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FUORI DALL'OMBRA- SECONDA PARTE

Corridoi e corridoi di computer e altre diavolerie elettroniche, gli si presentarono allo sguardo, quando le porte dell'ascensore si aprirono. A passo sicuro s'incamminò lungo il corridoio centrale. Era diretto alla stanza sulla sinistra, la quarta porta, venendo dalla sua direzione. Bussò con discrezione. Dopo aver ottenuto un grugnito come risposta, entrò.
<<Buongiorno Signore.>>
<<Così ha distrutto l'orologio.>>
<<Sto bene, grazie è stata una fatalità>> disse Nick sedendosi. L'altro uomo fece un gesto come a dire di lasciar perdere.
<<Ecco il suo nuovo orologio, D420. È stato informato della sua nuova missione?>>
<<Il capo mi ha detto che devo collaborare con uno dei suoi uomini.>>
<<Col migliore agente del mio reparto.>> lo corresse l'altro. Nick l'osservò mentre faceva chiamare J75 con l'interfono. Era un uomo avanti negli anni, di poche parole e piuttosto brusco. Di corporatura bassa e massiccia, Sharley, così veniva chiamato il capo della sezione ET627, era molto diverso da Mallhoy, il suo capo, ma altrettanto irritante.
La porta si aprì e Nick restò interdetto per qualche secondo, mentre i suoi occhi si ritrovarono a fissare uno splendido corpo femminile, fasciato da un severo Tailleur grigio, anonimo e totalmente inadatto, a suo giudizio.
<<D420? L'agente J75.>> Disse la voce bassa e metallica di Sharley.
Nick si alzò tendendo la mano alla ragazza, ma la lasciò ricadere lungo il fianco, gelato dalla freddezza di lei.
<<Sono Nick.>> Disse sorridendo.
<<So chi è lei, D420.>> A quanto pareva la nuova arrivata era piuttosto ostile.
<<Molto bene, J75. Meglio non perdere tempo. Sharley.>> Salutò dirigendosi alla porta, senza controllare se lei lo seguisse o meno, in fondo era stata lei a provocarlo, col suo atteggiamento scostante, lui aveva semplicemente raccolto la sfida.
<<Sia ben chiaro>> Disse raggiungendolo lungo il corridoio<<Non ho alcun piacere a lavorare con lei!>>
<<Pensi che invece io ero al settimo cielo! E ora finiamola coi convenevoli.>> Lei lo incenerì con lo sguardo ma non replicò.
Lui estrasse il pacchetto di sigarette dalla tasca, ne prese una e l'accese, dirigendosi verso l'ascensore.
<<Cosa mi dice della missione?>>
<<Non ha letto il dossier?>> lo guardò con biasimo.
<<E come avrei potuto?>>
Lei gli lanciò uno sguardo interrogativo, aspettando che continuasse.
<<L'ho ricevuto poco fa, sono appena tornato da una missione.>>
<<Ah, già lei è un agente operativo>>
<<Noto del sarcasmo.>> A Nick il sarcasmo non piaceva, soprattutto se non era lui a farlo.
<<Andiamo nel mio ufficio.>> Tagliò corto lei.
Oltrepassarono l'ascensore e procedettero lungo lo stretto corridoio di destra. A Nick non piaceva, era troppo stretto, troppo chiuso, troppo angusto, ma J75 sembrava non farci caso.
Arrivarono alla porta in fondo, lei aprì la porta usando la sua mano per attivare il codice di accesso.
L'ufficio era una stanza quadrata, c'erano una scrivania bianca, pannelli bianchi ad oscurare una piccola finestra, due computer e su di una parete ordinatamente disposti, gli uni accanto agli altri, vi erano i più disparati congegni elettronici. Era un posto freddo ed anonimo.
E così quella era la sezione ET627. L'agenzia, ovvero l'I.G.C.A, si componeva di tre sezioni. Una prima sezione era l' AD312, ossia il dipartimento amministrativo, a questo dipartimento appartenevano i funzionari governativi come Barkey, nome in codice del referente di Mallhoy presso il governo. Vi era uno come Barkey per ogni sede dell'agenzia, erano loro a stanziare i fondi per le missioni. Poi vi era l'OS910, il braccio armato dell'organizzazione. Il sistema operativo guidato da Mallhoy, ed in fine la sezione et627, il reparto tecnologico ed informativo dell'organizzazione, guidato da Sharley. Barkey, Mallhoy e Sharley, nonché i loro corrispettivi, erano gli unici ad avere un nome in codice esteso, tutti gli altri erano delle sigle.
<<Allora D420, come può vedere, oltre ai brevetti è sparito un file di nostra proprietà.>>
<<Z720y perché è importante?>> Chiese leggendo il nome sul dossier.
<<Sa bene che la nostra organizzazione è assolutamente segreta malgrado abbia delle sedi ne vari stati.>>
<<J75, arrivi al punto>> Ma per quale diavolo di motivo, gli agenti della sezione ET627 si perdevano sempre in chiacchiere?
<<Il punto, D420, è che chiunque si impossessi delloZ720y ha accesso a dati sensibili.>>
<<Quanto sensibili?>>
<<Be' innanzitutto può scoprire la nostra esistenza, avere alcune informazioni sulla nostra struttura organizzativa... e poi...>>
<<Cos'altro?>>Volle sapere. La titubanza di J75 non gli piaceva affatto.
<<Può controllare tutte le nostre apparecchiature.>> Nick toccò la giacca, quasi a sincerarsi che la sua fidata Penny fosse al sicuro, nella fondina.
<<Non si preoccupi. Non e' cossi facile passare i nostri codici di blocco.>> Fece una pausa. <<Questo è il piano a cui ci atterremo. Se lo studi e mi chiami a questo numero.>> gli porse una cartelletta ed un biglietto.
Nick li prese con una smorfia, ed uscì. Quella storia non gli piaceva, il suo istinto di spia gli suggeriva di stare in guardia, e lui si fidava solo di tre cose: della sua pistola, del suo istinto e della sua mira. In poche parole si fidava solo sé stesso.
Dopo il colloquio con J75, lasciò l'edificio da una delle entrate laterali. Il punto forte della loro organizzazione era l'anonimato, l'I.G.C.A, questo il nome vero e proprio, era conosciuta ai più come l'agenzia, ma nella maggior parte dei casi i contatti erano gestiti direttamente da Barkey, Mallhoy o Sharley e le società o le organizzazioni per cui lavoravano, spesso ignoravano l'esistenza di una vera e propria agenzia.
Lanciò una fugace occhiata all'edificio dal quale era uscito, all'esterno sembrava in tutto e per tutto un vecchio edificio abbandonato. Percorse i due isolati che lo separavano dal luogo in cui aveva parcheggiato la macchina, un'anonima auto grigia, vi salì e si diresse verso il suo appartamento.


