TRASPOSIZIONE ANAGRAFICA
Le istruzioni sono:
Immaginate una storia in cui GIULIETTA e ROMEO sono in realtà sulla sessantina quando scocca la scintilla d'amore. Come sarà la loro relazione? Dovranno affrontare non più l'opposizione dei genitori, ma quella dei figli. Come potranno incontrarsi di soppiatto? Con quali parole esprimeranno la loro passione? Quali i progetti?
In alternativa RENZO e LUCIA vent'anni dopo il matrimonio (Lucia è ingrassata...Renzo si e rivelato un donnaiolo...o no?)
In alternativa RENZO e LUCIA vent'anni dopo il matrimonio (Lucia è ingrassata...Renzo si e rivelato un donnaiolo...o no?)
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Romeo e Giulietta
Comprendere il concetto d'esistenza vuol dire accettare il trascorrere del tempo, ma non sempre il passare degli anni sfigura i sentimenti più intimi, più veri, più puri. L'amore ne è un esempio, l'amore uccide, illude, l'amore può essere l'unica cosa per cui vale la pena vivere e gioire, anche dopo quaranta anni, tre bellissimi figli e un marito leale e affettuoso. Eppure questo può anche non bastare ad una donna, non di certo a Giulietta Capuleti, ora impegnata a rimirare la laguna, profonda e nostalgica quanto i suoi occhi stanchi...Quant è bella Venezia!
Nonostante ciò Giulietta non era mai riuscita ad apprezzarla quanto Verona, la sua amata e amante in cui aveva trascorso la gioventù e dove conobbe, tra gli stretti vicoli e i balconi fioriti, l'uomo per cui ardeva pazzamente, prima ancora che i genitori la costringessero a cambiare città e a sposare un ricco commerciante che non amava. Nulla venne a mancarle in quei lunghi anni, ma a vederla nessuno l'avrebbe paragonata ad una nobile signora, pur se ornata da ricche vesti e preziosi monili, ormai il suo portamento fiero era decaduto in una goffa andatura, il suo viso rovinato da solchi profondi, il ventre rigonfio e morbido, i capelli scoloriti e racolti ordinametemente. Quella logora figura, di una degna Capuleti, manteneva solo il dicorrere e i movimenti eleganti e raffinati, conservando in quella "misera" e corrucciata vecchiaia un minimo di dignità. Da tutti i pori esprimeva sofferenza e di certo non poteva rimanere nascosta al marito che si autoaccusava di non essere stato in grado di rendere felice la donna che aveva sposato per amore. Anche i figli sapevano di essere un "surrogato" della vera famiglia che Giulietta desiderava e questo la affliggeva, le faceva male accarezzare i figli non riconoscendo quegli occhi verdi, quel naso aquilino e quella carnagione pallida di Romeo Montecchi, l'uomo che amava!
Non fece mancare nulla ai suoi figli, gli diede amore, come solo una madre può fare, ma non avevano le bende sugli occhi, capivano ciò che sentiva la donna e per questo la deridevano e umiliavano. Si aggirava sulla sessantina e il rispetto non le interessava, il suo unico desiderio era rivedere Romeo, potergli anche solo parlare prima di morire. Nessuno può affermare con certezza se fosse stato il Fato o un dio, fatto sta che le sue preghiere furono ascoltate. Camminava sostenuta dalle sue ancelle per il mercato, erano mesi che non respirava aria buona all'aperto, quel giorno però venne asslita da uno strano presentimento, sentiva che la morte l'avrebbe presto accolta. Tra mille pensieri d'un tratto si arrestò portando le mani alla bocca, gli occhi le si inumidirono, le pupille tremavano. Lo riconobbe, riconobbe nell'uomo stempiato, nelle labbra carnose e negli occhi verdi Romeo. Fu pervasa da sentimenti sepolti e fossilizzati dal tempo della sua adolescenza. Si vennero incontro, un pò piangendo e un pò ridendo disperdendosi nella folla finchè non furono soli in un vicolo. Non parlarono, non ci riuscivano e poi c'era troppo da dire. Le loro umide labbra si incontrarono per l'ultima volta, per Giulietta era troppo. Malata da tempo, quel bacio fu fatale, fu un addio, o meglio, un piacevole modo di morire. Il cuore le si fermò, si lasciò cadere al suolo, presto sarebbe impallidita perdendo il colorito roseo della pelle. Romeo comprese immediatamente, ma non voleva ricordarla così, le carezzò dolcemente la guancia, il suo viso era rasserenato. Si incamminò verso un pontile da cui si gettò lasciandosi annegare nella laguna. Quelle due morti furono considerate due tragici eventi anonimi tra loro e nessuno avrebbe mai saputo la verità: non i figli e non i genitori. Finalmente quell'uomo e quella donna ottennero l'agognato "lieto fine", gustando segretamente l'inizio e la fine del loro amore.
