Siamo soli.
Il buio attorno a noi rispecchia totalmente il mio stato d’animo sporco e coperto di vergogna.
Muovo una mano nell’oscurità cercando il contatto con il suo corpo, voglio sentire il suo calore, voglio sentire la morbidezza della sua pelle giovane e levigata.
“Chi sei giovane creatura?” mi domando tra me e me assalito da un senso di estranea voglia di lasciarmi andare ad errati attimi di gioia. Ti guardo con occhi non miei, ti parlo con parole espresse da qualcun altro. Ti cerco con sguardi sfuggenti.
Lei non lo sa, ma io sono qui. Lei non lo sa, ed io mi rafforzo sempre di più , prendendo coraggio , perdendo la ragione.
Ora la sua gamba si accavalla alla mia con semplicità, come se un contatto tra due sconosciuti fosse un gesto normale, come quando si cerca l’attenzione di qualcuno che vuole la stessa cosa. Non sento imbarazzo, solo un pizzico di timore nei miei confronti. Mi faccio paura. Non so cosa sta succedendo dentro di me ma giuro di poter sentire il mio stesso sangue viaggiare veloce lungo le vene. Giuro di poter sentire una voce nella mia testa che urla a squarciagola per scacciare il pensiero di lei, che ignara non sa nulla.
Ora la sua mano si appoggia tranquilla sulla mia gamba, il suo sorriso sereno mi conforta, mi trasporta in un leggero soffio di aria fresca in cui voglio sempre più farmi trasportare.
Lei a quest’ora starà asciugando i capelli con la spazzola in legno , davanti ad uno specchio ancora appannato dai vapori dell’acqua calda. Non so più come frenare la mia voglia di buttarmi tra le sue braccia, continuo a giocare con un lembo della maglia , per non trovare il contatto con il suo corpo caldo. Cerco di resistere. Le sue parole sono sempre più sussurrate, il suo respiro sempre più regolare. Abbasso lo sguardo sorridendo imbarazzato, ma più guardo i suoi occhi blu come il mare e più sento il desiderio di buttarmici dentro.
Il mio piede incondizionatamente si avvicina al suo, le mie dita sfiorano le sue braccia, siamo seduti così vicini che riesco quasi a percepire il battito del suo cuore. Mi perdo in quell’attimo di follia e mi lascio andare. Le sue labbra sono dolci come il miele, non posso fermarmi al sapore dei suoi baci, non posso resistere al profumo del suo collo.
Lei starà dormendo, solo le stelle possono giudicarmi ora che sono nudo di fronte a loro, ora che la notte ha spazzato via ogni mia certezza . Ogni piccolo frammento della mia persona che pensavo di conoscere è diventato un miraggio nel deserto. Non siamo abbastanza forti , non siamo abbastanza sicuri di sapere per certo cosa scatta dentro di noi, quando il profumo del proibito ci viene a bussare alla porta, in una notte d’estate.
Il buio attorno a noi rispecchia totalmente il mio stato d’animo sporco e coperto di vergogna.
Muovo una mano nell’oscurità cercando il contatto con il suo corpo, voglio sentire il suo calore, voglio sentire la morbidezza della sua pelle giovane e levigata.
“Chi sei giovane creatura?” mi domando tra me e me assalito da un senso di estranea voglia di lasciarmi andare ad errati attimi di gioia. Ti guardo con occhi non miei, ti parlo con parole espresse da qualcun altro. Ti cerco con sguardi sfuggenti.
Lei non lo sa, ma io sono qui. Lei non lo sa, ed io mi rafforzo sempre di più , prendendo coraggio , perdendo la ragione.
Ora la sua gamba si accavalla alla mia con semplicità, come se un contatto tra due sconosciuti fosse un gesto normale, come quando si cerca l’attenzione di qualcuno che vuole la stessa cosa. Non sento imbarazzo, solo un pizzico di timore nei miei confronti. Mi faccio paura. Non so cosa sta succedendo dentro di me ma giuro di poter sentire il mio stesso sangue viaggiare veloce lungo le vene. Giuro di poter sentire una voce nella mia testa che urla a squarciagola per scacciare il pensiero di lei, che ignara non sa nulla.
Ora la sua mano si appoggia tranquilla sulla mia gamba, il suo sorriso sereno mi conforta, mi trasporta in un leggero soffio di aria fresca in cui voglio sempre più farmi trasportare.
Lei a quest’ora starà asciugando i capelli con la spazzola in legno , davanti ad uno specchio ancora appannato dai vapori dell’acqua calda. Non so più come frenare la mia voglia di buttarmi tra le sue braccia, continuo a giocare con un lembo della maglia , per non trovare il contatto con il suo corpo caldo. Cerco di resistere. Le sue parole sono sempre più sussurrate, il suo respiro sempre più regolare. Abbasso lo sguardo sorridendo imbarazzato, ma più guardo i suoi occhi blu come il mare e più sento il desiderio di buttarmici dentro.
Il mio piede incondizionatamente si avvicina al suo, le mie dita sfiorano le sue braccia, siamo seduti così vicini che riesco quasi a percepire il battito del suo cuore. Mi perdo in quell’attimo di follia e mi lascio andare. Le sue labbra sono dolci come il miele, non posso fermarmi al sapore dei suoi baci, non posso resistere al profumo del suo collo.
Lei starà dormendo, solo le stelle possono giudicarmi ora che sono nudo di fronte a loro, ora che la notte ha spazzato via ogni mia certezza . Ogni piccolo frammento della mia persona che pensavo di conoscere è diventato un miraggio nel deserto. Non siamo abbastanza forti , non siamo abbastanza sicuri di sapere per certo cosa scatta dentro di noi, quando il profumo del proibito ci viene a bussare alla porta, in una notte d’estate.
Opera scritta il 15/07/2015 - 11:05
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Commenti
Mi è piaciuto, lascia una libertà al lettore molto interessante. Anche io lo vedrei inserito in un'opera più ampia. Complimenti!
Costanza Tassoni 15/07/2015 - 22:14
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Gran bella storia con molti scenari aperti e prorpiro per questo adattabile , come il professore Novellino diceva ,ad un racconto molto più ampio.
Bello.
Bello.
luciano rosario capaldo 15/07/2015 - 16:47
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E' il racconto di una situazione, da cui partono considerazioni di carattere psicologico legate a un incontro d'amore. Direi che è scritto bene, con espressioni efficaci. Più che una storia a sé, lo vedrei come il passo di una narrazione di più ampio respiro.
Giuseppe Novellino 15/07/2015 - 12:28
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