Non sono più sostanza distinta. Non sono più solido, mi liquefo davanti a te. Inganno la pioggia, riflesso dentro essa, cado sulle tue finestre e ti osservo. Posso solo sbirciare la felicità, non mi è concesso toccarla. Il sole mi fa evaporare. Ora sono nebbia che vaga informe, libera e stanca. Andrò a cadere altrove. Quando, un altro giorno, il vento mi scuoterà più forte, finirò lontano, in alto, e sarò solo, freddo, ghiaccio. Ridotto in miliardi di cristalli, cadrò sulla noia, la violenza, la passione e il peccato. Ma non sarò mai stanco di cercarti.
Opera scritta il 06/02/2016 - 20:57
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Commenti
Emanuele ciao....sostanza piena di amore alberga nel tuo cuore...bella e anche emozionante questa tua... la chiusa è meravigliosa....a te lamia lode...e buona domanica.... ciao caro.
Maria Cimino 07/02/2016 - 12:23
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Grazie tante per il tuo commento. Ammetto che ero indeciso, per quanto riguarda la categoria in cui postarlo. Ed è proprio per quelle caratteristiche poetiche, da te accennate, e per il suo contenuto ridotto, che l'ho confinato qui. Ma spero e auspico,che non mancherà tempo e soprattutto parole, per uno scritto narrativo. Soprattutto perché amo migliorarmi. Grazie ancora per il tuo commento e a presto. Buona domenica a tutti.
Emanuele Stridente 07/02/2016 - 09:22
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Mi posso sbagliare, ma se questo tuo scritto, che per altro io trovo colmo di tratti poetici, tu lo avessi postato come racconto, riflessione, comunque brano in prosa, avrebbe avuto molto più seguito e noi amanti della narrativa, io e molti altri, ti chiederemmo di aderire al nostro gruppo. bello, sia come contenuto che stile, ben scritto, che dire di più: 5 stelle. un caro saluto.
Gennarino Ammore 07/02/2016 - 08:19
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