UN SOGNO (2-3)
Passò tempo, tanto tempo. Le stagioni si avvicendavano ed Ignazio di quella ragazza non seppe più nulla. Era davvero desideroso di sapere come le erano andate le cose, se stavano bene lei e il bambino, dove si trovavano... Tutte domande alle quali non avrebbe mai avuto risposta. A meno che, le risposte, non se le fosse andato a trovare da solo.
Lei per lui non era davvero nulla, ma c'era in lui una curiosità quasi morbosa che doveva essere soddisfatta...
Decise che era venuto il momento di conoscere la sorte di Angela. Un giorno, anziché recarsi al lavoro, prese un permesso, e andò nella località di campagna che lei gli aveva indicato, quindi, cercò della famiglia Monticelli. Non fu facile individuare la casa di Angela, anche se lei gliel'aveva descritta, a lui quelle case coloniche sembravano tutte uguali.
Finalmente arrivò a quella che doveva essere la casa di Angela, ma era disabitata. Non era in decadenza. Era vuota e chiusa. Allora chiese in giro là vicino; si ricordò di Floriana, la cara cugina di Angela che lei nominava sempre. Cercò di lei e le indicarono dove trovarla, proprio l'ultima fattoria, al confine della strada con i campi coltivati.
Andò quindi in quella direzione a passo svelto e dopo poco arrivò alla meta. C'erano delle donne nello spiazzo davanti alla casa e chiese a loro di Floriana.
Lei abitava lì, ma al momento era in città per commissioni, decise di aspettare il suo rientro.
Arrivò la sera, Ignazio sconsolato stava per andarsene, ma proprio allora Floriana arrivò.
Vide una macchina avanzare verso la casa, immaginò che fosse lei, infatti lo era, in compagnia del fidanzato stava rientrando per la cena.
Allora le andò incontro, deciso ad avere notizie di Angela. Non si conoscevano, ma lui affrontò l'argomento con la scusa che cercava la cugina per farsi restituire il denaro che le aveva prestato. Floriana ammutolì e rabbuiò lo sguardo, poi, piano piano, prese a raccontare...
Angela era morta pochi giorni dopo il parto e il bambino era stato dato in adozione.
Inutile chiedere dove fosse, o quale famiglia lo avesse adottato, Floriana non ne sapeva nulla, sapeva solo che era un maschietto. Gli disse anche che lei si stava per sposare, e dopo il matrimonio sarebbe andata a vivere in città, la casa era già quasi pronta. Gli diede l'indirizzo e gli assicurò che se avesse avuto notizie del bambino, quando lui la sarebbe andata a trovare, glie le avrebbe date.
Firenze! Firenze! La prossima stazione! - Il capotreno urlava nell'altoparlante.
Ignazio si svegliò appena in tempo per prendere la borsa e scendere al volo!
Che sogno... Non gli capitava spesso di addormentarsi in treno, mentre andava al lavoro, ma stavolta era stato un sonno profondo, accompagnato da quel sogno cosí strano...
Mentre percorreva a piedi, il tragitto dalla stazione all'azienda dove lavorava, ripensò ai personaggi che aveva visto in sogno, alla storia che aveva vissuto, a quella ragazza...
Come si chiamava? Ah già Angela. E c'era anche... Si, sua cugina, una certa... Floriana!
Ignazio era impressionato di come quel sogno gli sembrasse vero, e le persone fossero familiari, come averle conosciute davvero...
Trascorse la sua giornata di lavoro rimuginando di come sia strano ciò che passa per la testa ad un uomo quando dorme, e quanto possa sembrare vero un sogno. Durante il viaggio di ritorno, il pensiero del sogno era svanito, lasciando il posto al suo solito cruccio: le sue radici.
Non era sereno, e non lo sarebbe mai stato, senza sapere la sua storia.
Finí la settimana e la domenica pensò di andare a trovare il padre, che dopo la morte della moglie, era rimasto solo. Ignazio era deciso a mettere alle strette il suo papà adottivo, per tirargli fuori qualche notizia sulle sue origini e sulla sua vera madre.
