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LA PECORELLA CORAGGIOSA (Prima parte)

Il gran lupo rimpinguato
dal buon pasto a buon mercato,
slinguazzandosi la bocca
s’addormì supinamente:
e sognava pecorelle
prese in pasto dagli ovili,
addentrarsi nelle stalle
azzannando begli equini,
quel gran porco del suino
addentato sotto un pino...


Ma venne già la notte e poi fu giorno,
nel mentre del suo lieto e più bel sonno.
Al risveglio, il cinguettio
del volatile fu oblio
del trascorso banchettare
con l’ovino da sbranare.
E siccome avidità
chiama altra avidità,
il lupone già fu sazio
per bramare un’altra preda,
dalla fame e per lo strazio
il suo dente digrignava...
ma... sorpresa! Là sul monte
altra pecora spuntava:
la compagna un po’ più snella
della vecchia pecorella.


E la bava
della bestia
già bagnava
il prato verde
nell'attesa
dell'assalto
per saziare
il suo languore.
E la pecora?... Stupore!
Trovò il lupo sulla via!
“Ciao pecorella! Dove vai?
Qui la strada è già finita!
dimmi dimmi, pecorella mia:
non ti sarai mica smarrita?”


“Non mi sono smarrita,
brutto lupo cattivo,
ma volontariamente
dal gregge sono uscita:
confidando nella stella
sono uscita dall’ovile
di nascosto dal pastore
e dal cane nelle ore
in cui dorme ogni civile
e ricerco la mia amica.
Ora levati di mezzo,
ché mi aspetta la salita!”


[...]




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Opera scritta il 14/02/2016 - 23:00
Da Gabriele Fratini
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