Aveva appena finito di leggere il dossier. Si versò due dita di whisky, per schiarirsi le idee. A quanto pareva il furto dello Z720y era stato un errore, i ladri l'avevano preso insieme a dei brevetti industriali, che erano il loro vero obbiettivo.
Z720y era un sistema ideato da Sharley, in grado di proteggere i dati sensibili dall'attacco dei principali virus informatici esistenti e di controllare a distanza e di controllare a distanza diversi dispositivi, correggendone i difetti, qualora ce ne fosse stato bisogno, o le impostazioni in remoto.
Purtroppo vi era stato un errore e il file progettato da Sharley e sviluppato dalla Swan Industries, chiaramente nel massimo riserbo, era stato installato nei computer dell'agenzia, prima che le informazioni in possesso della Swan Industries fossero distrutte, ed ora quelle informazioni erano state rubate. Stando al rapporto il suo compito era quello di recuperare i brevetti della Swan e distruggere le informazioni sullo Z720y prima che i ladri capissero di cosa si trattava e ne comprendessero il potenziale distruttivo. Il problema era che l'identità di chi aveva commesso il furto non era nota. Si sapeva solo che degli uomini si erano infiltrati tra gli operai della Swan.
Finito il suo whisky, si accese una sigaretta, mettendosi a leggere il piano ideato da Mallhoy e Sharley che J75 gli aveva fornito.


Il pannello di legno si aprì scorrendo. Un'alta figura vestita di nero entrò nello studio.
<<Voleva vedermi?>> Chiese all'uomo che tutti chiamavano Owl. Effettivamente somigliava ad un vecchio gufo, pensò.
<<È andato tutto liscio?>> Chiese Owl con la sua voce stridula.
<<Tutto secondo i piani.>> rispose l'uomo.
<<Bene Jaguar, ora puoi andare. >>L'altro si congedò all'istante.


