Io non conosco
il sapore della nebbia
che benedice le spoglie
di una primavera spezzata,
solo il brivido del suo fiato
a fermare sulla pelle
l’istante in cui sorge il mattino.
Non so dello scroscio di bruma
che ticchetta sui fossi
quando un’ alba dimentica
abbandona i suoi sogni agitati
sulle spalle di un’ acqua
che, senza forza, stagna.
Non so più di ciò che nasconde.
Ma della marea di silenzio
che sommerge ogni passo,
facendolo primo e ultimo
a cantare per noi.
E di come la luce
d’ un tratto sfregi il fantasma
senza storia e senza nome
che ancora alligna freddo
e stanco sulla schiena,
imprimendogli negli occhi
il calore di un sorriso
che insperato ancora arriva
da chi non conosco.
il sapore della nebbia
che benedice le spoglie
di una primavera spezzata,
solo il brivido del suo fiato
a fermare sulla pelle
l’istante in cui sorge il mattino.
Non so dello scroscio di bruma
che ticchetta sui fossi
quando un’ alba dimentica
abbandona i suoi sogni agitati
sulle spalle di un’ acqua
che, senza forza, stagna.
Non so più di ciò che nasconde.
Ma della marea di silenzio
che sommerge ogni passo,
facendolo primo e ultimo
a cantare per noi.
E di come la luce
d’ un tratto sfregi il fantasma
senza storia e senza nome
che ancora alligna freddo
e stanco sulla schiena,
imprimendogli negli occhi
il calore di un sorriso
che insperato ancora arriva
da chi non conosco.
Opera scritta il 06/06/2010 - 18:28
Da Donna Pola
Letta n.1339 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
bravissima! Questo e' un colpo da maestro! Inchino.. antonyo
antonyo 06/06/2010 - 21:14
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