Il traffico pre - natalizio l'aveva sfiancata. Arrivata a casa, si tolse le scarpe e si sdraiò sul divano. Il passaggio dalla veglia al sonno fu così rapido che neanche si accorse di essere ancora vestita e truccata. Si svegliò la mattina dopo che, in pratica, era già pronta per andare nuovamente in ufficio: non aveva neanche avuto il tempo di cenare la sera prima e per questo si accorse di avere una gran fame. Aprì il frigo, prese un yogurt e lo richiuse velocemente. Mantenere la linea era sempre più difficile e l'unica possibilità che aveva di tener fede a questo impegno era avere il frigo quasi del tutto vuoto. Solo che ora rimpiangeva qualsiasi cosa potesse essere considerata commestibile e con una qualche consistenza. Prese la giacca, la borsa ed uscì di casa. Prima di aprire il portone diede un'occhiata alla cassetta della posta e vide una bella busta di colore verde che sporgeva dalla sua buca delle lettere. La prese e la mise velocemente in borsa. Arrivata in ufficio, iniziò a lavorare per cercare di smaltire tutto il lavoro che poteva sbrigare prima dell'arrivo delle vacanze natalizie: infatti quell'anno aveva deciso di partire e stare fuori circa 15 giorni. Sperava così di sentire di meno la mancanza di suo marito, che non era più con lei da quasi 5 anni.Erano già le 4 del pomeriggio quando si ricordò della lettera. Aprì la borsa, mise una mano dentro, alla ricerca della busta e, tra le innumerevoli cose che le sue dita afferrarono, apparve anche quella. La rigirò per capire da chi potesse provenire ed infine si decise ad aprirla. Dentro, con una calligrafia tutta svolazzante, c'era un invito ad una cena per il giorno dopo.
Una cena organizzata da una sua amica d'infanzia che non vedeva da quasi 25 anni. Ma come le sarà venuto in mente? - pensò. Cercò un recapito telefonico per avvertire che non poteva partecipare alla cena. Avrebbe inventato una scusa qualunque. Era certa che, dato il poco preavviso con cui era stata invitata, la sua assenza sarebbe stata giustificata. Ma non trovò nessun numero da poter chiamare. C'era solo l'indirizzo e l'ora. Decise così di recarsi poco prima dell'orario indicato, salutare la sua amica, ringraziarla dell'invito e dirle la scusa che aveva già pianificato. Il giorno dopo, un'ora prima dell'inizio della cena, si presentò all'indirizzo indicato nell'invito. Si accorse che non era una casa qualsiasi ma un enorme edificio con una grossa targa dorata. Si avvicinò per leggere meglio. "La casa delle persone dimenticate" - c'era scritto. Suonò e venne ad aprire una giovane ragazza dal viso sorridente e con moltissime efelidi che la facevano sembrare ancora più giovane. Le mostrò il biglietto e la ragazza la fece entrare all'interno. C'era una bellissima tavola imbandita e, nonostante mancasse ancora un'ora alla cena, già diversi commensali erano seduti al posto loro assegnato. La ragazza, prima ancora che lei avesse avuto il tempo di parlare, la fece accomodare e le disse che l'amica stava scendendo. Si sentiva confusa, aveva pensato ad una situazione del tutto diversa, che l'avrebbe impegnata poco tempo, invece ora si trovava in compagnia di diversi invitati a lei del tutto sconosciuti. Mentre rifletteva sul da farsi, vide avvicinarsi al tavolo la sua amica. Era molto cambiata: sembrava avere molto più dei suoi cinquant'anni. Muoveva di continuo la testa, come quando non si è convinti di qualcosa e così facendo si mostra il proprio diniego. Ma lei lo faceva in un modo strano: come se non potesse farne a meno. La ragazza l'aiutò a sedere e iniziò a spiegare la strana situazione in cui si trovava. Le raccontò che la sua amica soffriva di perdita progressiva di memoria: ogni evento passato veniva cancellato dalla sua mente ed erano ben poche le cose che attualmente ricordava. Una di queste era il nome della sua amica. Per questo era stata invitata: nel tentativo di recuperare una piccola parte di quel passato che si andava via via sfumando. Lei capì che non le sarebbe stato possibile andare via. Prese la mano della sua amica, la strinse tra le sue e le raccontò tutto ciò avevano vissuto insieme. Quegli occhi annebbiati e vuoti, sembravano, a tratti, rianimarsi e riacquistare un barlume di vitalità. Ma presto ritornavano a riempirsi di quel nulla che abitava la quotidianità della sua amica. La serata passò velocemente e, arrivati al dolce, tutti coloro che vi avevano partecipato nel tentativo di aiutare gli smemorati a ritrovare un pezzetto del loro passato, si guardarono tra di loro con un sorriso che mal celava la soddisfazione che si prova quando si aiuta qualcuno più debole o più bisognoso. Solo quando si congedò da quella strana comitiva si accorse di non aver mai lasciato la mano dell'amica. L'abbracciò e, andando via, pensò che non aveva mai partecipato ad una cena più bella di quella.
