Interrogarono il compagno di Ottavio Lomazzo e anche li nulla di perlomeno vagamente sospetto.
Rivoltarono la documentazione relativa alla CertEdile e scavarono in profondità nelle vite di tutti quelli che
avevano avuto a che fare con le persone implicate nell’indagine.
Nulla di nulla di nulla.
Si stava avvicinando il Natale, il Questore Scozzafava chiese al Prudente di archiviare il caso Pochezza.
Erano circa le dieci del mattino quando si presentò nell’ufficio del Questore.
“Commissario direi che sarebbe meglio non buttare più energie e risorse su di un caso inesplicabile.
Abbiamo pochi soldi, usiamoli bene, archiviamo il caso.”
Il Commissario stava per rispondere al Questore dichiarandosi d’accordo quando gli suonò il cellulare
“Commissario Minkia di una minkia di una starminkia di una fottutissima minkia... Abbiamo trovato
Gennaro Lomazzo morto, alla Tesoriera, cinque colpi di calibro 38!”
“Ispettore si calmi. Arrivo il prima possibile.”
Altro che chiudere il caso, bisognava capire e capire anche alla svelta perché l’uomo della calibro 38 stava
facendo una beatissima e fottutissima strage.
Tornato in ufficio indisse una riunione con tutto il reparto operativo della omicidi.
Ricapitolarono i punti salienti del caso e ammisero di non capirci nulla.
Il Commissario ad un certo punto batté una manata sulla scrivania.
“Ragazzi sono un coglione!”
“Perché commissario?”
“Ispettore vada al 320 di Corso Francia e prelevi la Signora Ramona Redenta. Se quello che penso è giusto
non la troverà e scopriremo che quella gentile signora non si chiamava ne Ramona ne Redenta e chissà dove
cavolo sarà adesso!”
L’ispettore tornò e confermò quanto ipotizzato dal Commissario.
“Mi spiega gentilmente Dottore.”
“Quando incontrai il Pochezza a Porta Palazzo mi disse che doveva parlarmi di una cosa strana che aveva
visto e io, pirla, ho pensato che avesse visto qualcosa sul posto di lavoro. Invece no la cosa strana l’aveva
vista a casa sua. Tutti questi omicidi non hanno fatto altro che coprire chissà cosa per il tempo che serviva a
far sparire prove, indizi e via discorrendo. Identikit della Redenta e indagine a tappeto nel quartiere per
capire qualcosa”.
Tre e ventitré del mattino.
Ultimo piano della Villa Sartirana dentro il parco della Tesoriera.
Sei personaggi sono seduti attorno ad un tavolo.
“Abbiamo fatto un casino inutile. Adesso per uscirne vuoi uccidere un Commissario di Polizia e la moglie?”
Il Generale Kappa dei Servizi Segreti, pur se parlava in modo calmo e pacato con la sua voce bassa e
melodiosa, era a dir poco furente.
“Noi lo stato lo difendiamo. È vero che spesso dobbiamo ricorrere a metodi poco ortodossi. Ma non siamo
la mafia.”
Il Colonnello Erre era sostanzialmente d’accordo con il suo capo.
“Capitano Esse, già ti dissi che non era il caso di far fuori il Pochezza. Tu ultimamente non riesci più a
distinguere la prudenza dall’omicidio. Secondo me devi prenderti una lunga pausa di riflessione.”
Il Generale Kappa proseguì “Adesso basta omicidi. Il Commissario non si tocca. Stiamo parlando di uno dei
migliori poliziotti che abbiamo in Piemonte. Ci penso io. Esse tu ci consegni adesso pistola e distintivo e ti
prendi un anno sabbatico. Erre vieni con me, facciamo due passi.”
Il Generale concordò con il Colonnello che l’unica soluzione per evitare che Esse combinasse ancora guai
era rispondere affermativamente alla richiesta del Mossad e consegnarglielo.
HaMossad leModi'in uleTafkidim Meyuchadim (in ebraico: המוסד למודיעין ולתפקידים מיוחדים ascolta, in
italiano "Istituto per l'intelligence e servizi speciali"), conosciuto semplicemente come Mossad (quindi in italiano "Istituto") è l'agenzia di intelligence ed un servizio segreto dello Stato di Israele che assolve al
compito di studiare e prevenire le attività che possano compromettere la sicurezza statale.