Nonostante ciò Giulietta non era mai riuscita ad apprezzarla quanto Verona, la sua amata e amante in cui aveva trascorso la gioventù e dove conobbe, tra gli stretti vicoli e i balconi fioriti, l'uomo per cui ardeva pazzamente, prima ancora che i genitori la costringessero a cambiare città e a sposare un ricco commerciante che non amava. Nulla venne a mancarle in quei lunghi anni, ma a vederla nessuno l'avrebbe paragonata ad una nobile signora, pur se ornata da ricche vesti e preziosi monili, ormai il suo portamento fiero era decaduto in una goffa andatura, il suo viso rovinato da solchi profondi, il ventre rigonfio e morbido, i capelli scoloriti e racolti ordinametemente. Quella logora figura, di una degna Capuleti, manteneva solo il dicorrere e i movimenti eleganti e raffinati, conservando in quella "misera" e corrucciata vecchiaia un minimo di dignità. Da tutti i pori esprimeva sofferenza e di certo non poteva rimanere nascosta al marito che si autoaccusava di non essere stato in grado di rendere felice la donna che aveva sposato per amore. Anche i figli sapevano di essere un "surrogato" della vera famiglia che Giulietta desiderava e questo la affliggeva, le faceva male accarezzare i figli non riconoscendo quegli occhi verdi, quel naso aquilino e quella carnagione pallida di Romeo Montecchi, l'uomo che amava!
Non fece mancare nulla ai suoi figli, gli diede amore, come solo una madre può fare, ma non avevano le bende sugli occhi, capivano ciò che sentiva la donna e per questo la deridevano e umiliavano. Si aggirava sulla sessantina e il rispetto non le interessava, il suo unico desiderio era rivedere Romeo, potergli anche solo parlare prima di morire. Nessuno può affermare con certezza se fosse stato il Fato o un dio, fatto sta che le sue preghiere furono ascoltate. Camminava sostenuta dalle sue ancelle per il mercato, erano mesi che non respirava aria buona all'aperto, quel giorno però venne asslita da uno strano presentimento, sentiva che la morte l'avrebbe presto accolta. Tra mille pensieri d'un tratto si arrestò portando le mani alla bocca, gli occhi le si inumidirono, le pupille tremavano. Lo riconobbe, riconobbe nell'uomo stempiato, nelle labbra carnose e negli occhi verdi Romeo. Fu pervasa da sentimenti sepolti e fossilizzati dal tempo della sua adolescenza. Si vennero incontro, un pò piangendo e un pò ridendo disperdendosi nella folla finchè non furono soli in un vicolo. Non parlarono, non ci riuscivano e poi c'era troppo da dire. Le loro umide labbra si incontrarono per l'ultima volta, per Giulietta era troppo. Malata da tempo, quel bacio fu fatale, fu un addio, o meglio, un piacevole modo di morire. Il cuore le si fermò, si lasciò cadere al suolo, presto sarebbe impallidita perdendo il colorito roseo della pelle. Romeo comprese immediatamente, ma non voleva ricordarla così, le carezzò dolcemente la guancia, il suo viso era rasserenato. Si incamminò verso un pontile da cui si gettò lasciandosi annegare nella laguna. Quelle due morti furono considerate due tragici eventi anonimi tra loro e nessuno avrebbe mai saputo la verità: non i figli e non i genitori. Finalmente quell'uomo e quella donna ottennero l'agognato "lieto fine", gustando segretamente l'inizio e la fine del loro amore.
Scrittura creativa scritta il 05/04/2017 - 19:08
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Commenti
Seppur nella tragedia la morte viene vissuta come un lieto fine ad indicare quanta sofferenza in vita ebbero i due amanti, sicche solamente adesso potranno "vivere" la loro storia d'amore quando si incontreranno per le vie del cielo. Bravo un bel racconto molto ben congegnato
Francesco Scolaro 06/04/2017 - 15:06
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Originale racconto,questo fato nefasto che li ha divisi per tutta la vita, forse intenerito gli ha fatto l'ultimo regalo...molto apprezzato!*****
ANNA BAGLIONI 05/04/2017 - 22:04
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