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Il primo volo

IL PRIMO VOLO
Ci troviamo sulle altissime vette della penisola italiana dove volano solo le aquile. Purtroppo era un momento assai difficile per la loro specie che da molto tempo pian piano si stava estinguendo; in quel momento pareva che fosse rimasto solamente un maschio nel territorio.
Per fortuna era venuto incontro a lui (unico esemplare rimasto) l’uomo che per non perdere la specie, un valido gruppo di ricercatori avevano deciso quell’anno di immettere alcuni esemplari importandoli da altre parti dell’Europa per i quali erano stati sovvenzionati. - due femmine e un maschio.
Margherita, appassionata di ornitologia e abbastanza esperta si stava incamminando verso le alte vette insieme ad altri colleghi ricercatori per poter monitorare le aquile reali che erano state liberate e per capire se gli elementi liberati si fossero adattati e ambientati al nuovo territorio a loro sconosciuto. Verso il tramonto arrivarono alla baita dove avrebbero potuto insediarsi e rimanere per il tempo necessario a monitorare gli animali e prendere gli adeguati appunti.
Erano nel periodo di marzo, periodo di accoppiamento delle aquile reali. Dovettero attendere qualche giorno con i binocoli puntati al cielo ma poi finalmente una mattina videro i magnifici volteggi in cielo di un maschio che si apprestava a conquistare la sua femmina.
Li videro lassù in cielo che si esibivano in mirabili e bellissimi voli, riconobbero una delle femmine che avevano rilasciato nel territorio; rimasero lì entusiasti e in silenzio ad osservare la loro danza d’amore. Sembrava che sia femmina che maschio si fossero ambientati perfettamente e adesso quella femmina si trovava in fase di corteggiamento da uno dei due esemplari di maschio d’aquila reale che ora la stava corteggiando.
L’entusiasmo e la meraviglia dei ricercatori non era però ancora finita perché un poco più lontano intravidero gli altri due esemplari di maschio e femmina che volteggiavano in cielo aperto; sembrava che essi avessero già finito la loro danza d’amore ed i ricercatori riuscirono persino ad individuare dove si stavano costruendo il loro nido.
Attendendo ancora riuscirono a vedere che anche la seconda coppia finì il corteggiamento e si apprestava a preparare su un’altra altura il loro nido, successivamente entrambe le coppie deposero le loro due uova.
I ricercatori si armarono di grande pazienza nell’attesa che passassero i 45 giorni della cova tornando ogni tanto in postazione al fine di controllare che tutto procedesse tranquillamente.


Una volta schiuse le uova, i maschi andavano a caccia e tornavano solerti a nutrire i piccoli.
Ci vollero due mesi affinché i pulcini diventassero aquilotti, un periodo quello ( i ricercatori lo sapevano molto bene) in cui il più forte dei due avrebbe cercato di buttare giù dal nido il fratellino più debole! Cosa che avvenne puntualmente in un nido delle due coppie. Nel secondo nido però avvenne una cosa curiosa, i due fratelli si bisticciavano ma né uno né l’altro riuscì mai a buttare fuori dal nido il fratello per cui continuarono ad essere nutriti dai genitori e a crescere fino alla fine dei 160/170 giorni finalmente pronti per spiccare il primo volo.
E ci riuscirono entrambi, prima uno e poi l’altro imparando in men che non si dica a padroneggiare le loro ampie ali.
Da quel giorno si videro volare in cielo ben cinque aquile reali e fu uno spettacolo eccezionale.
I ricercatori quando riuscirono a mettere l’anello alla zampa dei nuovi nati si resero conto che erano due maschi e una femmina per cui l’anno successivo avrebbero avuto nel territorio ben tre coppie d’aquila reale di fatto e quindi decisero di importare ancora un’altra femmina in modo da formare una’ulteriore coppia, avrebbero così avuto nel territorio ben quattro coppie di aquile reali!


Ora la salvaguardia della specie era assicurata!




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Racconto scritto il 10/05/2023 - 07:35
Da Maria Luisa Bandiera
Letta n.368 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


E un sentito grazie anche a te Mare blu per il tuo gradito commento.

Maria Luisa Bandiera 15/05/2023 - 07:21

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Questo tuo racconto abbraccia da un lato lo zelo dei ricercatori e loro rispetto per la natura, ma più fortemente tocca significativi sentimenti di animali. Molto piaciuto. Cari saluti Maria Luisa Buona domenica!

mare blu 14/05/2023 - 16:09

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Grazie Laisa

Maria Luisa Bandiera 13/05/2023 - 07:26

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Sorry

laisa azzurra 12/05/2023 - 21:31

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Ci vuole cura, dedizione e amore per costruire una famiglia, altrettanta, forse più, per preservarla, proteggerla dalle insidie e dai tormenti...
Vale per tutti...
Bravissima, cara Maria Luisa
e grazie....

laisa azzurra 12/05/2023 - 21:30

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E un sentito grazie anche a Mario.

Maria Luisa Bandiera 11/05/2023 - 14:36

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Ho letto estasiata questo tuo bel racconto e mi sono immedesimato in questa meravigliosa aquila che ha coronato il suo sogno grazie all'amore di uomini giusti.

mario Righi 11/05/2023 - 09:44

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Grazie Margherita del tuo gradito commenti.

Maria Luisa Bandiera 11/05/2023 - 07:47

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Ho letto con interesse il tuo bellissimo racconto, l'aquila è sempre stato il mio animale totemico. Volare in alto nonostante tutto e tutti rappresenta la via della consapevolezza spirituale. E salvare l'aquila è un prezioso valore nel mondo.
Grazie Maria Luisa

Margherita Pisano 10/05/2023 - 20:39

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Grazie anche a te Francesco.

Maria Luisa Bandiera 10/05/2023 - 16:01

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Racconto scorrevole e di piacevole lettura, ciao

Francesco Scolaro 10/05/2023 - 15:11

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E un grazie ancora ad Anna, Domenicandrea e Mary L.

Maria Luisa Bandiera 10/05/2023 - 14:27

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Bel racconto

Mary L 10/05/2023 - 13:50

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È stato un piacere leggere il tuo racconto. Le aquile, che animali affascinanti

Domenicandrea Minunni 10/05/2023 - 10:52

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Aquile e legge del più forte, ma...anche tra gli animali vige la forza della fratellanza, e quindi non tutto è perduto, la specie è assicurata non solo dalla forza ma intrecciata a quella dell'amore. Molto bello questo tuo racconto con questa bella morale!!

Anna Cenni 10/05/2023 - 10:29

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Grazie Mirko, mi fa piacere che ti sia piaciuto!

Maria Luisa Bandiera 10/05/2023 - 09:20

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Non so dire perché, ho pensato all’aquila incespicante, sgraziata tra
calce spenta e pietra trita negli affreschi andati ormai perduti del Giotto da Bondone.
Ma l’aquila vola, e torna sempre a librarsi nell’etra. Si riverbera come luce da un dipinto.


Bel racconto, complimenti


Mirko D. Mastro 10/05/2023 - 09:03

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