Ci sono uomini, donne e bambini che muoiono quotidianamente nell'anonimato, in seguito ad un'operazione al cuore o dopo un incidente. Altri, eroi o illuminati dalla televisione, restano per settimane, mesi e anni a galleggiare sui giornali e dei quali viene anche scritta la biografia, riveduta e corretta.
Un'operazione per la sostituzione di una valvola cardiaca diventa un evento mediatico da seguire con ansia e preoccupazione, l'ospedale in questione, per molti giorni sarà il centro del mondo dal quale si dipaneranno notizie più o meno incoraggianti, il medico sarà la bocca della verità, i giornalisti penderanno dalle sue labbra.
Morire nell'anonimato è un'altra cosa: nessun giornalista, nessuna foto, nessun andirivieni o appostamento all'ospedale. Ci saranno solo medici sgarbati e infermieri incompetenti, tristezza e desolazione. Quanti migranti muoiono quasi ogni giorno inghiottiti dai flutti del Mediterraneo? Pensate che qualcuno ricorderà i loro nomi, le loro speranze, i loro sogni? Si tratta di una massa indistinta senza volto nè nome e bambini che avrebbero voluto solo una possibilità.
Un uomo vale quanto i suoi soldi, se possiedo dieci euro allora il mio valore sarà dieci euro. Se possiedo dieci miliardi di euro, allora la musica cambia totalmente. Poteva Prince, il grande Prince, morire nell'anonimato? Lui ha lasciato in eredità al mondo la sua energia, il suo spirito combattivo, la sua musica elettrica, l'unicità di un genio. Altri lasceranno solo terra bruciata, ma questo non importa.
Il mondo in cui viviamo è troppo dipendente dal denaro, è un connubio indissolubile, col denaro tutto si compra e al denaro tutti s'inchinano. Si fa presto a dire dignità. Alcuni mecenati, circondandosi di un esercito che potrei definire "intellighenzia" riescono a far percepire la realtà (ai comuni mortali) in un modo edulcorato, falsato. A questo punto voi lettori obietterete: tu, caro scrittore dei miei stivali, stai uscendo fuori dal seminato, non si capisce dove vuoi andare a parare. Di certo, non sarò pubblicato da Mondadori!
Ti dirò, migranti a parte (fra l'altro neppure loro muoiono nell'anonimato) che di gran lunga preferirei morire in tutta discrezione, che il morire è una faccenda difficile, delicata e assai privata. Certo, certi personaggi pubblici, che lo sono stati in vita, lo saranno anche in morte, ma al sottoscritto fanno assai pena. Pensa a Giovanni Paolo 2 che ha accettato perfino fosse pubblica la sua agonia. Le tue osservazioni sono sempre fonte di riflessioni in molte direzioni, un saluto
Luciano Bellesso 18/06/2016 - 15:24
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Ti dirò, migranti a parte (fra l'altro neppure loro muoiono nell'anonimato) che di gran lunga preferisco morire in tutta discrezione, che il morire è una faccenda difficile, delicata e assai privata. Certo, certi personaggi pubblici, che lo sono stati in vita, lo saranno anche in morte, ma al sottoscritto fanno assai pena. Pensa a Giovanni Paolo 2 che ha accettato perfino fosse pubblica la sua agonia. Le tue osservazioni sono sempre fonte di riflessioni in molte direzioni, un saluto
Luciano Bellesso 18/06/2016 - 15:18
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Un toccante, riflessivo quanto espressivo verseggio frutto del tuo nobile animo. Lieto fine settimana Vincent. *****
Rocco Michele LETTINI 18/06/2016 - 11:46
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Una scrittura veritiera e riflessiva. Ho scritto una poesia sullo stesso argomento ma non è pubblicata su questo sito. Condivido il tuo pensiero.
salvo bonafè 18/06/2016 - 11:12
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