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Il cerbiatto e il cervo

Un giovane cerbiatto mentre brucava l’erba
rimirava il papà cervo che pascolava accanto
stimando ed invidiando nella sua età acerba
quelle grandi corna che eran del padre vanto.,

pensava “quando crescerò forte e possente
‘si d’aver sul mio capo quest’armi di difesa,
senz’altro io non avrò paura più di niente
e di sicuro nessun potrà portarmi offesa”


ma d’improvviso in quell’oasi di pace
rimbombò d’intorno il ruggito del leone,
il padre conoscendo quell’essere vorace
disse tremando di paura e d’agitazione:


“scappiam,scappiam più veloci del vento”
e si mise a correr inseguito da quel figlio
che inver fu preso da delusione e sgomento
veder cotanto padre diventar come coniglio


quando da loro fu raggiunta la salvezza
il cucciolo avvilito scoppiò in gran pianto
ma il saggio padre nel veder quella tristezza
disse con pazienza a quel figlio affranto:


“non ti devi vergognar per la mia paura,
poiché sappi che è lei che ci salvò la vita,
se avessi combattuto, è cosa assai sicura
nulla la nostra morte sarebbe a noi servita,


contro i più forti va ingoiato quest’orgoglio
tu imparerai diventando adulto e saggio,
mai ad ogni costo cozzar contro lo scoglio
a volte indietreggiar è segno di coraggio”


il pargolo comprese del padre la lezione
ed ammirò ancor più quel genitor arguto
inutile rischiare, meglio subir umiliazione
piuttosto che dissolver tutto in un minuto.




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Opera scritta il 25/04/2015 - 11:39
Da Giovanni Facchetti
Letta n.1002 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Prudenza e saggezza in una allegra poesia, fanciullesca quasi da carosello ma utile.

luciano rosario capaldo 25/04/2015 - 18:33

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Una metafora molto utile nella vita,la saggezza è sempre vincente,complimenti

genoveffa 2 frau 25/04/2015 - 15:42

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