Il bauletto
Dopo la morte di mio marito, ogni cosa che lo riguardava assunse un valore aggiunto a cui mi aggrappavo nei momenti di grande disperazione, avevo bisogno di qualcosa di tangibile che mi aiutasse a ricordare : la sua voce, i suoi gesti o il suo profumo, cioè di qualcosa che potesse apparentemente colmare i vuoti della sua mancanza.
Cominciai a raccogliere foto, lettere compreso i bigliettini che a volte mi lasciava vicino al caffè ed altro, in una scatola di cartoncino comprata apposta in cartoleria.
Mio padre, testimone di tutto ciò,un giorno tornò a casa portandomi un bauletto in noce, fatto a mano da un suo amico falegname. Era un vero gioiellino di artigianato, aveva sul coperchio un intarsio sorrentino di balsa che riproduceva un mazzolino di fiori. A chiuderlo una serratura di ottone con una chiave in tema. Fui così felice di quel dono che avrebbe sostituito il misero ed anonimo scatolo di cartone, ma soprattutto della sensibilità di mio padre.
Rivestii tutto l’interno del coperchio con un pezzetto di stoffa di seta di San Leucio nel cui centro posizionai l’ultima foto fatta insieme a mio marito.
Trasferii in esso tutto il contenuto della scatola compreso un mio vecchio diario ed un quaderno in cui avevo scarabocchiato le mie prime poesie e lo misi in bella mostra sopra un tavolino della mia camera.
Ma una brutta notte di alcuni anni fa ebbi la sgradita visita dei ladri, che tra le varie cose di valore portarono via anche il mio bauletto con il probabile intento di trovarvi degli oggetti preziosi.
Vagai per giorni e giorni, cercando in buona parte nei centri di raccolta dei rifiuti, con la vaga speranza, che i ladri vi avessero buttato almeno contenuto, visto che a loro non sarebbe servito a niente, ma ovviamente non fu così ed io sostituii un po’ alla volta la speranza con la rassegnazione.
Passarono molti mesi fino a quando una domenica mattina, invitata da una amica andammo a
visitare il mercatino degli oggetti usati, che si teneva nella mia città ogni prima domenica del mese.
Mentre camminavo tra le file di bancarelle che esponevano oggetti di vario stile e di epoche diverse, mi paralizzai nel momento in cui il mio sguardo cadde su un bauletto esposto nell’angolo più lontano della bancarella che mi era davanti. Non esitai un attimo, lo avrei riconosciuto ad occhi chiusi, quello era il ‘mio’ bauletto.
Dopo una piccola trattativa, ma lo avrei pagato comunque la cifra richiesta e felice come non mai lo portai a casa dov’è tutt’ora .Naturalmente era vuoto, del contenuto nessuna notizia, ma io l’ho sostituito con cose altrettanto preziose che riguardano: i figli ed i nipoti.
Cominciai a raccogliere foto, lettere compreso i bigliettini che a volte mi lasciava vicino al caffè ed altro, in una scatola di cartoncino comprata apposta in cartoleria.
Mio padre, testimone di tutto ciò,un giorno tornò a casa portandomi un bauletto in noce, fatto a mano da un suo amico falegname. Era un vero gioiellino di artigianato, aveva sul coperchio un intarsio sorrentino di balsa che riproduceva un mazzolino di fiori. A chiuderlo una serratura di ottone con una chiave in tema. Fui così felice di quel dono che avrebbe sostituito il misero ed anonimo scatolo di cartone, ma soprattutto della sensibilità di mio padre.
Rivestii tutto l’interno del coperchio con un pezzetto di stoffa di seta di San Leucio nel cui centro posizionai l’ultima foto fatta insieme a mio marito.
Trasferii in esso tutto il contenuto della scatola compreso un mio vecchio diario ed un quaderno in cui avevo scarabocchiato le mie prime poesie e lo misi in bella mostra sopra un tavolino della mia camera.
Ma una brutta notte di alcuni anni fa ebbi la sgradita visita dei ladri, che tra le varie cose di valore portarono via anche il mio bauletto con il probabile intento di trovarvi degli oggetti preziosi.
Vagai per giorni e giorni, cercando in buona parte nei centri di raccolta dei rifiuti, con la vaga speranza, che i ladri vi avessero buttato almeno contenuto, visto che a loro non sarebbe servito a niente, ma ovviamente non fu così ed io sostituii un po’ alla volta la speranza con la rassegnazione.
Passarono molti mesi fino a quando una domenica mattina, invitata da una amica andammo a
visitare il mercatino degli oggetti usati, che si teneva nella mia città ogni prima domenica del mese.
Mentre camminavo tra le file di bancarelle che esponevano oggetti di vario stile e di epoche diverse, mi paralizzai nel momento in cui il mio sguardo cadde su un bauletto esposto nell’angolo più lontano della bancarella che mi era davanti. Non esitai un attimo, lo avrei riconosciuto ad occhi chiusi, quello era il ‘mio’ bauletto.
Dopo una piccola trattativa, ma lo avrei pagato comunque la cifra richiesta e felice come non mai lo portai a casa dov’è tutt’ora .Naturalmente era vuoto, del contenuto nessuna notizia, ma io l’ho sostituito con cose altrettanto preziose che riguardano: i figli ed i nipoti.
Racconto scritto il 23/01/2024 - 17:44
Letta n.287 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Grazie Angela e buona serata anche a te
santa scardino 27/01/2024 - 19:01
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Un bel racconto a lieto fine...Buona serata Santa
Angela Randisi 27/01/2024 - 18:43
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Carissimo Mirko GRAZIE.
santa scardino 25/01/2024 - 11:12
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Splendido testo di grande emozione
Mirko D. Mastro 25/01/2024 - 11:05
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Grazie Mary L, purtroppo si. Buona e serena serata.
santa scardino 24/01/2024 - 21:59
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Peccato che lo scrigno era vuoto, i ricordi nel cuore no, accidenti ai ladri
Mary L 24/01/2024 - 21:43
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Grazie Francesco,sei molto gentile. Buona serata.
santa scardino 23/01/2024 - 20:08
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Un lieto fine a metà, ma tanto basta per essere contenti perchè, come dice Anna, il contenuto tu lo porti nel cuore e lì nessun ladro può accedere. Bel racconto, complimenti, ciao
Francesco Scolaro 23/01/2024 - 19:14
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Grazie, dolce Annna.
santa scardino 23/01/2024 - 18:45
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Un racconto incantevole, ma accidenti ai ladri!! tanto i ricordi del cuore nessuno può rubare.Ti abbraccio forte forte!!
Anna Cenni 23/01/2024 - 18:25
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