Ultimo appiglio del mortal disio ,
quante nel cor ne ebbi di poi molte abbandonai per rio destino e malaffare.
Quando par che tutto navighi per dispettosa vela che non.si piega al mocchier ,
allor vuol l 'animo sperare ancor.
Come fa chi del pelago e 'stretto e fiacco e gia' non vede l alba del nuovo giorno ,prega gli avi suoi ,
ma scorge con occhio basso un fortunal sasso quinci prende nuova lena alla vita .
Spera , il buon fattore in pioggia d' autunno che sia forte il suo tetto
e di frutti gran copia.
I giorni possono esser duri,freddi
con un malinconico rumore
Cosa sarebbe senza Elpis che conforta?
S' affida a carte e dadi per vedere se ella e' in sua scorta chi il futuro indaga.
Ah se fossero più fausti i fati,
allor non ci sarebbe tanta incerta sorte.
Ma inver rinfranca che in ogni destin contorto ,
V'e' chi il ben governa pur se tutto sembra alla ruina.
Speranza,tu chr fosti di Pandora l' ultima a far lancia dal fatal vaso,
Illumina ogni via che monta storta .
L 'ultima che cede quando tutto sembra perso
navigando ,in acque perigliose sei la luce che rafforza.
Nei fragili amori amante e amato
fanno doppio gioco
Allor nel cor che langue,
vi sia un soffio di ristoro ,
Ispera prega che quella danza
si spenga come incerto foco
Non solo all' umana schiatta porgi un raggio nel cammino ,
financo l 'aquilotto coraggioso e gaio. che vole falcar l 'aere si sente sicuro e saldo liscia le penne al balzo.
Ma correnti avverse piegano le ali,
già sente che il solo sarà l' ultimo canto .
Quinci
volge il capo riprende quota, come foglia innalzata d folate giocose,la spe lo solleva che rivedrà il nido
Ove sei oh graziosa dea ?accompagnami
in questo viaggio e se fossi
sull 'erta strada rendi sicuro il mio
passo si che ritrovi di nuovo
ardor di risalir dal fallo .
Cala la sera dai brulli.monti alla collina
con quel sentor d ' amore che il.novello
di sara' ancor sotto la tua guida .
Corrado cioci
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