Altre agenzie di intelligence israeliane, da non confondere con il Mossad, sono lo Shabak (più spesso
indicato come Shin Bet), competente per la sicurezza interna dello Stato, il controspionaggio e il servizio
delle forze armate, l'Aman, responsabile per la raccolta e l'analisi delle informazioni a carattere militare.
Il Mossad opera nel campo della prevenzione e del contrasto al terrorismo (non solo di matrice islamica) e
nell'ambito delle operazioni aventi come scopo la raccolta di informazioni segrete di interesse statale.
Secondo alcuni osservatori sarebbe autorizzato ad atti da effettuare sotto copertura (incluse azioni paramilitari e omicidi).
“Colonnello Erre. Quelli del Mossad ci avevano avvisato che Esse stava diventando incontrollabile. Visto
quello che è successo sei mesi addietro a Ramallah direi che è tempo che paghi per le sue colpe.”
“Sarà fatto Generale.”
Una settimana dopo il Commissario Prudente trovò sul vetro della sua auto la pubblicità dell’autolavaggio KappaErre di Velletri.
“Lo sapevo, ne ero certo.”
Aprì la piccola borochure e vi lesse una serie di numeri “45-04-51-N; 7-46-03-E; 5,30Zulu”
Passò il resto della giornata in ufficio ad espletare le incombenze burocratiche pregresse.
La mattina seguente si alzò prestissimo.Salì sull’auto alle 4,45 del mattino ed alla 5,15 parcheggiò sul
piazzale antistante la basilica di Superga.
Il 4 maggio 1949 l'aereo che, di ritorno da Lisbona, stava trasportando la squadra di calcio del Grande
Torino, si schiantò contro la collina della basilica di Superga causando la morte dei giocatori, dei dirigenti,
degli accompagnatori, dell'equipaggio e di tre giornalisti sportivi. L'impatto emotivo fu enorme, anche
perché la squadra torinese era stata uno dei vanti della nazione in ambito sportivo.
Quasi un milione di persone parteciparono ai funerali a Torino. Il tragico evento è ricordato da una lapide
sul retro dell'edificio meta di pellegrinaggi di sportivi e non. Ogni 4 maggio si celebra una messa solenne in ricordo delle vittime.
Arrivò davanti alla lapide del Grande Torino e si accese una sigaretta.
“Buongiorno. Oggi siamo mattinieri.”
“Buongiorno a te. Certo che questi erano veramente una grande squadra.”
“Puoi dirlo forte. Tutta l’Italia tifava per loro e tutto il paese pianse la loro scomparsa.”
“Già ci unisce più il calcio della politica.”
“Beh... con la classe dirigente che abbiamo te ne stupisci?”
“Hai ragione Commissario non mi posso più stupire di nulla. Ne ho viste troppe”.
“Cosa avete combinato in corso Francia? Vi sembrava il caso di ammazzare quattro innocenti per coprire
chissà quale traffico? Come ci dobbiamo comportare? Non è che qualcuno dei tuoi ha ancora qualche scheletro nell’armadio da custodire gelosamente?”
Il Generale Kappa non si scompose ma in cuor suo non poteva che dare ragione al Commissario.
“In realtà quel qualcuno a cui ti riferisci non farà mai più danni. Lo abbiamo consegnato al Mossad.”
“Il cretino stava seguendo il Pochezza che qualche giorno prima di incontrare te, per puro caso, aveva visto
qualcosa che non doveva vedere.”
Il Commissario interruppe il Generale
“Chiaro. E quando lo ha visto parlare con me si è fatto prendere dal panico ed ha messo in scena quella
bella commedia fatta di omicidi e depistaggi.”
Il Generale annuì.
“Terrorismo ?”
“Si.”
“Pericoli immediati?”
“Nessuno. Tutto risolto.”
“Archivierò il caso.”
“Si, grazie”.
Il Commissario Prudente entrò nell’ufficio del questore alle 16,30 del pomeriggio.
Ne uscì verso le 17,30, lasciò l’auto di servizio posteggiata nel sotterraneo del Palazzo di Giustizia e andò a casa a piedi.
Era un bel pomeriggio ed il sole era caldo, una bella passeggiata era proprio quello che gli serviva.



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Racconto scritto il 26/02/2021 - 16:39
Da Pierfranco Bertello
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