Lasciata sola, spaventata, urlai dal dolore, per farmi sentire in mezzo al nulla.
La debolezza prese il sopravvento, togliendomi quella forza e protezione che mi tenevano lontana dalle insidie.
No! Non era possibile, mi aveva abbandonato.
Disperata, rivolsi gli occhi al cielo come sempre, alla ricerca di luce. La stessa che illuminava i miei passi, la mia strada, e chi mi sosteneva.
Quel volto che un tempo mi sorrideva, e quelle orme grandi che mi rassicuravano ogni istante, eco dei miei passi, non c’erano più.
Non c’erano a farmi compagnia in quel nuovo giorno.
Tanto era il dolore, da non farmi comprendere il significato di quel-l’abbandono, di quel vuoto che sentivo dentro e fuori.
M’incamminai in cerca di risposte a ritroso in quella via su cui, insieme, avevamo lasciato le nostre impronte. Non trovai nulla.
Eppure sapevo che dovevo insistere a cercare proprio laggiù, in quel sentiero tortuoso percorso ogni giorno assieme.
Proprio quando l’alba mi venne a cercare, illuminando i miei passi, finalmente sorrisi. Non potevo trovarli, non potevo vederli.
Era venuta in mio aiuto, raccogliendo il mio dolore tra le sue braccia, alzandomi dalla terra arida, sussurrandomi, per rassicurarmi, che la ricchezza del futuro era il coraggio della mia stessa forza, mostrando come le orme lasciate sulla strada finora non erano le mie, ma le nostre, diventate grandi come la forza dell’anima che lascia il segno a ogni passaggio della vita stessa.
La mia ombra.
Io.
Ancora una volta.
La debolezza prese il sopravvento, togliendomi quella forza e protezione che mi tenevano lontana dalle insidie.
No! Non era possibile, mi aveva abbandonato.
Disperata, rivolsi gli occhi al cielo come sempre, alla ricerca di luce. La stessa che illuminava i miei passi, la mia strada, e chi mi sosteneva.
Quel volto che un tempo mi sorrideva, e quelle orme grandi che mi rassicuravano ogni istante, eco dei miei passi, non c’erano più.
Non c’erano a farmi compagnia in quel nuovo giorno.
Tanto era il dolore, da non farmi comprendere il significato di quel-l’abbandono, di quel vuoto che sentivo dentro e fuori.
M’incamminai in cerca di risposte a ritroso in quella via su cui, insieme, avevamo lasciato le nostre impronte. Non trovai nulla.
Eppure sapevo che dovevo insistere a cercare proprio laggiù, in quel sentiero tortuoso percorso ogni giorno assieme.
Proprio quando l’alba mi venne a cercare, illuminando i miei passi, finalmente sorrisi. Non potevo trovarli, non potevo vederli.
Era venuta in mio aiuto, raccogliendo il mio dolore tra le sue braccia, alzandomi dalla terra arida, sussurrandomi, per rassicurarmi, che la ricchezza del futuro era il coraggio della mia stessa forza, mostrando come le orme lasciate sulla strada finora non erano le mie, ma le nostre, diventate grandi come la forza dell’anima che lascia il segno a ogni passaggio della vita stessa.
La mia ombra.
Io.
Ancora una volta.
Adriana Giulia Vertucci aprile 2014
Opera scritta il 06/04/2015 - 19:36
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Commenti
Sempre cercarla quella forza, è l'unica cosa che non ci abbandonerà mai. E' la nostra vita stessa fra le mani che la chiede sempre. Bella riflessione, brava!
Ciao...
Ciao...
Gio Vigi 08/04/2015 - 20:11
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Con Dio nel cuore... Con Dio nel cammino... Non saremo mai abbandonati... Lieta giornata
Rocco Michele LETTINI 08/04/2015 - 09:57
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la nostra forza siamo innanzitutto NOI.
Chi crede in Dio, nel suo Amore, poi, si sente...un gigante.
Vera
Chi crede in Dio, nel suo Amore, poi, si sente...un gigante.
Vera
Vera Lezzi 07/04/2015 - 08:52
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