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Le istruzioni sono:

Scegli un interlocutore (es. la persona che ami, o che non ami più o che non ti ama più) e dà a tutti i ricordi la forma di una domanda: "Ti ricordi quella volta che ..?", "Ti ricordi che tu indossavi quel vestitino azzurro che ...?" "Ti ricordi che abbiamo incontrato ....?". Così tenta di scrivere un racconto.


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Castelli di menzogne

Certo non si può davvero dire che noi le bugie non sappiamo raccontarle. E' come un vizio di famiglia, una malattia, una maledizione che ci accomuna tutti. Quante volte abbiamo giurato a noi stessi di non ricaderci mai più solo per commettere lo stesso errore ancora ed ancora. Ormai penso di averci fatto l'abitudine sai? Quelli come noi non smetteranno mai, perché in realtà noi non vogliamo affatto smettere, questo è quello che sappiamo fare meglio. Mentire ci rende più forti, ci rende intoccabili.
Io so raccontare belle bugie, complesse e ben studiate. Per un breve periodo di tempo riesco anche ad autoconvincermi della verità di quello che dico. Insomma sono uno bravo, eppure nostra madre mi ha sempre detto, con uno strano orgoglio che ancora non riesco a spiegarmi, che, se prima o poi uno dei due avrebbe ingannato l'altro quello saresti stato tu. Vedeva in te qualcosa di più grande, qualcosa capace di annientare chiunque, anche me. Ed era proprio così, ora posso dirti che aveva ragione, perché forse tu non lo sai ma io ti avevo creduto quando mi hai giurato che non te ne saresti andato via, si, io ti avevo creduto. E invece tu mi hai lasciato qui, da solo, a fare i conti con quel buco che mi porto nell’anima.
Ti ricordi ancora quella nostra complicità che spesso ci ha tolto dai guai? Ti ricordi tutte le volte che da ragazzini nostro padre voleva sgridarci per qualche stupidaggine fatta e noi lo confondevamo con i nostri discorsi al punto di farlo desistere? Perché io lo vedo ancora, mi scorre sotto gli occhi tutte le volte che penso a te.
L'altro giorno ho trovato in un cassetto la tua sciarpa, quella grigia che adoravo. Non l'ho indossata, né ho intenzione di farlo in futuro. Ho deciso che la lascerò andare via con te, in questo momento non ho bisogno di una sciarpa, in questo momento non ho bisogno più di nulla.
Provi ancora quell'orribile sensazione che ci attanagliava lo stomaco di notte quando il resto della casa dormiva e noi iniziavamo a fare impensabili discorsi sul futuro? Te la ricordi? A noi non è mai piaciuto pensare al futuro, il futuro ti scappa dalle mani con una facilità inaudita. Il futuro è un vandalo che imbratta di dubbi un presente che a fatica stai costruendo. Il futuro era una minaccia per i nostri giochi. Riesci ancora a ricordare le nostre sfide? I nostri folli tentativi di dimostrare all'altro chi fosse il vero conduttore del gioco, la vera mente dietro tutto?
Da che ho memoria ho sempre cercato di farti capire che io non ero come le altre persone, che non avresti potuto manipolare me come facevi con chiunque altro. Alla fine penso anche di esserci riuscito.
Mi sveglio spesso di notte pensando a come sarebbe stata la vita se tu fossi ancora qui, la verità e che io non lo so, la verità è che io non so quasi nulla. Quasi mai.
Voglio però dirti che, ora che le cose sono andate così diversamente da come le avevo pianificate, non sento più il bisogno di dormire tra questi castelli di menzogne ed è per questo che proprio ora, senza nessuna vergogna, posso confessarti di aver sempre saputo di non essere io il protagonista di questa storia, questa storia è sempre e solo stata la tua.


Ciao, ci vediamo alla fine. Luca.




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Scrittura creativa scritta il 06/05/2013 - 14:26
Da Simone Coriandoli
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