Una volta tirato in ballo l'argomento, il padre cercò di tirarsi indietro e di non parlare di nulla, ma Ignazio era determinato a non desistere, e cosí fece.
Il padre allora capitolò e gli disse tutta la verità.
Il suo fratello maggiore, il medico, lo zio Piero adorato da Ignazio, in gioventù aveva una segretaria, così semplice che veniva dalla campagna, quanto bella e sincera.
Lui era sposato da poco, un matrimonio riparatore, la moglie infatti aspettava un figlio suo... Si invaghì della bella segretaria campagnola, ma non poté fare nulla se non tirarsi indietro, quando seppe che anche lei aspettava un figlio da lui. La ragazza continuò a lavorare un altro poco allo studio medico e poi sparì. Fu la cugina, che otto mesi dopo, si recò da lui per informarlo che la povera ragazza era morta pochi giorni dopo il parto, che aveva avuto un bel maschietto, e che qualcuno lo avrebbe adottato. Visto che la famiglia per evitare scandali non ne voleva sapere, e anzi l'aveva confinata in un convento a trascorrere gli ultimi mesi di gravidanza. Per questo era morta, il parto era stato difficile e là non aveva avuto l'assistenza necessaria, un'infezione la portò via al suo bambino in appena una decina di giorni.
Era lá in convento che aveva visto Ignazio per la prima volta, accompagnando suo fratello a vederlo. Lui non lo poteva adottare, aveva già un figlio suo nato da appena un mese e non poteva certo raccontare tutta la storia alla moglie.
Cosí ti presi io, mia moglie non poteva avere figli, ci sembrò la soluzione migliore per tutti.
Lui, lo zio Piero ti ha sempre seguito, si era pentito di come erano andate le cose, ma ormai gli restava solo di poterti veder crescere, starti vicino come zio... È stato lui a sostenere le spese per la tua universitá, lo sai?
Ed è stato lui, per suo volere, l'unico presente quando hai discusso la tesi di laurea, ed è stato sempre lui a proporsi ed imporsi, come padrino per i tuoi figli, lo rammenti?
Solo lui ed io siamo a conoscenza di tutta la storia, e la cugina...
- Aspetta papà, non continuare... come si chiamava mia madre?-
- Angela -
- E la cugina? Aspetta, credo di saperlo, Floriana vero? -
Il padre si sentiva più leggero nell'anima, ora che aveva raccontato al figlio tutta la storia.
Ignazio si sentiva sospeso tra la realtà e la fantasia, decise comunque di andare dallo zio e fargli delle domande. Perché aveva lasciato che suo figlio, venisse cresciuto da altri?
E soprattutto perché era stato così vigliacco con quella povera ragazza abbandonandola? Già, quella ragazza, sua madre... che per dargli la vita aveva perso la sua. Voleva anche cercare la cugina, Floriana, lei gli avrebbe detto com'era sua madre, dove si trovava sepolta, se avesse sofferto...
Salutò il padre e andò incontro al suo passato, a prendersi finalmente tutte le risposte che aspettava da tutta una vita. Si recò per prima cosa dallo zio Piero, pensando a come avrebbe dovuto chiamarlo, da ora in poi... Ripensò anche, ora, con occhi nuovi, al rapporto stretto che c'era sempre stato con suo cugino Arnaldo, sempre incoraggiato dallo stesso padre Piero... Ora quadrava davvero tutto, ora vedeva tutta la sua vita passata sotto un'altra luce.
Lei per lui non era davvero nulla, ma c'era in lui una curiosità quasi morbosa che doveva essere soddisfatta...
Decise che era venuto il momento di conoscere la sorte di Angela. Un giorno, anziché recarsi al lavoro, prese un permesso, e andò nella località di campagna che lei gli aveva indicato, quindi, cercò della famiglia Monticelli. Non fu facile individuare la casa di Angela, anche se lei gliel'aveva descritta, a lui quelle case coloniche sembravano tutte uguali.
Finalmente arrivò a quella che doveva essere la casa di Angela, ma era disabitata. Non era in decadenza. Era vuota e chiusa. Allora chiese in giro là vicino; si ricordò di Floriana, la cara cugina di Angela che lei nominava sempre. Cercò di lei e le indicarono dove trovarla, proprio l'ultima fattoria, al confine della strada con i campi coltivati.