Una cena organizzata da una sua amica d'infanzia che non vedeva da quasi 25 anni. Ma come le sarà venuto in mente? - pensò. Cercò un recapito telefonico per avvertire che non poteva partecipare alla cena. Avrebbe inventato una scusa qualunque. Era certa che, dato il poco preavviso con cui era stata invitata, la sua assenza sarebbe stata giustificata. Ma non trovò nessun numero da poter chiamare. C'era solo l'indirizzo e l'ora. Decise così di recarsi poco prima dell'orario indicato, salutare la sua amica, ringraziarla dell'invito e dirle la scusa che aveva già pianificato. Il giorno dopo, un'ora prima dell'inizio della cena, si presentò all'indirizzo indicato nell'invito. Si accorse che non era una casa qualsiasi ma un enorme edificio con una grossa targa dorata. Si avvicinò per leggere meglio. "La casa delle persone dimenticate" - c'era scritto. Suonò e venne ad aprire una giovane ragazza dal viso sorridente e con moltissime efelidi che la facevano sembrare ancora più giovane. Le mostrò il biglietto e la ragazza la fece entrare all'interno. C'era una bellissima tavola imbandita e, nonostante mancasse ancora un'ora alla cena, già diversi commensali erano seduti al posto loro assegnato. La ragazza, prima ancora che lei avesse avuto il tempo di parlare, la fece accomodare e le disse che l'amica stava scendendo. Si sentiva confusa, aveva pensato ad una situazione del tutto diversa, che l'avrebbe impegnata poco tempo, invece ora si trovava in compagnia di diversi invitati a lei del tutto sconosciuti. Mentre rifletteva sul da farsi, vide avvicinarsi al tavolo la sua amica. Era molto cambiata: sembrava avere molto più dei suoi cinquant'anni. Muoveva di continuo la testa, come quando non si è convinti di qualcosa e così facendo si mostra il proprio diniego. Ma lei lo faceva in un modo strano: come se non potesse farne a meno. La ragazza l'aiutò a sedere e iniziò a spiegare la strana situazione in cui si trovava. Le raccontò che la sua amica soffriva di perdita progressiva di memoria: ogni evento passato veniva cancellato dalla sua mente ed erano ben poche le cose che attualmente ricordava. Una di queste era il nome della sua amica. Per questo era stata invitata: nel tentativo di recuperare una piccola parte di quel passato che si andava via via sfumando. Lei capì che non le sarebbe stato possibile andare via. Prese la mano della sua amica, la strinse tra le sue e le raccontò tutto ciò avevano vissuto insieme. Quegli occhi annebbiati e vuoti, sembravano, a tratti, rianimarsi e riacquistare un barlume di vitalità. Ma presto ritornavano a riempirsi di quel nulla che abitava la quotidianità della sua amica. La serata passò velocemente e, arrivati al dolce, tutti coloro che vi avevano partecipato nel tentativo di aiutare gli smemorati a ritrovare un pezzetto del loro passato, si guardarono tra di loro con un sorriso che mal celava la soddisfazione che si prova quando si aiuta qualcuno più debole o più bisognoso. Solo quando si congedò da quella strana comitiva si accorse di non aver mai lasciato la mano dell'amica. L'abbracciò e, andando via, pensò che non aveva mai partecipato ad una cena più bella di quella.
Opera scritta il 27/12/2015 - 21:49
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Grazie Dario!
Ciao
Ciao
LAVINIA FRATI 17/01/2016 - 20:19
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Ciao Lavinia, complimenti
Dario
Dario
Dario Menicucci 12/01/2016 - 22:36
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Grazie Gianny !Buon anno anche a te
LAVINIA FRATI 29/12/2015 - 20:19
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Bello ed emozionante. Bella stesura con espressione e colore. Molto brava. Ciao Lavinia, Buon Anno
Gianny Mirra 29/12/2015 - 19:45
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Grazie molte Chiara. Sapere ce il racconto ti ha emozionato mi riempie di gioia. Buona serata anche a te. Ciao
Lavinia
Lavinia
LAVINIA FRATI 28/12/2015 - 18:48
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Un racconto ben scritto e con un grande valore, Non sono riuscita a trattenere le lacrime, buona serata!
Chiara B. 28/12/2015 - 18:10
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Grazie davvero molto del tuo apprezzamento Gennarino. Ciao
Lavinia
Lavinia
LAVINIA FRATI 28/12/2015 - 11:27
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Fatto....
Gennarino Ammore 28/12/2015 - 09:17
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Non capisco il motivo per il quale io non riesco a votare ( le stelle non si accendono)...proverò più tardi, ma sono entrato ed uscito già 4 volte. Peccato
Gennarino Ammore 28/12/2015 - 09:16
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Un racconto ben scritto nel quale, a mio modesto parere di principiante,l'elemento poetico di fondo fa da cornice alla storia d'altri tempi, adatta per la sceneggiatura di un film. 5 stelle
Gennarino Ammore 28/12/2015 - 09:14
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Grazie Luciano. Faccio sempre molta fatica a scrivere in prosa, mi è più facile scrivere versi che, per la loro brevità, ritengo siano più immediati. Sapere quindi che hai gradito questo breve racconto mi fa piacere. Ciao
Lavinia
Lavinia
LAVINIA FRATI 28/12/2015 - 08:51
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Si tratta di un ottimo racconto, l'interesse alla lettura rimane vivo fino alla fine, ed è chiaro e semplice, e mi pare abbastanza per un giudizio positivo. Un saluto
Luciano Bellesso 28/12/2015 - 03:17
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