Rohan, la cetra e il bosco fatato
in una terra verde e silenziosa
popolata da umani e magiche creature
viveva un giovanotto dalla pelle rosa
Con folti ricci arancioni
e occhi color nocciola.
Con la madre e il fratellino,
in una piccola pianura v'era la sua dimora
circondata da laghi e fiumi
accarezzati dal vento e colorati dall'aurora.
Rohan era il suo nome, esile e timido
portava al pascolo le pecore
vicino ad un bosco umido
suonando una vecchia cetra,
dono lontano di un padre mai avuto.
Il suono soave riempiva i dintorni
aleggiando nell'aria come arcobaleno
e il bosco tranquillo dopo tutti quei giorni
cullava folletti dal cuore sereno.
Seduto sul prato con le piccole dita
stuzzicava la lira con cura mai udita
e intorno a quel bimbo le fate del bosco
danzavano in cerchio col viso commosso.
Per anni lui ignaro donò l'allegria
a quelle creature maestose e sognanti
ma un giorno la notte se lo portò via
lasciando un silenzio per tutti assordante.
Folletti intristiti vagavan tra i rami
e la barba degli gnomi giaceva bagnata,
fate incupite al chiaror della luna
e leprecauni impauriti dalla tetra vallata,
cercavan dispersi un pò di fortuna
sperando il ritorno della cetra amata.
La madre di Rohan piangeva in silenzio
accanto a quel figlio immerso in un sogno
sperando che un giorno con un desiderio
il piccolo potesse svegliarsi dal sonno.
Il mattino seguente la fata Smeralda,
regina del bosco e della vallata
decise di uscire da quella sua tana
perchè la tristezza regnava sovrana
lasciando una scia di stelle lucenti
in punta di piedi suonò una campana.
Alzando lo sguardo, si accorse d'un tratto
che il sole tornava con il suo splendore
e il bimbo assonnato con un tocco d'affetto
asciugò una lacrima dal viso materno.
La fata Smeralda tornò soddisfatta
narrando ai suoi cari la bella notizia
e il giorno seguente un suono di cetra
riempì nuovamente il bosco
di gioia e letizia.
Note: Ispirata dal mio ultimo viaggio in Irlanda.
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Io, di solito non commento gli anonimi, ma questa tua,comunque, meritava un commento.