Andò quindi in quella direzione a passo svelto e dopo poco arrivò alla meta. C'erano delle donne nello spiazzo davanti alla casa e chiese a loro di Floriana.
Lei abitava lì, ma al momento era in città per commissioni, decise di aspettare il suo rientro.
Arrivò la sera, Ignazio sconsolato stava per andarsene, ma proprio allora Floriana arrivò.
Vide una macchina avanzare verso la casa, immaginò che fosse lei, infatti lo era, in compagnia del fidanzato stava rientrando per la cena.
Allora le andò incontro, deciso ad avere notizie di Angela. Non si conoscevano, ma lui affrontò l'argomento con la scusa che cercava la cugina per farsi restituire il denaro che le aveva prestato. Floriana ammutolì e rabbuiò lo sguardo, poi, piano piano, prese a raccontare...
Angela era morta pochi giorni dopo il parto e il bambino era stato dato in adozione.
Inutile chiedere dove fosse, o quale famiglia lo avesse adottato, Floriana non ne sapeva nulla, sapeva solo che era un maschietto. Gli disse anche che lei si stava per sposare, e dopo il matrimonio sarebbe andata a vivere in città, la casa era già quasi pronta. Gli diede l'indirizzo e gli assicurò che se avesse avuto notizie del bambino, quando lui la sarebbe andata a trovare, glie le avrebbe date.
Firenze! Firenze! La prossima stazione! - Il capotreno urlava nell'altoparlante.
Ignazio si svegliò appena in tempo per prendere la borsa e scendere al volo!
Che sogno... Non gli capitava spesso di addormentarsi in treno, mentre andava al lavoro, ma stavolta era stato un sonno profondo, accompagnato da quel sogno cosí strano...
Mentre percorreva a piedi, il tragitto dalla stazione all'azienda dove lavorava, ripensò ai personaggi che aveva visto in sogno, alla storia che aveva vissuto, a quella ragazza...
Come si chiamava? Ah già Angela. E c'era anche... Si, sua cugina, una certa... Floriana!
Ignazio era impressionato di come quel sogno gli sembrasse vero, e le persone fossero familiari, come averle conosciute davvero...
Trascorse la sua giornata di lavoro rimuginando di come sia strano ciò che passa per la testa ad un uomo quando dorme, e quanto possa sembrare vero un sogno. Durante il viaggio di ritorno, il pensiero del sogno era svanito, lasciando il posto al suo solito cruccio: le sue radici.
Non era sereno, e non lo sarebbe mai stato, senza sapere la sua storia.
Finí la settimana e la domenica pensò di andare a trovare il padre, che dopo la morte della moglie, era rimasto solo. Ignazio era deciso a mettere alle strette il suo papà adottivo, per tirargli fuori qualche notizia sulle sue origini e sulla sua vera madre.
Una volta tirato in ballo l'argomento, il padre cercò di tirarsi indietro e di non parlare di nulla, ma Ignazio era determinato a non desistere, e cosí fece.
Il padre allora capitolò e gli disse tutta la verità.
Il suo fratello maggiore, il medico, lo zio Piero adorato da Ignazio, in gioventù aveva una segretaria, così semplice che veniva dalla campagna, quanto bella e sincera.
Lui era sposato da poco, un matrimonio riparatore, la moglie infatti aspettava un figlio suo... Si invaghì della bella segretaria campagnola, ma non poté fare nulla se non tirarsi indietro, quando seppe che anche lei aspettava un figlio da lui. La ragazza continuò a lavorare un altro poco allo studio medico e poi sparì. Fu la cugina, che otto mesi dopo, si recò da lui per informarlo che la povera ragazza era morta pochi giorni dopo il parto, che aveva avuto un bel maschietto, e che qualcuno lo avrebbe adottato. Visto che la famiglia per evitare scandali non ne voleva sapere, e anzi l'aveva confinata in un convento a trascorrere gli ultimi mesi di gravidanza. Per questo era morta, il parto era stato difficile e là non aveva avuto l'assistenza necessaria, un'infezione la portò via al suo bambino in appena una decina di giorni.
