Io no, nun ciò rimpianto
e puro cor còre affranto
vivo sempre come ar giubbileo,
nu’ mme va ggiù 'sto piagnisteo
e puro cor còre affranto
vivo sempre come ar giubbileo,
nu’ mme va ggiù 'sto piagnisteo
Ciavranno si tante beghe
'ste pore mi’ colleghe,
a mme si mme guardate er viso
ciò sempre un ber soriso.
Io sto co li penzionati,
li sfrattati, li disoccupati,
li dannati e l’operai,
ciò pur’io ‘n sacco de guai,
ma ar poraccio e ar pellegrino
che pe’ mme appiccia er lumino
invece de languore o pianto
je regalo un soriso ch’è ‘n incanto.
L’omo vabbè cià tante mani,
quelle de ieri, quelle de domani,
una ch’unisce, una che divide,
una ch’accarezza, una ch’uccide
e a voi che a mme venite
pe’ tutti io so' la madonna,
la madonna che te ride.
Opera scritta il 25/04/2015 - 19:37
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Commenti
Grazie Anna e Millina, ciao gentilissime!!!
paolo di cristofaro 26/04/2015 - 12:01
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Bellissima Paolo!
Magari ce ne fossero di più di queste madonne a lenire le pene altrui.
Magari ci fosse più predisposizione al semplice ed impagabile sorriso. Non arrenderti ai piagnistei e continua ad esser madonna!
Buona domenica.
Magari ce ne fossero di più di queste madonne a lenire le pene altrui.
Magari ci fosse più predisposizione al semplice ed impagabile sorriso. Non arrenderti ai piagnistei e continua ad esser madonna!
Buona domenica.
Millina Spina 26/04/2015 - 11:17
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Bella Paolo,la Madonna che invece di piangere ci sostiene con il suo sorriso.Ciao
Anna Rossi 26/04/2015 - 05:46
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