D420 era irrequieto. Si guardava intorno. Non aveva senso. Era stato tutto troppo facile. Si era attenuto al piano di Sharley e Mallhoy alla lettera.
Ma qualcosa non quadrava. Secondo J75, quel piano non avrebbe mai potuto fallire, secondo la sua esperienza quello che andava bene sulla carta, non funzionava nella realtà.
Tornò sui suoi passi. La piazza era troppo aperta per i suoi gusti e troppo poco affollata. Mise una mano in tasca e ne estrasse il film. La sua missione era conclusa.
<<Bene, D420, torniamo in albergo.>> Nick rimase in silenzio. La sua mente stava analizzando l'azione. Due uomini, presumibilmente contatto e compratore, si accorgevano di lui e scappavano, nella stessa direzione, salvo poi dividersi. L'uomo che non era sparito nel nulla, quello con la giacca rossa, era anche quello con il microfilm.
Le coincidenze non gli erano mai piaciute. J75 sembrava tranquilla, ma a lei mancava l'istinto di un agente operativo. Più si avvicinavano all'albergo e più Nick diventava nervoso.
<<Si rilassi, D420! La missione è finita.>>
<<È stato troppo semplice.>>
<<È andato tutto secondo il piano.>> Ribadì lei. Ormai erano arrivati alla porta della loro stanza d'albergo. J75 fece per entrare ma Nick la bloccò.
<<Non entri!>>
<<E per quale motivo?>>
<<C'è stato qualcuno qui.>> J75 scrutò la stanza.
<< A me sembra tutto normale.>>
Nick la prese per un braccio e la trascinò via. Non fecero neanche in tempo a raggiungere l'ascensore che sentirono il boato di un'esplosione. Nick cambiò direzione e si diresse verso le scale seguito da un'attonita J75. La bomba non doveva essere molto grande, ragionò scendendo le scale di corsa, ma più che sufficiente per uccidere due persone.
<<Dove stiamo andando?>> Chiese J75
<<Lontano da qui.>> Rispose cercando di mantenere la calma e fare il punto della situazione.
Raggiunsero la macchina. Non appena vi salirono, però la macchina si chiuse ed avviò da sola.
<<Dannazione!>> imprecò violentemente. J75 era sbiancata in volto. Intanto la macchina correva furiosamente. Nick cercò in tutti i modi di riprendere il controllo del veicolo.
<<È tutto inutile! Hanno attivato il controllo a distanza!>> Nick la guardò ma non disse nulla. Cercò di allungarsi fino al tetto della macchina. Estrasse da una tasca la sua penna con raggio laser incorporato, aprendo un passaggio. Salì velocemente, cercando di mantenersi in equilibrio a dispetto della velocità.
<<Mi dia la mano.>> Aspettò che lei lo raggiungesse. <<Ed ora salti!>>
Rotolarono da un lato. Avevano le ossa contuse, ma la macchina non fermò la sua folle corsa e tornò indietro cercando di investirli. D40 spinse J75 da una parte, estrasse la sua fidata Penny e sparò quattro colpi alle ruote dell'auto.
<<Forza, mi segua!>> Urlò a J75. Dovevano lasciarsi quella strada privata e l'albergo alle spalle. D420 notò il suo orologio. Lo tolse e lo scaraventò lontano.
<<Faccia lo stesso.>> Ordinò.
<<Non se ne parla! Nel caso ci perdessimo, potrebbero trovarci.>> Obbiettò.
<<Non perda tempo! Hanno cercato di ucciderci, tolga quel dannato dispositivo, potrebbe rivelarsi pericoloso!>>
<<E va bene.>> lo schiacciò sotto il tacco.


Owl era furioso. A quanto pareva i suoi avversari erano più furbi di quel che credeva. Il microfilm era davanti a lui. Presto ci sarebbe stato lo scambio. Si guardò attorno. Gli affari della GIS, fino ad allora erano andati bene, perché nessuno aveva immaginato che sotto molte operazioni, anche molto diverse tra loro, vi era il controllo della GIS. Ma ora era saltata fuori questa nuova agenzia governativa, che fino a quel momento era rimasta nell'ombra. Se il piano aveva fallito, bisognava aggiornarlo, ma l'I.G.C.A doveva essere neutralizzata.


fine seconda parte.


Ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale, in quanto il racconto è frutto della fantasia dell'autrice




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Opera scritta il 08/11/2015 - 13:18
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1271 volte.
Voto:
su 12 votanti


Commenti


Nella poesia 'Intorno a me' nel commento ti avevo chiesto una curiosità che forse ti è sfuggita e te lo dico in quanto non mi è pervenuta risposta. spero di non apparire indelicato postando troppi commenti. Purtroppo o per fortuna quando mi piace o comunque mi interessa un autore/autrice, tendo ad approfondire. Visto che ho un po' di tempo, corro a leggere la terza parte de 'Fuori dall'ombra'CV

Giuseppe Scilipoti 18/02/2017 - 23:44

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Marirosa, trovo solo ora il tempo di leggere la seconda parte a causa di impegni improrogabili. Credimi, ero curiosissimo di sapere il dipanarsi della vicenda. Un racconto lungo a tre parti (la terza la leggerò sempre appena possibile) appassionante che sfrutta in maniera impeccabile lo Spy-story. Marirosa Flemimg un degno sostituto di James Bond, un organizzazione segreta in pericolo, esplosioni, auto comandate da congegni...Wow un racconto di pregevole fattura.

Giuseppe Scilipoti 18/02/2017 - 19:03

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Marirosa, trovo solo ora il tempo di leggere la seconda parte a causa di impegni improrogabili. Credimi, ero curiosissimo di sapere il dipanarsi della vicenda. Un racconto lungo a tre parti (la terza la leggerò sempre appena possibile) appassionante che sfrutta in maniera impeccabile lo Spy-story. Marirosa Flemimg un degno sostituto di James Bond, un organizzazione segreta in pericolo, esplosioni, auto comandate da congegni...Wow un racconto di pregevole fattura.

Giuseppe Scilipoti 18/02/2017 - 19:03

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Brava, Marirosa! Anche questa seconda parte mi è davvero piaciuta molto. Una stesura davvero impeccabile per una spy-story che, a mio avviso, affascina il lettore per il suo contenuto ben romanzato. Lettura affascinante.

Arcangelo Galante 08/11/2015 - 17:54

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