Era lá in convento che aveva visto Ignazio per la prima volta, accompagnando suo fratello a vederlo. Lui non lo poteva adottare, aveva già un figlio suo nato da appena un mese e non poteva certo raccontare tutta la storia alla moglie.
Cosí ti presi io, mia moglie non poteva avere figli, ci sembrò la soluzione migliore per tutti.
Lui, lo zio Piero ti ha sempre seguito, si era pentito di come erano andate le cose, ma ormai gli restava solo di poterti veder crescere, starti vicino come zio... È stato lui a sostenere le spese per la tua universitá, lo sai?
Ed è stato lui, per suo volere, l'unico presente quando hai discusso la tesi di laurea, ed è stato sempre lui a proporsi ed imporsi, come padrino per i tuoi figli, lo rammenti?
Solo lui ed io siamo a conoscenza di tutta la storia, e la cugina...
- Aspetta papà, non continuare... come si chiamava mia madre?-
- Angela -
- E la cugina? Aspetta, credo di saperlo, Floriana vero? -
Il padre si sentiva più leggero nell'anima, ora che aveva raccontato al figlio tutta la storia.
Ignazio si sentiva sospeso tra la realtà e la fantasia, decise comunque di andare dallo zio e fargli delle domande. Perché aveva lasciato che suo figlio, venisse cresciuto da altri?
E soprattutto perché era stato così vigliacco con quella povera ragazza abbandonandola? Già, quella ragazza, sua madre... che per dargli la vita aveva perso la sua. Voleva anche cercare la cugina, Floriana, lei gli avrebbe detto com'era sua madre, dove si trovava sepolta, se avesse sofferto...
Salutò il padre e andò incontro al suo passato, a prendersi finalmente tutte le risposte che aspettava da tutta una vita. Si recò per prima cosa dallo zio Piero, pensando a come avrebbe dovuto chiamarlo, da ora in poi... Ripensò anche, ora, con occhi nuovi, al rapporto stretto che c'era sempre stato con suo cugino Arnaldo, sempre incoraggiato dallo stesso padre Piero... Ora quadrava davvero tutto, ora vedeva tutta la sua vita passata sotto un'altra luce.
(Il racconto è frutto della fantasia dell'autrice. Ogni riferimento a fatti e persone è da ritenersi puramente casuale).
Opera scritta il 25/08/2015 - 14:23
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Voto: | su 16 votanti |
Commenti
Vi ringrazio molto per i positivi apprezzamenti, spero che l'ultima parte sia all'altezza delle vostre aspettative.
È il primo racconto che scrivo, spero ce ne saranno altri.
Ancora grazie per l'attenzione!!
È il primo racconto che scrivo, spero ce ne saranno altri.
Ancora grazie per l'attenzione!!
Maria Rosa Schiano 27/08/2015 - 16:54
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Ho letto sia la prima parte che questa, trovo il racconto molto interessante e non vedo l'ora di leggere la conclusione!
Marirosa Tomaselli 27/08/2015 - 12:35
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Ho letto con molto piacere anche la prima parte. Un bellissimo racconto, molto coinvolgente e davvero ben scritto, specie nei dialoghi! Buona serata,
Chiara B. 26/08/2015 - 18:56
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Ehilà cara Maria Rosa. Ho atteso con ansia la seconda parte del tuo racconto e devo dire che non ho aspettato invano. Prosegue quella ricerca delle proprie origini, in un mix tra sogno e realtà, da parte del protagonista. La vicenda va facendosi complicata ed a questo punto occorre proprio attendere il finale che, certamente, ci riserverà qualche ulteriore sorpresa. Brava, veramente, perché la stesura è molto scorrevole ed accattivante!
Arcangelo Galante 26/08/2015 - 18:18
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na seconda parte che trascina sempre più alla lettura... per la tematica... per la scorrevolezza impressa... per il suo acume letterario... Lieta giornata Maria
Rocco Michele LETTINI 26/08/2015 - 17:51
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